Triumph: gamma Modern Classic

Sono passati quasi 60 anni dalla presentazione della prima Bonneville T120. Era il 1959 e Triumph,  l’azienda di motociclette fondata nel 1902 da Siegfried Bergman, era pronta a segnare un’altra importante tappa della sua storia. Nata come moto sportiva, la Bonneville era un mezzo rivoluzionario per i tempi, destinato a diventare una vera e propria icona del brand inglese, che di anno in anno è cresciuto in prestigio, qualità e varietà della gamma fino a diventare un produttore di livello mondiale, con oltre 67.000 moto vendute nel 2017 e l’ambizione di raggiungere le 85.000 moto entro il 2020.

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Una vera industria motociclistica, che ha però saputo mantenere quell’artigianalità ed esclusività tipica dei grandi brand motoristici inglesi. Per rendersene conto basta osservare il fregio dorato che percorre alcuni serbatoi, fatto a mano da artigiani che orgogliosamente imprimono la loro firma sulla moto.  Dettagli che certo non influiscono sulle prestazioni, ma che fanno la felicità di chi le moto le ama per quello che sanno regalare, al di là della potenza pura o delle mode del momento. È anche per questo che tra la vasta  gamma di moto che Triumph è oggi in grado di offrire, comprese stupende streetfighter e versatili maxi enduro, la gamma Modern Classic è forse quella che meglio rappresenta i valori della casa di Hinckley.

Questi modelli incarnano infatti le caratteristiche di maneggevolezza, facilità di guida, cura costruttiva e stile che Triumph vuole trasmettere alla propria clientela. Modelli che già di base sono ottimi, ma che un passo alla volta possono diventare vere e proprie special senza tempo. Basti pensare che la casa madre per ciascuno di essi propone una gamma di accessori che oscilla tra i 100 e i 150 pezzi, senza contare quelli prodotti da terzi. Alcune Triumph Modern Classic sono di fatto delle special di serie, come l’affascinante Truxton R o l’altrettanto intrigante Bobber che abbiamo avuto modo di provare assieme alla Street Cup e alla Scrambler.

Quando si acquista una Triumph si prende inevitabilmente anche un pezzo di storia lunga oltre un secolo. Questo non significa però comprare moto antiquate sotto il profilo tecnologico, tutt’altro. Le Classic sono moto moderne, assemblate con gli standard qualitativi tipici dei grandi costruttori e con componenti di prim’ordine. Rispetto a tanti modelli spesso anonimi presenti  sul mercato sono però dotate di serie anche di un qualcosa in più che i più sentimentali possono definire “anima”. Possono piacere o non piacere, ma chi le compra lo  fa soprattutto per quello che trasmettono a pelle e per il piacere che sanno regalare non solo quando le si guida, ma anche quando le si osserva. Le Modern Classic sono sicuramente meno adrenaliniche dei mostri da 180 cavalli, meno performanti, ma non per questo meno divertenti e tra 10 o 20 anni saranno ancora lì ad affascinare, mentre molti mostri saranno ormai dimenticati.

Una gamma completa

Oggi la gamma Modern Classic è quanto mai completa e comprende modelli più sportivi, come la Truxton e la Street Cup, altri più turistici, come le Bonneville e la Street Twin, altri più votati all’avventura, è il caso della divertentissima Scrambler, e altri ancora rivolti agli appassionati delle custom, come la confortevole Trustmaster e la sinuosa Bobber, una “dura e pura” rigorosamente monoposto.

Tanti modi diversi di intendere la moto, accomunati da alcune caratteristiche come altezza della sella sempre contenuta (il che le rende perfette anche per i neofiti), potenze comprese tra i 50 e i 100 Cv che portano ovunque senza intimorire, e una ciclistica che le rende molto facili da guidare e per nulla affaticanti. Persino le Truxton e le Street Cup, con i loro semi manubri sportivi e molto chiusi che fanno tanto Joe Bar, non spezzano i polsi e risultano tutto sommato confortevoli. Se però si cerca il confort allora le T100/T120 e la Speedmaster sono probabilmente le regine incontrastate, sebbene la Street Twin e la Scrambler abbiano ben poco da invidiare, regalando per contro  maggiore divertimento alla guida grazie alla loro sorprendente agilità.

Firenze e il Chianti per assaporare il gusto e lo stile di andare in moto 

Per festeggiare lo “Spirit Of ‘59” Triumph ha scelto una location ricca di fascino e storia come Firenze, mettendoci a disposizione l’intera gamma Modern Classic. Un giro nella zona del Chianti di circa 100 Km, nel corso del quale ciascun giornalista ha potuto provare diversi mezzi, ha rappresentato il percorso ideale per gustare queste moto su strade ricche di curve, immerse in un paesaggio che vale la pena osservare piuttosto che lasciar scorrere troppo velocemente. A noi per la prima parte del viaggio è toccata la Street Cup, una sportiva old style meno intuitiva rispetto alle classiche moto con manubrio alto, ma molto accattivante. Occorre solo prendere la mano con i semi manubri molto chiusi che non facilitano gli inserimenti in curva. Dopo qualche chilometro ci si fa l’abitudine e il divertimento aumenta, anche perché il peso a secco di 200 Kg sembra decisamente inferiore.

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In sella alla Street Cup ci si sente un gentleman rider degli anni ‘70 e sebbene la guida sia caricata sull’anteriore i polsi non soffrono più di tanto. Il bicilindrico raffreddato a liquido da 55 Cv e 80 N di coppia spinge molto bene in basso e gira con grande regolarità, regalando anche un bel sound e rispondendo bene al comando del gas. La frizione molto morbida e le sospensioni non troppo rigide migliorano il confort complessivo e anche la franata con Abs di serie, a dispetto del singolo disco anteriore da 310 mm con pinza Nissin a 2 pistoncini, è adeguata alle prestazioni e molto modulabile.

Primo stop e primo cambio moto. Mi tocca la Scrambler e da amante dell’offroad non posso che apprezzare alcune chicche, come il bel paramotore e i cerchi a raggi, così come il bel manubrio alto e largo e lo scarico che passa alto (ma ben protetto per non ustionare le gambe di pilota e passeggero).

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Pochi chilometri e resto letteralmente stupito da quanto sia divertente da guidare. Purtroppo le condizioni meteo non ci hanno permesso di provarla su un percorso in fuoristrada, reso impraticabile dalle piogge dei giorni scorsi, ma siamo sicuri che con un paio di gomme tassellate sia in grado di regalare belle soddisfazioni. Complici la dolcezza del motore, il peso che letteralmente scompare appena si innesta la marcia e un’altezza sella che permette di far fronte a un imprevisto poggiando facilmente entrambi i piedi a terra.

Le sospensioni tarate sul morbido copiano bene tutto e la Scrambler danza tra le curve in totale scioltezza. Si arriva facilmente a toccare terra con le pedane e vista la tipologia di moto ci piacerebbe moltissimo avere a listino una versione leggermente più alta, magari con sospensioni pluriregolabili. La sella della Scrambler è comodissima e il manubrio ampio rende tutto estremamente facile. Motore e cavalli sono gli stessi della Street Cup, ma con questa ci siamo divertiti ancora di più.

Secondo cambio moto e ci tocca la “ammiraglia”, la bellissima e sofisticata Truxton R impreziosita dall’impianto frenante Brembo con doppio disco da 310 mm, con pinze radiali moniblocco,  e sospensioni Öhlins completamente regolabili. Il motore è il 1.200 da 97 cavalli e 112 NM e grazie alle tre mappature (rain, road e sport) si può trovare il giusto feeling in base allo stile di guida e alle condizioni dell’asfalto. Si sente e si vede che la Truxton R è una moto di qualità e il motore più performante invoglia subito ad andare forte.

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Anche su questo modello però i semi manubri molto chiusi non permettono di aggredire le curve come si vorrebbe. Probabilmente basterebbe aprirli un po’ intervenendo sui blocchetti di ancoraggio alla forcella per aumentare il piacere di guida. Il confort rispetto agli altri modelli è ovviamente minore, anche per via delle sospensioni più rigide, ma tutto sommato in sella non si sta male e anche i polsi non si affaticano più di tanto.

Terzo cambio moto e provo la Bobber, quella più lontana dai miei gusti personali. Bella è bella, con quel sellone monoposto a sbalzo e la linea molto aggressiva, ma salgo con diffidenza pensando all’agilità degli altri modelli. Sulla custom più estrema di casa Triumph tutto è diverso e per godersela appieno occorre pennellare le curve adottando uno stile di guida quanto più pulito possibile,  anticipando gli inserimenti e i cambi di direzione.

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Così diventa piacevole, anche se la sospensione posteriore fa veramente fatica ad assecondare le asperità dell’asfalto e a ogni minima buca regala vere e proprie botte alla schiena e sobbalzi. Una vera custom dura e pura, che piacerà sicuramente agli amanti del genere per via di una linea indubbiamente intrigante e un bel motore da 1.200 che spinge forte.

Un concorso per festeggiare lo Spirt of ‘59

Per celebrare la prima Bonneville e lo spirito di libertà e innovazione del 1959, Triumph ha deciso, in partership con il noto customizzatore Gianluca “Lucky” Croci, di creare la Bonneville T100 Special Edition SPIRIT OF’59 by KAOS Design. Un pezzo unico, non in vendita, che sarà messo in palio tra tutti coloro che prenoteranno sul sito della casa inglese un test ride di un modello Triumph appartenente alla gamma Modern Classic, tra il 23 marzo e 31 maggio 2018. Al concorso è inoltre collegato un meccanismo di Instant Win che mette in palio giubbotti in pelle Triumph.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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