Prova della SUZUKI HAYABUSA 2021, Che ritorno!!

Suzuki aggiorna un ‘altra iconica moto della sua produzione, la Hayabusa, un ritorno per  tutti gli appassionati del modello. Sono già passati 9 anni dall’ultima versione, ma possiamo dire con certezza che  Il falco è tornato più in forma che mai.

A differenza della Katana, la casa di Hamamatsu non stravolge il modello, ma lo affina in modo molto piacevole andando a confermare una linea unica. Una moto che si arricchisce di contenuti tecnici molto all’avanguardia, tanto da essere la moto più “tecnologica” della produzione di serie Suzuki.

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Linea iconica e solo qualche piccola variazione

La Hayabusa resta la moto di sempre, imponente e molto carenata,  ma anche bassa e filante. L’aerodinamica trova un applicazione molto studiata, necessaria per una moto capace di raggiugere i 299km/h (autolimitati) molto velocemente.

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Il muso è lo stesso di sempre, con quel faro centrale full led e le frecce integrate che avvolgono il parafango anteriore. Un profilo che salendo disegna una curva molto bassa, terminando con il plexy di generose dimensioni. Le fiancate sono molto chiuse, giusto una presa d’aria con delle alette e null’altro.

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Nella zona posteriore, i due scarichi molto grandi chiudono la visuale sulla ruota, che viene incappucciata da un codone molto basso. Anche le frecce posteriori integrate nel faro, dove appaiono anche due piccoli spoiler molto studiati. In dotazione la cover monoposto, quando applicata la curva plexy-pilota-codone è praticamente un tutt’uno.

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Suzuki non ha cambiato molto nell’estetica, si è concentrata nel rinfrescare le componenti, motore in primis. E’ come se l’Hayabusa sia stata pensata e costruita oggi. Da qui le finiture delle lavorazione del motore, che hanno consentito di arrivare alla normativa Euro5 senza  stravolgere il 4 cilindri in linea di 1340cc

Motore e elettronica massimo in tutto

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E’ proprio il 4 cilindri in linea di 1340cc da 190CV a 9700 giri/min capace poi di arrivare a 12000, e con una coppia di 150Nm a 7000 giri/min a farla da protagonista. Calano i valori massimi rispetto al modello precedente, ma aumenta la schiena e l’erogazione nei bassi e medi.
Oggi tutta questa potenza non è più gestita solo dal polso del pilota, la Hayabusa è dotata del Suzuki Drive Mode Selector Alpha (SDMS-α), cinque sistemi elettronici avanzati e personalizzabili nelle impostazioni a proprio piacimento.

Il cuore è, come in tutti i modelli, la centralina con la nuova IMU, a 3 assi e 6 direzioni. Un connubio che le permette di conoscere la dinamica di movimento e reagire con i sistemi di controllo attivi in ogni frangente. Si parte dal POWER MODE SELCTOR, ovvero la potenza del motore in abbinata alla risposta del gas, ci sono tre livelli pre-impostati da piena potenza a una mappa 3 per guida cauta su fondi bagnati. Si aggiungono poi altri tre livelli che il biker può personalizzare a seconda del suo stile.

Non manca l’ Anti-Lift Control System, il sistema di anti impennata da 1 a 10, dove il valore più alto è il più restrittivo, così come il Traction control, sempre a dieci livelli, con il valore massimo a impedire ogni tipo di pattinamento.

ABS con sistema cornering e frenata combinata,  così da poter avere una moto più neutra in staccata, alleggerendo parte del carico che graverebbe sull’avantreno. Presente il freno motore con un intervento selezionabile su tre livelli, oltre alla disattivazione completa, la IMU gestisce anche l’anti sollevamento della ruota posteriore. Non manca il freno HILL HOLD per le partenze in salita.

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Il cambio elettro-assistito lavora su due livelli, 1 diretto e più racing, 2 più dolce nell’innesto a favorire una marcia più rilassata, nuova la frizione con anti-saltellamento.
Nelle dotazioni troviamo anche il Launch control, che può lavorare su tre differenti impostazioni, così da poter scegliere il tipo di partenza in base ai regimi motore da 4000, 6000 e 8000 giri.

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Al Cruise Control System, che funziona sempre come limite fisso della velocità di crociera, si aggiunge l’ Active Speed Limiter. Quest’ultimo è un sistema che permette di fissare una velocità massima, lasciando il pilota libero di fare la sua andatura, ma senza poter oltrepassare questo limite.

Infine alcuni dettagli tecnici da parte di Suzuki sull’aggiornamento del motore

Nuovi pistoni e nuove bielle riducono il peso delle parti in movimento. Modifiche ai passaggi per l’olio nell’albero motore aumentano la lubrificazione degli organi interni. Le gabbie a rulli a supporto del cambio sono ora di lunghezza maggiore. L’attenzione per i dettagli si spinge fino al cambiamento della tecnica di serraggio dei prigionieri e del sistema di filettatura dei fori nella parte alta del basamento. I nuovi pistoni e il disegno della camera di combustione (Twin Swirl Combustion Chamber – TSCC) si avvalgono dell’analisi CAE per aumentare il flusso d’aria appena le valvole iniziano ad aprirsi e pertanto aumentano l’efficienza della combustione.

La tecnologia Suzuki Side Feed Injectors (S-SFI) impiega un nuovo schema a due iniettori che vede il getto dell’iniettore secondario colpire prima una piastrina e confluire poi finemente vaporizzato nella camera di scoppio. Sommandosi alla maggior capacità della nuova scatola del filtro dell’aria e all’allungamento dei condotti di aspirazione, viene ottimizzata l’erogazione della potenza ai bassi e ai medi regimi rendendo la Hayabusa più gestibile nelle tipiche situazioni della guida quotidiana.

Il sistema di controllo dell’acceleratore ride-by-wire Suzuki assicura una risposta naturale ed un’azione lineare, mentre il contemporaneo passaggio a un diametro di 43 mm per i corpi farfallati dona ulteriore vivacità ai bassi e ai medi regimi. Altri interventi che migliorano le prestazioni e la fruibilità nella fascia di giri utilizzata più spesso sono la riduzione degli incroci valvole e l’introduzione nell’impianto di scarico di un nuovo condotto di compensazione tra i collettori dei cilindri 1 e 4.

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CICLISTICA

Il telaio è il forcellone sono praticamente gli stessi della versione precedente, una doppia trave in alluminio estruso, con una lavorazione che ha reso il tutto un po’ più leggero. La forcella resta meccanica senza interventi elettronici, basata su una KYB a steli rovesciati di 43mm e 120mm di corsa. Le regolazioni sono complete di precarico, compressione e estensione oltre alla finitura degli steli in DLC

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L’ammortizzatore posteriore, regolabile, si basa su uno schema a leveraggi progressivi, con lavorazioni interne per favorire nella guida stradale l’assorbimento delle asperità del terreno.

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L’impianto frenante è affidato davanti a una coppia di Brembo Stylema, su dischi 320mm (+10mm rispetto al precedente modello), mentre dietro troviamo una classica Nissin a singolo pistoncino.

Le ruote da 17” di nuovo disegno a 7 razze montano di primo equipaggiamento le Bridgestone S22 nelle misure di una  120/70 e  190/50.

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Infine i gruppi ottici, sono full led, con frecce integrate nella carena anteriormente, e nel codone posteriormente. Quest’ultime attivano la funzione di lampeggio contemporaneo in caso di frenate molto importanti.

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Alla guida

La Hayabusa dal vivo diventa meno imponente da come potrebbe sembrare in foto, anche perché risulta molto bassa e la sella a soli 800mm da terra ne è una prova. Insieme a un baricentro basso e una raggio di sterzo importante, se consideriamo che è una moto dotata di semimanubri, consentono facili manovre da fermo.
Appena partiti ci si ritrova in una moto comoda, con un’ottima guidabilità e facile da muovere, se pensiamo che pesa ben 264kg in ordine di marcia. Il motore è davvero qualcosa di infinito e piacevole, con una tiro che mette il dubbio su perché uno deve cambiare marcia e non andare in giro sempre in 6. Ci piace molto la strumentazione, sia per i 4 quadranti circolari dove due principali per giri motore e velocità, sono affiancati da due più piccoli per livello carburante e temperatura motore. Ma trovano posto anche per un led di cambiata, le spie e un piccolo TFT centrale per tenere sotto controllo mappature odo e trip. Un mix di nuovo e vecchio, il tutto veramente molto leggibile e intuitivo.

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Il comfort è ottimo, siamo rimasti su quelle belle moto di fine anni 90, lunghe con la presa stretta, spazio per accucciarsi anche per chi non si si ferma al metro e sessanta, anche se le pedane così avanzate a me danno un po’ fastidio e arretrarle non c’è più spazio, visto i marmittoni!

La Hayabusa resta sempre ben bilanciata, la frenata è neutra a patto di non esagerare in staccate violente, dove l’avantreno soffre parecchio, ma solo per una questione di pesi. Il fatto di avere un 50 e 50 come distribuzione dei pesi aiuta nella guida, con un trasferimento di carico pressoché assente.

L’elettronica convince, ben fatta ma richiede un po’ di apprendimento visto quanta ne abbiamo disponibile.
I comandi sono intuitivi e facili, pochi bottoni ma con funzioni supplementari. I consumi sono accettabilissimi, se la guida è normale. Vi posso garantire che si viaggia anche forte, senza  chiedere sempre di strapparvi le braccia, anche perché la curva di coppia è molto progressiva.

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DIFETTI ?

Se vogliamo proprio trovarli, il solito tubo in gomma e non in treccia di metallo per i freni anteriori, un classico delle giapponesi. La mancanza di un pacchetto elettronico sulle sospensioni, quasi d’obbligo su moto che si aggirano su questi prezzi. E perché non un Keyless?

Per chi critica la gomma posteriore da 190/50 invece di una /55 o una 200 non sono d’accordo, in primis perché non potendola provare con l’altra gomma e fare un paragone. Secondariamente si perderebbe un po’ di agilità, che a una moto così imponente serve moltissimo.

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PREZZI

19.390,00 f.c. prenotabile online, la versione limited di 10 esemplari è sparita alla velocità di un Hayabusa! Tanti accessori, e due colorazioni per il ns mercato. Grigio e Rosso in prova oppure Nero e Oro.

Nella prova abbiamo usato

Tuta MTech – MKGP (469,00 €)
Guanti Mtech – MKGP (119,00 €)

entrambe disponibili presso i negozi di Wheelup.it

Casco LS2 ARROW C FF323 (449,00 €)

Intimo Tecnico SIXS
Sottocasco Kedra-T

 

SCHEDA TECNICA

MOTORE:

Tipo:      4 cilindri, 4 tempi, raffreddamento a liquido

Alesaggio per corsa:       81 x 65 mm

Cilindrata:           1.340 cc.

Rapporto di compressione:        12,5 : 1

Potenza max:    190 CV (140 kW)

Regime:               9.700 giri/min

Coppia max e regime:   150 Nm 7.000 giri/min

Accensione:       Elettronica

MASSE E DIMENSIONI:

Lunghezza max:               2.180 mm

Larghezza max:                735 mm

Altezza max:      1.165 mm

Interasse:           1.480 mm

Altezza sella da terra:    800 mm

Peso in ordine di marcia:             264 kg (con 100% liquidi)

Serbatoio carburante:   20 litri

CICLISTICA:

Sospensione anteriore:               Telescopica rovesciata, molla elicoidale ad olio

Sospensione posteriore:             Leveraggio, molla elicoidale ad olio

Ruota anteriore:              120/70 ZR 17M/C (58W)

Ruota posteriore:           190/50 ZR 17M/C (73W)

Angolo di cannotto:       23° 20′

Avancorsa:         90 mm

FRENI:

Freno anteriore:              Doppio disco, Brembo Stylema

Freno posteriore:           Disco singolo con pinza Nissin

NORMATIVA:

Normativa di riferimento:           EURO 5

Consumo carburante:   14,9 km/l

 

Informazioni su Gianluca Villa 816 articoli
Responsabile Informatico, da anni segue con passione gli sport motoristici Motociclista appassionato fin da giovane, ha accumulato oltre 30 anni di esperienza nella guida delle due ruote, con e senza motore. Dopo una collaborazione iniziale con Motocorse.com è parte integrante del progetto wheelsmag.it. Inizialmente dedito alla guida enduro, si è specializzato nel gestire moto più stradali, colpa della residenza al vicinissimo circuito di Monza. Risiede nell'alta Brianza dove è facile trovarlo in giro sia in bici che in moto tra le colline e il lago di Como. Ha un occhio di riguardo verso la sicurezza stradale soprattutto espressa dagli accessori e dall'abbigliamento.

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