MotoGP Argentina: la scheda di Brembo

Dopo un inizio stentato di stagione, la MotoGP vola in SudAmerica per il GP Argentina che si disputa dal 7 al 9 aprile all’Autódromo de Termas de Rio Hondo. Situato nella provincia di Santiago del Estero, nell’Argentina settentrionale, il circuito è stato disegnato dall’italiano Jarno Zaffelli. E italiani, naturalmente Brembo, sono anche i freni scelti da tutti i team e i piloti della classe regina

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Ogni anno l’Autódromo de Termas de Rio Hondo ospita decine di competizioni per le auto e così quando le MotoGP sbarcano in Argentina si trovano di fronte ad una pista sporchissima: nella prima sessione di libere del 2016 la sabbia presente in grande quantità sull’asfalto ha prodotto tempi sul giro nell’ordine dell’1’43’’-1’44’’, valore abbassato di oltre 3 secondi in poco meno di 24 ore e di un ulteriore secondo nella Q2.
Secondo i tecnici Brembo, l’Autódromo de Termas de Rio Hondo rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico a quelli ottenuti da altre 8 piste, inclusa quella di Losail che ha ospitato la gara inaugurale della stagione.

L’impegno dei freni durante il GP
Alle 14 curve della pista corrispondono 8 punti di frenata, di cui 3 nel T4 che malgrado questi rallentamenti è l’intertempo più veloce dei quattro in cui è suddivisa la pista. Solo Phillip Island con 6 frenate al giro e Spielberg e Sachsenring con 7 presentano un minor numero di frenate di Termas de Rio Hondo.
Ogni giro i piloti utilizzano i freni per circa 30 secondi, valore eguagliato da Barcellona e Misano. Il totale per l’intero GP Argentina è di 12 minuti e mezzo, pari al 30 per cento della durata complessiva della gara. La media sul giro delle decelerazioni massime è di 1,11 g ma questo valore sarebbe più alto senza la toccatina ai freni della curva 11 (da 194 km/h a 160 km/h) che con 0,6 g abbassa la media.

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno Brembo dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora i 9 quintali: solo a Phillip Island l’impegno fisico richiesto ai piloti è minore. Ma comunque lo sforzo del GP Argentina per i piloti MotoGP, alle prese con dischi in carbonio Brembo con diametro di 320mm o 340mm, è superiore a quello generalmente richiesto ai piloti Superbike (dischi in acciaio): 6 quintali al Round1 in Australia, 7,7 quintali nel Round 2 in Tailandia e 8,2 quintali nel Round3 ad Aragon.

Le frenate più impegnative
Delle 8 frenate dell’Autódromo de Termas de Rio Hondo solo una è considerata altamente impegnativa per i freni mentre 4 sono di media difficoltà e 3 sono light.

La curva 5 è la più difficile da affrontare perché è preceduta da un rettilineo di 1.076 metri che permette alle MotoGP di raggiungere i 324 km/h: il tornantino obbliga i piloti a scendere a 78 km/h facendo ricorso ai freni per 6,1 secondi con un carico sulla leva della pompa freno Brembo di 6,3 kg. In quell’istante la pressione del fluido freno Brembo HTC 64T raggiunge i10,9 bar, cioè due volte e mezza la pressione di una lattina di Coca Cola. Durante la frenata le moto percorrono 316 metri, ossia oltre 5 volte la distanza coperta in dribbling da Diego Maradona ai Mondiali del 1986 per realizzare Il Gol del secolo.

Tra le curve di media difficoltà merita una citazione la prima dopo il traguardo per i 240 metri di spazio di frenata: le MotoGP frenano da 271 km/h a 106 km/h ma la decelerazione è solo di 1,2 g, a fronte degli 1,5 g della curva 5. D’altra parte 1,2 g sono un valore molto più alto degli 0,9 g ottenuti in frenata da molte supercar stradali.

Informazioni su Gianluca Zanelotto 1005 articoli
Da sempre nel mondo informatico, prima tecnico e poi marketing e infine commerciale. Ora lavoro come libero professionista e giornalista. Quest'ultima professione è partita quasi per gioco nel 2007, collaborando con Motocorse.com, poi, in seguito, anche con il canale Motori di Tiscali. Nel 2014, con Giorgio Papetti, fondiamo il nuovo Wheelsmag Italia. Passati ormai i 50 anni, sono motociclista, con alterne vicende, da più di 30. Da sempre dedito al turismo veloce, prima su Ducati Paso 750 e Ducati ST2, ho avuto un intermezzo “cattivo” su Cagiva Xtra Raptor per poi approdare di nuovo al turismo a lungo raggio ma con un occhio di riguardo anche alle piste polverose. Proprio in quest’ottica sono passato da una polivalente Aprilia Caponord Rally Raid, serie speciale della Caponord dedicata maggiormente all’Off per approdare al lato arancione della Forza con una KTM 990 Adventure prima e alla 1290 SuperAdventure S poi. Con i miei viaggi ho coperto gran parte dell'Europa e praticamente tutta l’Italia. Attualmente risiedo in Brianza da cui mi muovo spesso verso i laghi Lombardi e le Orobie per divertimento e prove.

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