Benelli: il Leoncino cresce

Originariamente presentata con la motorizzazione bicilindrica da 500 cc, la Benelli Leoncino ha subito ottenuto un buon successo sia nella versione standard sia in quella trail, indicata anche per un offroad leggero. Linee rassicuranti, facilità di guida, comodità e costi di acquisto e di esercizio molto bassi erano indubbiamente le carte vincenti di un progetto nato bene. Per chi ama le prestazioni il vero limite era rappresentato proprio dal “piccolo” biciclindrico e per ampliare ulteriormente la fascia di utenti Benelli ha presentato la versione maggiorata a 800 cc., che non prevede solo una nuova motorizzazione ma anche un notevole rimaneggiamento su componenti ed estetica.

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Design da grande

Il design della Leoncino 800 è decisamente più muscoloso e i tagli delle sovrastrutture sono più spigolosi per dare sin da subito un maggiore senso di cattiveria, che come vedremo c’è ma non mette mai in difficoltà il pilota grazie a un’erogazione inizialmente tranquilla, che si fa via via più aggressiva al crescere del numero di giri.

Il serbatoio in lamiera da 15 litri e i nuovi fianchetti esaltano la vista laterale mentre il frontale è ancora una volta sottolineato dagli imponenti stelli della forcella e dal grande faro ellissoidale a led.

20220711_132644 (1) Sempre a led sono gli indicatori di direzione e il fanale posteriore. Nell’insieme la moto è ben assemblata e qualche componente magari meno pregiato è assolutamente accettabile in relazione al prezzo di acquisto, che non è basso in assoluto ma comunque competitivo rispetto alle dirette avversarie.

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Non ci sono cavi a vista che sporcano la linea nella zona motore e troviamo anche entrambe le leve di freno e frizione regolabili. L’unica cosa che non ci ha convinto del tutto è il display digitale, povero di informazioni e con una grafica che non si può definire né moderna né vintage, con l’indicatore del contagiri inutilmente duplicato in alto e in basso. Le uniche informazioni che abbiamo sono numero di giri, velocità, livello della benzina, temperatura acqua e marcia inserita.

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Attorno troviamo le classiche spie di servizio e poco altro, In compenso c’è il sensore di luminosità, che commuta da modalità giorno a notte in automatico. Chiaramente nemmeno a parlarne di navigazione, collegamento Bluetooth o altro tipo di tecnologia più evoluta; qui il motto è semplicità su tutti i fronti. Per gestire il display abbiamo ben 4 tasti, due sul blocchetto di destra e due su quello di sinistra. Non essendoci controlli di trazione (solo l’Abs), mappature o altro i blocchetti restano comunque puliti e facili da usare.

La sella è comoda anche per il passeggero e la limitata altezza da terra rende facili le manovre anche per chi non è particolarmente alto. Agendo sul pomello del precarico dell’ammortizzatore possiamo optare tra una guida più confortevole o più sportiva, mentre la forcella sulla versione base è priva di regolazioni, presenti invece sulla Leoncino Trail che si differenzia anche per i cerchi a raggi al posto di quelli in Lega, per una maggiore escursione delle sospensioni e per l’adozione del cerchio anteriore da 19”.

 Motore e ciclistica

Il bicilindrico quattro tempi raffreddato a liquido da 754 cc, con distribuzione a doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro e doppio corpo farfallato da 43 millimetri, è quello già provato sulla 752S, ma il rendimento è diverso e anche la rumorosità è più roca. Gli interventi hanno riguardato la testa dei cilindri, il sistema di aspirazione e quello di scarico. Il risultato è una potenza dichiara di 76,2 CV (56 kW) a 9.000 giri/min e una coppia di 68 Nm a 6.500 giri/min. Il motore è ben assistito da una frizione con asservimento di coppia e funzione antisaltellamento, che rende molto pratico l’utilizzo del cambio a 6 rapporti, tutti molto facili da trovare compresa la folle.

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Il telaio è il classico traliccio tubolare con piastre in acciaio ed elementi in fusione abbinato un forcellone sempre in acciaio per un peso complessivo di 222 in ordine di marcia. Non poco se paragonato ad altre moto simili, ma la sella bassa (la seduta a 805 mm da terra) e l’impostazione generale fa sembrare la moto più leggera e tra le curve la Leoncino 800 si comporta bene, a patto di non volerla usare come una naked sportiva e di danzare tra le curve giocando di anticipo e mantenendo un’andatura quanto più possibile fluida. Anche perché la forcella a steli rovesciati da 50 mm è decisamente sostenuta e ha un comportamento che non ci ha convinto del tutto all’aumentare del ritmo.

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Per questa tipologia di moto è a nostro avviso fin troppo rigida. Decisamente meglio il mono posteriore, che ha anche il vantaggio di poter essere regolato facilmente anche da seduti. Buono il comportamento dei freni radiali, potenti e abbastanza modulabili se si ha un po’ di esperienza e ottima la scelta degli pneumatici, i Pirelli MT60RS da 120/70-17 e 180/55-17.

Più potente, ma non “cattiva“

In sella alla Leoncino 800 ci si sta molto bene e si ha subito la sensazione di avere un grande controllo. Merito delle quote ciclistiche, ma anche dell’ampio manubrio e delle forme del serbatoio che permettono di stringere bene la moto con le gambe. Il busto resta eretto e la guida è quasi da endurona. Per una guida più sportiva sarebbe preferibile un manubrio più basso, ma la scelta degli ingegneri Benelli è a mio avviso quella corretta visto che chi compra questa moto vuole sì maggiori prestazioni, ma non cerca certo una moto sportiva. Anche la sella segue questa filosofia e accoglie pilota e passeggero con una bella imbottitura che invoglia a viaggiare per molti chilometri senza mai scendere.

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Il motore, anche grazie alla rapportatura corta, ha un buon brio ma continua ad essere un po’ carente di schiena sotto i 6500 giri, poi quasi si trasforma e sale deciso fino al limitatore. Già dai 3.000 giri la spinta è buona e se si mantiene uno stile di guida fluido la Leoncino 800 è piacevole in ogni condizione, mentre se si guida in modo più cattivo e sporco emerge un comportamento abbastanza brusco, soprattutto in uscita di curva quando alla riapertura del gas dopo una scalata la moto tende a scomporsi un po’. Niente di preoccupante, intendiamoci, solo il chiaro segnale che la Leoncino predilige una guida più rilassata.  Usata nel modo giusto la moto non solo è facile e sicura, anche su fondi sporchi e sul bagnato grazie alla gommatura scelta, ma diventa persino divertente soprattutto quando abbiamo la possibilità di affrontare qualche bel tratto ricco di curve. In autostrada a velocità codice la Leoncino 800 è confortevole e le vibrazioni sono davvero minime. Anche in città se la cava decisamente bene e malgrado il peso è facile divincolarsi nel traffico. Solo in presenza di forti sconnessioni la forcella troppo rigida fatica a regalare il giusto confort. Forse una maggiore progressione avrebbe permesso di ottenere un migliore compromesso.

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Conclusioni

Il progetto Leoncino ci era piaciuto sin da subito, soprattutto nella sua declinazione Trail. Con la 800 Benelli ha indubbiamente alzato l’asticella e anche se a nostro avviso la 500 resta più centrata come rapporto qualità/prezzo/prestazioni, la sorella maggiore ha dalla sua un livello prestazionale che potrebbe avvicinare un pubblico più esigente. Occorre però spendere 7.490 euro, meno della concorrenza ma comunque pericolosamente vicino a quello di moto più blasonate come la Yamaha XSR700. Con 500 euro in più è possibile prendere la Trail, alternativa ancora più confortevole e adatta anche a lunghi viaggi che prevedono magari anche qualche bella strada sterrata.

Scheda tecnica

Motore Bicilindrico parallelo frontemarcia, Euro 5
Cilindrata 754 cc
Potenza 76,2 CV a 9.000 giri/min
Coppia 68 Nm a 6.500 giri/min
Peso 222 kg o.d.m.
Prezzo 7.490 euro (Trail 7.990)

 

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