Blocco diesel Euro 3: a pagare sono i più deboli

Dal 1 di Ottobre in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto è entrato in vigore, tra l’altro con modalità diverse e difficili da comprendere, il divieto di circolazione durante le giornate lavorative dei veicoli diesel Euro 3, una scelta che di fatto rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie delle fasce meno abbienti, che non possono certo permettersi di cambiare auto spesso e che sono costrette a utilizzare l’auto per raggiungere il luogo di lavoro. Auto magari acquistate facendo mille sacrifici, su cui hanno pagato e continuano a pagare le tasse , nonché l’assicurazione (perché anche se la tengono ferma in strada la devono pagare, così come il bollo), e che ora rischiano di dover demolire la propria auto per non essere costretti a pagare ulteriori spese senza nemmeno poterla utilizzare.

Sicuramente chi ha ideato questo provvedimento non ha problemi a sostituire l’auto spesso, ma mi chiedo se abbia realmente pensato alle conseguenze per chi questo privilegio non ce l’ha e deve fare i fatidici quattro salti mortali per arrivare a fine mese. Almeno in Veneto e in Emilia Romagna hanno annunciato l’esenzione per le fasce di reddito più basse, mentre in altre regioni è stato negato persino questo minimo privilegio, dimostrando ancora una volta che la legge non è “uguale per tutti”.

Personalmente sono favorevole a iniziative che possano ridurre i livelli di inquinamento, ma queste devono rispettare un’etica e un’equità sociale che in questo decreto francamente mi sembrano totalmente assenti. E non venitemi a dire che ci sogno gli eco incentivi o che si possono convertire le vecchie diesel a GPL o Metano, perché le famiglie di cui parlo io non possono certo spendere 2/3 mila euro per convertire una vecchia auto o investire 6/7 mila euro per acquistare una nuova vettura.

Vogliamo veramente dare una svolta? I governi della comunità europea si impegnino a progettare un’utilitaria molto economica a bassissimo impatto ambientale e utilizzino i soldi degli incentivi (aumentando eventualmente le tasse sulle auto di lusso) per offrirla gratuitamente a chi rottama un’auto inquinante e ha un reddito basso, o quantomeno gli permettano di pagarla con piccolissime rate diluite nel tempo.

 

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