Orbea Wild M-Team

La Wild nel catalogo Orbea rappresenta la e-mtb maggiormente votata all’enduro e al gravity, tanto performante che Martin Maes l’ha persino utilizzata sui campi di downhill, a riprova di quanto il telaio e le geometrie della Wild siano pensate per andare forte in discesa e per resistere anche alle sollecitazioni più dure. Ma ciò che ci ha maggiormente stupito, come emergerà dal nostro test, è la maneggevolezza e la fiducia che questa e-mtb regala sin dai primi metri anche a chi, come il sottoscritto, va da tantissimi anni in bici ma non si considera certo un professionista e affronta sempre i sentieri con la dovuta cautela.

Il test si è svolto in Valle Brembana, su percorsi sia tecnici sia flow che ben conosciamo e che ci siamo ritrovati ad affrontare a velocità sostenute avendo sempre la sensazione di un grande controllo, persino sulle pietre viscide e il fango che abbiamo spesso incontrato a causa delle abbondanti piogge.

Sicuramente il peso contenuto per una e-mtb full power (circa 23,5 Kg in taglia L con i pedali e batteria da 750 Wh, 1,5 Kg in meno se si opta per quella da 600 Wh) contribuisce molto al senso di leggerezza, ma anche in versione con entrambe le ruote da 29 pollici (la Wild si può ordinare anche in versione mullet) l’abbiamo trovata estremamente maneggevole e precisa, facile da indirizzare dove si vuole e anche rapida nel cambiare direzione se incontriamo un ostacolo improvviso. Le sospensioni poi lavorano davvero bene e non si ha mail la sensazione di perdere il controllo, nemmeno nei passaggi più tecnici. 

Tutta nuova per il 2025

Sebbene sembri molto simile alla versione presentata nel 2023 questa Wild 2025 è stata totalmente rinnovata, a cominciare dalle corsa delle sospensioni ora da 170 mm su entrambe le ruote (volendo si può anche acquistare una versione con sospensioni d 150 mm per un utilizzo più All Mountain) e dal nuovo telaio, che in questa versione è completamente in carbonio, caratterizzato da geometrie che malgrado siano chiaramente votate alla discesa garantiscono un eccellente controllo anche in salita, come abbiamo constatato percorrendo alcune ripide mulattiere con gradini di legno e roccia. Volendo per avere ancora più maneggevolezza si può optare per la configurazione con ruota da 27.5 al posteriore, ma per assicurare il massimo delle prestazioni Orba ha preferito non affidarsi a un flip chip, bensì a un cinematismo specifico che può eventualmente essere acquistato a parte per poter trasformare la Wild in una mullet anche dopo averla acquistata.

L’orbea Wild è equipaggiata con il sistema Spin Block, che evita che lo sterzo possa rovinare il telaio in caso di caduta e prevede numerose protezioni in gomma non solo nella zona catena, ma anche nella culla inferiore del telaio e in corrispondenza del cinematismo inferiore. Inoltre, i foderi del carro sono protetti da un adesivo trasparente che preserva la verniciatura, eseguita con molta cura. Grazie all’instradamento dei cavi direttamente nello sterzo il manubrio in carbonio resta molto pulito e si apprezza la presenza di serie di un supporto con attacco Garmin integrato. La particolare conformazione del telaio ha permesso di adottare un reggisella telescopio OC Mountain Control  MC22 ad ampia escursione (fino a 230 mm, che diventano 240 se si opta per il Fox disponibile in opzione), con levetta di controllo Shimano.

Di seguito potete vedere le geometrie di questa Wild, che rispetto al modello precedente ha visto l’angolo di sterzo aprirsi di 0,5 gradi (ora 63,5°) per essere ancora più sicura ed efficace in discesa.

Oltre al telaio, un contributo fondamentale alle prestazioni, alla maneggevolezza e alla facilità di guida arriva dalle sospensioni, che su questa versione sono pregiate Fox Factory con trattamento Kashima per gli steli. All’anteriore troviamo una forcella da 38 Float Factory 170 Grip X2, mentre al posteriore un mono Float X2 Factory Trunnion con possibilità di blocco parziale. Peccato che essendo montato verticalmente in posizione rovesciata le regolazioni finiscano per essere posizionate in un punto decisamente scomodo; in particolare è praticamente impossibile raggiungere la levetta di blocco parziale del mono mentre si è in sella. Soprattutto in salita, o quando si pedala su asfalto, anche se non è possibile bloccarlo del tutto risulta comunque molto utile parzializzare la corsa, ma per farlo è meglio fermarsi un istante e agire in sicurezza sulla levetta.

A telaio e sospensioni sono abbinate ruote in alluminio Equo Mountain Control MC32 Team Power, studiate per supportare impieghi particolarmente gravosi, su cui sono montati dischi Galfer da 203 mm “morsi” da pinze a 4 pistoncini Shimano XT 8120. Sempre Shimano è il cambio, un XT a 12 velocità. Su questa versione alto di gamma avremmo visto bene un cambio elettronico, ma l’XT è comunque molto rapido e preciso nel funzionamento, anche quando capita di dover salire rapidamente di più rapporti.   

Docile e maneggevole anche grazie al nuovo motore Bosch

L’orbea Wild 2025 monta l’ultima versione del Bosch Perfomance Line CX, che fornisce sempre una coppia massima di 85 Nm, ma che è migliorato tantissimo soprattutto a livello silenziosità, fluidità di pedalata ed erogazione. Scordatevi la potenza un po’ brusca delle precedenti versioni, ora il motore Bosch segue molto più docilmente la cadenza e la richiesta di potenza del rider, che può controllare con più precisione ciò che viene trasmesso alle ruote. Il risultato è una bici con più trazione e maggiore controllo nei passaggi tecnici. Il tutto con una rumorosità davvero contenuta anche quando si utilizzano i livelli di potenza più elevati. È davvero piacevole giare nei boschi e sentire più il rumore delle foglie schiacciate dagli pneumatici che quello del motore. Durante la pedalata si percepisce unicamente un sottile sibilo molto contenuto (principalmente su asfalto in zone dove non ci sono altri rumori esterni), e anche in discesa non si avverte nessun rumore. Il trascinamento poi è davvero inavvertibile e per rendersene conto basta fa ruotare la corona all’indietro con le dita.

Le modalità di assistenza sono quelle che già conosciamo, tutte configurabili tramite l’App ufficiale Bosch, che a nostro avviso resta ancora poco intuitiva nel settaggio dei parametri. In ogni istante possiamo avere 4 modalità accessibili dal controller posizionato al manubrio, o direttamente dal piccolo display incastonato nel tubo superiore del telaio.

Peccato che la funzione che fornisce potenza per qualche istante quando smettiamo di pedalare, utile per superare di slancio un ostacolo, sia disponibile solo in modalità E-mtb e non sia personalizzabile. Avremmo gradito poterla sfruttare anche in modalità Turbo per superare ancora più facilmente ostacoli particolarmente impegnativi. Durante il test ci siamo resi conto che per il nostro stile di guida le impostazioni di default non erano ottimali per i percorsi tecnici che volevamo affrontare in salita e abbiamo deciso di aumentare le prestazioni della modalità E-mtb, che inizialmente sembrava fornire poca spinta nelle salite tecniche rispetto a quella impartita sui pedali.

Va però detto che il nuovo Bosh CX ci è sembrato senta ancora di più la cadenza di pedalata, fornendo poca spinta alle basse cadenze e aumentando progressivamente di intensità quando si pedala molto decisi o si spinge tanto sui pedali. Così facendo la bici è salita agilmente anche su sentieri in salita con tronchi messi di traverso o pietraie particolarmente ripide. Il video non rende molto perché sappiamo quanto le Action Cam schiaccino la prospettiva, ma vi posso assicurare che alcuni passaggi in salita e in discesa erano veramente ripidi.

Come accennato, la Wild di serie prevede solo il piccolo display Bosch integrato nel tubo superiore del telaio, che si limita a indicare il livello di carica e la modalità di assistenza impostata, e il controller a due tasti al manubrio, che gestisce anche la modalità Walk e l’eventuale accensione e spegnimento delle luci (non previste di serie). Volendo si può installare un computer della serie Kiox, oppure utilizzare direttamente l’App che funge anche da ciclocomputer, navigatore e registratore di percorsi. In questo caso viene molto comodo l’attacco Garmin previsto in corrispondenza dell’attacco manubrio.

Per quanto riguarda la batteria Orbea per questa Wild 2025 ha deciso di non utilizzare la nuova batteria Bosch da 800 Wh, che avrebbe comportato la produzione di un telaio più largo nella zona obliqua, ma di mantenere quella già esistente da 750 Wh. Come accennato in apertura, si può richiedere la bici anche con la batteria da 600 Wh risparmiando qualcosa sul prezzo di acquisto, abbassando il baricentro della bici e riducendo il peso di circa 1,5 Kg. Entrambe le batterie non sono rimovibili e devono essere caricate direttamente collegando il caricatore alla porta presente sul lato sinistro della bici, molto ben protetta da uno sportello con molla di richiamo che la tiene riparata da acqua e sporco. Volendo si può poi aggiungere il Powermore Bosch da 250 Wh che trova posta dove solitamente abbiamo il porta borraccia, che si collega direttamente sfruttando la presa di carica e che porta così la capacità massima fino a 1.000 Wh.

Alla guida

Appena si sale in sella la prima sensazione è che la Orbea Wild 2025 sia più leggera di quanto effettivamente dichiari la bilancia e fin dalle prime infonde subito tanta sicurezza e tanta maneggevolezza anche nello stretto, caratteristica che invita ad aumentare il ritmo senza mai avere la sensazione di perdere in sicurezza. Le sospensioni lavorano davvero bene e anche sui passaggi più critici non mettono mai in crisi il telaio. Sui terreni difficili la bici resta precisa e mantiene le traiettorie con grande facilità, anche se all’improvviso siamo costretti a scartare dalla linea ipotizzata e quando si affrontano ostacoli in sequenza. Sia l’avantreno che il carro assecondano la manovra correttiva e copiano molto bene il terreno. Tra l’altro telaio e manubrio in carbonio filtrano molto bene le sollecitazioni che arrivano al rider, rendendo ancora più piacevole l’utilizzo di questa Wild anche su lunghe percorrenze.

Ottima la scelta degli pneumatici Maxxis forniti per questa prova (di serie vengono montati i Minion su entrambi i cerchi), che assicurano sempre tanto grip anche senza scendere eccessivamente con la pressione, riducendo così il rischio di tagli e forature.  Anche nelle discese più ripide e strette, con sassi smossi e fango, la bici assicura un ottimo controllo e riesce a girare in poco spazio senza richiedere necessariamente tecniche di guida avanzate. Gli Shimano XT permettono di modulare molto bene la frenata e anche quando si sbaglia qualcosa e si arriva magari lunghi su un ostacolo la Wild resta sempre facile da controllare. Persino in presenza di rocce e radici la bici non diventa mai nervosa e il più delle volte il vero limite è il pilota che non “osa” affrontare gli ostacoli alla velocità che la Wild consentirebbe. Più la si lascia correre e più sembra trovarsi a proprio agio; appena il terreno lo consente prende subito velocità e regala un grande divertimento anche nelle sezioni con curve e controcurve, dove si apprezza davvero tanto la facilità con cui si riesce a indirizzare la bici con il corpo.

Conclusioni

La Wild 2025 mi è piaciuta davvero tanto, sia per le sue caratteristiche complessive sia per il feeling che è in grado di trasmettere aiutando il pilota di ogni livello a migliorare le proprie performance. Più il terreno si fa difficile e più si apprezza la facilità con sui si riesce a controllarla e anche in salita abbiamo trovato una bici molto performante con pochissima tendenza all’impennata involontaria.

Il prezzo di listino di 9.499 euro è alto in assoluto, ma purtroppo allineato a quello di molte dirette concorrenti full carbon con componentistica di pari livello. Tre i colori disponibili, ma utilizzando il configuratore ufficiale di Orbea non solo è possibile modificare molti componenti in fase di acquisto, ma anche richiedere una colorazione personalizzata per rendere ancora più unica la propria bici senza alcun costo aggiuntivo.

La riprova è la versione che vedete in foto, fatta proprio con il configuratore e che al momento dell’acquisto costava esattamente 9.499 euro.

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