Test : HJC RPHA 90, il Modulare di livello che completa la gamma

La casa Coreana completa la sua gamma di caschi di alto profilo anche per il settore touring, nella declinazione modulare, con la sigla RPHA-90, questo il nome del casco che mancava nella sua linea di prodotti.

Anche per questo modello, HJC si è messa all’opera per creare subito un prodotto di ottimo livello, una buona serie di grafiche e una delle consolidate collaborazioni, questa volta con Star Wars, à così da poter avere una colorazione replica di Dart Vader come debutto.

Il casco arriva sul mercato dopo uno studio del reparto R&D che ha inserito il progetto nella gamma RPHA (Revolutionary Performance Helmet Advantage), questa sigla identifica i top di gamma, dei quali abbiamo già potuto testare recentemente sia l’11 che il 70.
Nella confezione troverete, oltre al casco, una sacca di telo per riporlo a fine uso, un pinlock antifog da applicare all’unica visiera trasparente presente. come per il “80” Il casco ha un visierino fumé interno, motivo per il quale non è necessaria una visiera aggiuntiva dark, che di solito fa parte della dotazione “standard” sui caschi di questi livelli.

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La calotta è di tipo PIM Plus (Premium Integrated Matrix Plus), utilizza materiali come Carbonio, Fibra di Carbonio e Fibra di Vetro a mantenere un peso ottimale (1450gr nella taglia Large) insieme alla compattezza assoluta della stessa. La forma molto “lineare” e tondeggiante presenta solo 3 prese di aria: due frontali poste una sul mento l’altra una sulla parte alta della fronte e un estrattore posteriore abbastanza alto e importante, tutte facilmente azionabili. La visiera utilizza il sistema solito di aggancio Rapid Fire 3, con possibilità di regolare il pinlock e la chiusura di sicurezza doppia come già visto su altri modelli. Il risultato finale garantisce un minimo impatto all’aria e una silenziosità di utilizzo, molto importante per chi usa un interfono, è un prodotto a parte dove HJC consiglia Cardo, noi abbiamo usato tranquillamente un altro dispositivo sfruttando la predisposizione.

Gli interni sono ben curati, il materiale definito MULTICOOL è antibatterico lavabile oltre ai guanciali estraibili e lavabili. una soluzione che HJC conferma sia molto rapida nell’asciugarsi e nella traspirabilità. esiste un deflettore sul mento, molto pronunciato e un anello che gira intorno al casco a rendere più sagomata la calzata, evitando spifferi di aria. La chiusura del cinturino è affidata a uno sgancio rapido in metallo INOX, l’apertura della parte anteriore è attivabile da un unico interruttore sul mento, arrivando a portare la stessa fin sopra il casco senza il completo ribaltamento.

IN PROVA

Vorrei subito precisare che Il nuovo RPHA 90 è stato testato sia con una moto completamente naked, sia che con una tourer con parabrezza, per capire i vari aspetti e i comportamenti in presenza di diversi scenari. Questo mi ha permesso di arrivare a un’analisi molto accurata.

La calzata è molto ben fatta, ma come dico sempre i caschi sono come le scarpe, ognuno ha la sua testa e non è detto che vada bene a tutti. Rispetto a molti altri modelli mi sono sentito ben fasciato, quando lo chiederete la calzata si sente ancora più presente perché gli agganci portano le due parti ad essere ben fissate, mi è piaciuto molto il feeling dell’aggancio, si sente che è ben fatto e di qualità. aperto non è un casco comodo per andare a velocità sostenute, anche con il visierino abbassato, la resistenza offerta dalla mentoniera è elevata e la testa farà fatica a stare in posizione, soprattutto se usate una moto senza protezione aerodinamica.

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La visiera anti-fog è il trattamento del parasole sono ottimi anche in climi freddi e umidi, la predisposizione favorisce la calzata di un occhiale senza premere troppo sulle tempie, scarsa però la ventilazione di questi ultimi che solo in movimento e tenendo casco molto dritto con lo sguardo in avanti “respirano”. Peccato non sia possibile tenere la visiera aperta con una fessura di 1 cm, sarebbe stato molto utile in queste circostanze dove gli occhiali si appannano facilmente per il respiro. In presenza di pioggia le guarnizioni tengono bene, non ho riscontrato gocce all’interno della visiera, ovviamente facendo affidamento solo alle prese d’aria.

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Rumoroso? questa è la classica domanda che mi sento fare quando prendo un casco del genere. Il casco di per se è assolutamente in linea con le rumorosità dei caschi apribili in commercio di alta gamma. ma pretendere che non ci siano “fruscii” in un modulare è pura pazzia, così come quelli che a 130km/h pensano di poter parlare come se fossero seduti nel salotto di casa. La maggior parte del rumore non è causato dal casco, ma dai vortici che si creano al suo esterno. Le cause molteplici le ho trovate in sequenza nei test che qui vi spiego e cercherò di darvi anche una soluzione.

il rumore più evidente è stato dato dal parabrezza della Tracer, che d una determinata altezza produceva una turbolenza che colpiva in pieno il casco, creando un continuo fragore, se mi alzavo o mi abbassavo il rumore spariva del tutto. Mi è bastato rinunciare alla protezione parziale dello scudo per avere una rumorosità accettabile.
L’interfono, che tutti applicano esternamente su un lato, normalmente il sinistro, è un’altra fonte di fruscio. Ma su un casco con filamenti in carbonio o metallici non è possibile integrarlo, a patto di non avere un sistema studiato appositamente come il CARDO per questo modello, che si rifugia nel colletto basso quasi posteriormente.

La giacca con un collo molto alto, che non è sagomata e di tessuto, alle alte velocità inizia a muoversi producendo piccoli vortici, che puntualmente annullavo chinandomi a sinistra o a destra, unica soluzione è quella di usare una giacca molto aderente, con quella in pelle non avevo problemi, e non avere colletti svolazzanti.

Ho quindi rimosso l’interfono, usato il casco in una moto naked, con una giacca in pelle aderente, e il rumore era più che accettabile. conclusione : si è un casco non rumoroso, ad andature pacifiche è ottimo.

Leggero ? ci ho fatto una giornata in giro, tenendolo in testa dalle 9 di mattina fino alle 16.00 di pomeriggio, con interfono sia a piedi che in moto, non avevo mal di collo ne mal di testa, ritengo sia un ottimo risultato.

Comodo? La calzata è avvolgente, facile da usare perché ha solo 3 prese d’aria che si aprono chiudono nello stesso modo, non h apprezzato la mancanza di quel cm di apertura minimo come già detto, ma il casco è comodo.

Ergonomia? Bella visibilità, la visiera grande e il visierino anti-sole permettono di adattarsi a ogni situazione di luce, aprirlo per consultare una mappa è semplice e intuitivo.

Prezzo? 479,90 le versioni solid, 529,90 quelle con grafica e infine 699,90 la STAR WARS. solo differenze grafiche e la partenza è un buon prezzo per un casco top di gamma.

Informazioni su Gianluca Villa 816 articoli
Responsabile Informatico, da anni segue con passione gli sport motoristici Motociclista appassionato fin da giovane, ha accumulato oltre 30 anni di esperienza nella guida delle due ruote, con e senza motore. Dopo una collaborazione iniziale con Motocorse.com è parte integrante del progetto wheelsmag.it. Inizialmente dedito alla guida enduro, si è specializzato nel gestire moto più stradali, colpa della residenza al vicinissimo circuito di Monza. Risiede nell'alta Brianza dove è facile trovarlo in giro sia in bici che in moto tra le colline e il lago di Como. Ha un occhio di riguardo verso la sicurezza stradale soprattutto espressa dagli accessori e dall'abbigliamento.

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