Pico: il nuovo motore di OLI eBike Systems per la mobilità urbana

Nel 2025, OLI eBike Systems compie 10 anni. Un traguardo segnato da innovazione, ingegneria e impegno nel rendere l’esperienza delle eBike più accessibile a tutti. Nata come costola di una grande realtà industriale, quello che era iniziato come un progetto imprenditoriale radicato nell’innovazione italiana e basato sulla passione è diventato in breve tempo una realtà riconosciuta e apprezzata nel settore delle eBike con una missione precisa: diventare la prima scelta per i marchi europei nel segmento della mobilità urbana, dove al momento c’è un gap tra i prodotti a basso costo (per lo più basati sull’utilizzo di motori economici integrati nel mozzo posteriore) e quelli di fascia alta, molto performanti ma che come prezzo poco si addicono alla produzione di biciclette adatte a una larga fascia di utenti. Sin dalla presentazione dei primi motori OLI eBike Systems ha cercato di posizionarsi nel mezzo, fornendo prestazioni e affidabilità al giusto prezzo, tanto da essere scelta da brand prestigiosi come Atala, Bianchi, Bottecchia e molti altri.

Ma è con Pico, il nuovo motore da poco presentato, che l’azienda di Cesena si appresta a fare un vero e proprio salto in termini di volumi di vendita, proponendosi come uno dei principali fornitori a livello europeo (e non solo) di drive unit specifiche per impieghi urbani e per il tempo libero, fuori dai contesti più specialistici che di fatto rappresentano una fetta di mercato in cui sono già presenti colossi come Bosch, Shimano, Yamaha e Brose.

Pico: piccolo, potente e silenzioso

Pico è nato con un duplice obiettivo: soddisfare le esigenze di un’utenza sempre più interessata a una mobilità sostenibile e fornire ai produttori una soluzione valida, performante, affidabile e conveniente per poter realizzare eBike caratterizzate da un ottimo rapporto qualità/prezzo, garantendo un know how e un servizio postvendita di una solida realtà industriale italiana. Il motore, o meglio il sistema visto che stiamo parlando anche di batterie e controller, è stato completamente progettato e ingegnerizzato in Italia e per riuscire a proporlo a un prezzo concorrenziale, persino rispetto ai prodotti cinesi, , OLI eBike Systems ha deciso di investire in prima persona nella realizzazione di una propria fabbrica in Vietnam, garantendo così il controllo totale dell’intera filiera e il rispetto degli elevati standard industriali a cui ci ha abituato l’azienda romagnola.

Come accennato in apertura, Pico è pensato specificatamente per la mobilità urbana ed è sufficientemente compatto per poter essere integrato facilmente nella parte centrale del telaio, passando quasi inosservato. Le dimensioni sono 182x101x155mm, tali da renderlo praticamente invisibile da lato della corona, come si vede chiaramente dalla fotografia sotto, e poco invasivo sul lato opposto.

Il collegamento della drive unit alle pedivelle avviene tramite perno quadro e questa caratteristica sottolinea ancora una volta come questo motore sia nato in primis per le city bike, dato che le Mtb e le Trekking generalmente prediligono l’utilizzo del perno ISIS.

Il peso contenuto, di poco inferiore ai 2,5 kg, permette di realizzare bici sufficientemente leggere per poter essere pedalate anche a motore spento, aumentando così la versatilità dei mezzi e consentendone un uso anche in ambito extraurbano e ricreativo. Come vedremo, però, l’efficienza è tale che si possono tranquillamente percorrere parecchi chilometri tenendo sempre il motore acceso e godendo sin dal primo livello di assistenza di una spinta immediata e corposa. Del resto, Pico è in grado di erogare 70 Nm di coppia, un valore più che sufficiente per permettere anche a persone non allenate di affrontare con grande facilità qualsiasi percorso urbano e anche, come abbiamo provato nel corso del test, percorsi extraurbani e giri in montagna abbastanza impegnativi.

Tra i connettori presenti, oltre a quelli per la batteria, il sensore di velocità, e il display, figurano quelli per poter alimentare le luci anteriori e posteriori e anche un connettore ausiliario. 

Potenza a parte, una caratteristica molto interessante del Pico è la silenziosità di marcia. Quando lo si utilizza al livello 1 di assistenza praticamente non si percepisce il funzionamento e quello che si sente maggiormente è il rumore di rotolamento degli pneumatici. Anche aumentando i livelli la rumorosità resta molto contenuta e si percepisce solo se siamo in ambienti molto silenziosi, non certo in città dove il traffico sovrasta di gran lunga la “voce” del motore.

Un altro aspetto molto interessante è la fluidità di pedalata e la qualità del sensore di potenza, che percepisce molto bene la pressione che esercitiamo sui pedali e restituisce di conseguenza la giusta dose di assistenza. Durante il test abbiamo affidato la bici a una ciclista poco allenata, facendole fare anche numerose ripartenze da fermo su pendenze superiori ai 12 gradi. Utilizzando il terzo livello di assistenza, e ovviamente il giusto rapporto del cambio, è ripartita sempre molto facilmente, considerando anche che la bici usata per il test è una trekking molto robusta e pesante.  La fluidità di pedalata è molto buona e anche quando superiamo il 25 Km orari, limite oltre il quale per legge il motore deve smettere di fornire assistenza, la bici non “mura” e il passaggio alla pedalata tradizionale avviene in modo molto naturale (e così anche il viceversa, quando ritorniamo sotto i 25 Km orari).

Anche a motore spento Pico non evidenza evidenti fenomeni di trascinamento e la pedalata resta molto naturale. Nel nostro caso chiaramente avendo una bici pensate (oltre 23 Kg + le borse laterali con una zavorra di 6 kg) abbiamo fatto fatica a pedalare per lunghi tratti senza ricorrere alle assistenze, ma siamo certi che su una bici da città, o magari una gravel, non avremmo avuto alcun problema a procedere in piano senza mai utilizzare l’assistenza, risparmiando così la batteria per le salite lungo il percorso.

I livelli di assistenza

Pico offre tre differenti livelli di assistenza predefiniti (al momento non è prevista la possibilità di personalizzarli tramite display o App), che di fatto offrono un apporto pari a circa il 200, 300 e 400% di potenza rispetto a quella fornita dal ciclista. Per intenderci, se noi al primo livello forniamo una spinta di 50 watt di potenza con le nostre gambe il motore ne metterà altri 100 e quindi la potenza espressa sui pedali sarà di 150 watt. Sfruttando tutti i livelli in base alle condizioni del percorso possiamo facilmente trovare sempre la pedalata migliore e decidere quanto siamo disposti a metterci del nostro e quanto far intervenire il motore.  Come sempre questo rapporto incide anche sui consumi, ma già con la batteria da 504 Wh abbiamo riscontrato una buona autonomia in tutte le situazioni e per utilizzi più gravosi sono disponibili batterie di maggiore capacità.

Dopo aver percorso qualche centinaio di chilometri possiamo dire che il livello 1 è ideale in pianura e permette di muoversi tra i 15 e i 22 km orari senza fatica. Passando al livello 2 la spinta si fa più corposa e oltre ad avere accelerazioni più facili e immediate possiamo anche viaggiare a medie sempre vicine al limite massimo consentito dei 25 Km/h e affrontare agevolmente salite sotto al 10% di pendenza. Per finire, il livello 3 è quello che offre la massima potenza e la risposta più immediata; è adatto sia per affrontare salite impegnative sia per faticare il meno possibile affidando di fatto l’intero lavoro al motore. In città a nostro avviso è decisamente troppo e non lo abbiamo mai utilizzato, mentre ci è tornato molto utile per affrontare un percorso di montagna con quasi 1.000 metri di dislivello e pendenze anche del 16%. In questo caso con la nostra bici di test, dotata di cambio Shimano Deore a 10 rapporti, la donno a cui l’abbiamo affidata è riuscita senza sforzo a compiere l’intero percorso (oltre 35 km) tornando a casa ancora con un 17% di batteria. Ma sui consumi torneremo tra poco.

Chiaramente come tutti i motori moderni anche il Pico prevede la modalità Walk, che si attiva tenendo premuto il pulsante Giù sul controller posizionato accanto alla manopola di sinistra. Si tratta di una modalità in cui la bici procede a bassa velocità mentre la accompagniamo a mano, utile per spostare la bici in salita o nelle zone a traffico limitato avendo quel minimo di spinta che ci permette di procedere senza sforzo.

Per renderlo universalmente utilizzabile sulle bici di ultima generazione, Pico è anche compatibile con i sistemi di trasmissione a cinghia, così come con quelli con i cambi integrati nel mozzo e quelli automatici. Inoltre, grazie alla buona potenza fornita può essere utilizzato anche sulle bici senza cambi, sfruttando di fatto i 3 livelli di assistenza come se fossero i rapporti di un cambio elettronico. Specialmente quando viene abbinato alla batteria più piccola, permette di realizzare bici molto leggere che si possono pedalare anche senza assistenza in condizioni favorevoli, andando a chiedere potenza solo quando realmente serve.

Sempre in ottica city un altro aspetto molto interessante del Pico è la possibilità di avere la nuova versione del freno a contropedale completamente integrato nell’architettura del motore, per una decelerazione fluida e un maggiore controllo nel traffico urbano. Una funzionalità molto apprezzata soprattutto dai costruttori del Nord Europa, che rende Pico molto interessante per la produzione di una nuova generazione di biciclette a pedalata assistita. 

Scelta delle batterie

Attualmente Pico può essere abbinato non solo alla batteria da 504 Wh usata per queta prova, ma anche a quella da 630 Wh e a una compatta da 374 Wh, perfetta per chi vuole una bici assistita leggera e anche meno costosa. Le batterie possono essere totalmente integrate o semi integrate per permettere ai produttori di telai di trovare il miglior compromesso tra design e funzionalità.

Display e controller

La bici in prova è equipaggiata con il display a colori High Vision montato direttamente al manubrio tramite un supporto che permette di scegliere il posizionamento preferito. Noi lo abbiamo messo in posizione centrale, proprio davanti alla pipetta che collega il manubrio allo sterzo. I livelli di assistenza sono evidenziati con tre colori differenti (Azzurro, Blu e Verde) e per gestire tutti i parametri abbiamo a disposizione 3 schermate differenti, selezionabili facilmente con una piccola pressione sul tasto di accensione e spegnimento.

Nella schermata principale, oltre al livello di assistenza, possiamo vedere la velocità, la percentuale di carica della batteria, la potenza in watt erogata dal ciclista, quella erogata dal motore e la distanza percorsa. Passando alla seconda schermata troviamo la cadenza di pedalata (rotazioni delle pedivelle al minuto) e il consumo di batteria per Km percorso. Per finire, nella terza schermata abbiamo una serie di campi dati che ci mostrano distanza di viaggio percorsa, ora, velocità, consumo, calorie spese e chilometri totali percorsi. Tenendo poi premuti contemporaneamente i pulsanti Su e Giù si accedere al menu di configurazione e al reset dei dati di viaggio.

Nelle prime due schermate compare anche l’indicatore dell’accensione delle luci. Pico, infatti, permette di gestire e alimentare direttamente le luci sia anteriore che posteriore, potendo accenderle contestualmente all’accensione della bici e spegnendole tenendo premuto per 2 secondi il tasto per aumentare l’assistenza.

OLI eBike Systems ha previsto anche altri controller abbinabili al Pico. alcuni dotati di collegamento Bluetooth e Ant+, e gli ingegneri stanno già lavorando per espandere la compatibilità della drive unit con altri dispositivi e tecnologie, tra cui Smartphone, piattaforme di gestione dei dati, ciclocomputer, Gps e anche antifurti di nuova generazione.

Probabilmente la connessione con gli Smartphone consentirà in futuro agli utenti anche di ricevere aggiornamenti software senza doversi recare dal rivenditore, come già avviene con altri motori, e magari anche di personalizzare i livelli di assistenza per adattarli ancora meglio alle proprie esigenze. In foto potete vedere l’elenco dei controller attualmente disponibili e le loro caratteristiche principali.

La bici del test

Abbiamo provato il Pico su una trekking bike italiana con batteria da 504 Wh, forcella ammortizzata, portapacchi posteriore, luci integrate, un robusto cavalletto, manubrio regolabile in altezza, manopole confort e un peso di circa 24,5 Kg con le borse laterali installate (vuote). Una bici molto robusta e pesante che ci ha permesso di affrontare anche qualche percorso offroad e testare al meglio le caratteristiche del nuovo motore di OLI eBike Systems. Chiaramente essendo una bici dal peso importante, a cui abbiamo anche aggiunto le borse e una zavorra di 6 kg per simulare il trasporto di un laptop, di una tuta antipioggia, di un lucchetto e di altri accessori, l’abbiamo utilizzata quasi sempre con l’assistenza attiva e ne abbiamo dovuto tenere conto anche nella valutazione dei consumi. che sicuramente sono stati ben superiori a quelli che avremmo potuto misurare usando una bici da città più leggera.

A coadiuvare il lavoro del motore abbiamo il classico cambio Shimano Deore a 10 rapporti, perfetto per sfruttare al meglio i vari livelli di assistenza. A fermare la bici ci pensa invece un impianto con pinze idrauliche Shimano MT200 sia all’anteriore sia al posteriore. Gli pneumatici da 28” sono i Pirelli Angel GT Urban, anch’essi molto robusti e adatti ad affrontare anche buche e pavé.

Il nostro test

Abbiamo svolto numerosi test per verificare prestazioni e consumo del Pico, tenendo chiaramente conto del peso della bici, della tipologia di pneumatici montati, del fisico del tester e della presenza delle borse con relativa zavorra. In svariati test abbiamo simulato il classico tragitto casa lavoro attraversando la città, quindi con continui stop&go dovuti a semafori, pedoni e traffico. Sebbene Pico sia un motore pensato per un utilizzo urban, abbiamo comunque deciso di metterlo sotto sforzo anche su percorsi di montagna sia per verificarne il range di utilizzo sia perché chi acquista una bici spesso vuole un prodotto con cui poter non solo spostarsi in città, ma anche godersi qualche gita fuori porta. Sono poi in molti ad abitare in collina e in montagna e a voler utilizzare la bici a pedalata assistita per compiere rapidi spostamenti. Ecco perché abbiamo non solo scelto di testarlo anche in montagna, ma addirittura con una persona non allenata e con pochissima esperienza con le bici a pedalata assistita. I risultati sono stati più che positivi visto che Pico si è comportato molto bene anche in questo contesto.

Per la parte urban il tester ha un peso di 70 Kg, quindi complessivamente il Pico si è dovuto portare costantemente in giro una massa di circa 100kg  tra ciclista, bici e zavorra.

Utilizzando esclusivamente il livello 1, che come accennato è più che sufficiente per muoversi in città tra i 15 e i 22 km orari senza sforzo, abbiamo rilevato con la batteria da 504 Wh un consumo medio di 1 punto percentuale per ciascun chilometro percorso. Questo si traduce in una percorrenza di circa 100 km effettivi con una ricarica. Nelle medesime condizioni e sullo stesso tragitto, usando sempre il livello 2, la percorrenza è stata di 60.18 km con una carica residua del 9%.

Il test sotto sforzo in montagna è stato invece effettuato su un percorso di 35 km, con un dislivello di 953 metri e una ciclista non allenata di 78 kg, a cui abbiamo aggiunto le solite borse laterali e 6 Kg di zavorra. In questo caso usando tutti i livelli, specialmente il 3 nei tratti in salita, abbiamo riscontrato un consumo di batteria pari all’83%, con un residuo a fine giro del 17%. La stessa ciclista su un percorso di 25 km con circa 400 metri di dislivello con pendenza quasi sempre tra il 10 e il 16%, affrontato tutto usando la modalità 3, ha consumato il 54% di batteria. Considerando il peso complessivo di ciclista + bici, il fatto che non era allenata e che non aveva mai pedalato in montagna possiamo dire che il consumo ci è parso in linea con quello di motori più blasonati e costosi utilizzati a parità di spinta.

Abbiamo ripetuto i test anche in condizioni diverse su svariati percorsi, ma i risultati hanno confermato quanto riportato. Diciamo che nel contesto cittadino per cui è pensato Pico con la batteria da 504 Wh si possono fare facilmente 100 km senza dover ricaricare la bici, mentre in montagna o in collina il range scende in funzione dei metri di dislivello e dei gradi di pendenza delle salite che si devono affrontare. 

Chiaramente se avessimo utilizzato una bici più leggera e scorrevole, senza le borse con il relativo contenuto, e avessimo preso come riferimento un ciclista più leggero avremmo avuto dei risultati completamente diversi, dato che non solo il peso complessivo ma anche l’inerzia della bici a compiere i primi metri influisce moltissimo sul consumo di batteria.  Considerando che il livello 1 a nostro avviso fornisce fin troppa assistenza, specie sulle ciclabili fuori città dove non ci sono continui stop&go dovuti a traffico e semafori, avremmo forse preferito avere un livello di assistenza in più, meno potente, per garantire maggiore autonomia nelle pedalate tranquille.

A chi si rivolge il Pico

Come sottolineato dall’azienda, Pico nasce specificatamente per essere usato in primis su bici urban, ma si adatta molto bene anche a trekking bike e gravel di fascia intermedia. L’utente tipo è a nostro avviso il ciclista che usa la bici tutti i giorni per muoversi in città e magari nei fine settimana desidera affrontare qualche percorso extraurbano per il puro piacere di muoversi in bici nella natura. Secondo noi Pico si presta molto bene anche a realizzare bici da ragazzi e mountain bike economiche, mentre per mezzi più specialistici la stessa OLI eBike Systems ha in catalogo motori più sofisticati e performanti. 

Per maggio informazioni potete visita il sito di Oli eBike Systems

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