
Sempre più motociclisti, vuoi per motivi economici, vuoi perché stufi di moto super potenti difficili da guidare e zeppe di elettronica, o più semplicemente perché vivono la moto in modo differente rispetto al passato, stanno tornato a modelli più semplici, meno costosi anche da mantenere e più facili da guidare. Moto che se la cavano bene in molteplici contesti, dai tragitti casa lavoro alle gite fuori porta e, perché no, anche nei viaggi a lungo raggio.
Tra le moto di media cilindrata presentate di recente troviamo la QJ SRT700 S, una crossover pensata proprio per soddisfare queste esigenze e che a fronte di un prezzo molto interessante offre componenti di qualità e una dotazione di serie davvero invidiabile. Si va dal cupolino regolabile in altezza a sella e manopole riscaldate, dai paramani al doppio cavalletto, dal display TFT a colori alle protezioni laterali, dal portapacchi con maniglie integrate per il passeggero all’impianto full led, per non parlare del tris di borse e bauletto in alluminio sempre compresi nel prezzo che da soli valgono oltre 1.000 euro. Di fatto una moto pronta ad affrontare qualsiasi situazione senza doverci spendere altri soldi.
Estetica semplice, ma personale
In linea con la filosofia della moto basata sulla semplicità l’estetica riprende i canoni classici della categoria ma, specie nella parte frontale, lo fa con una bella personalità. Nella vista frontale e di tre quarti a catturare l’attenzione sono infatti il doppio faro sovrapposto, le luci diurne e il cupolino che si può regolare in altezza senza attrezzi agendo su due rondelle. Non sarà una soluzione raffinatissima, ma vi assicuriamo che è molto pratica perché si può variare l’altezza dal cupolino, ovviamente da fermi, in pochi secondi.

Anche i paramani di serie contribuiscono a dare importanza al frontale, mentre la vista laterale restituisce immediatamente l’idea di una guida rilassata e un senso di comodità. La sella del pilota è molto bassa da terra per permettere a chiunque di toccare facilmente con entrambi i piedi e quella del passeggero, sebbene in posizione molto più rialzata, è altrettanto comoda.

Lo sviluppo della moto è molto orizzontale, con il portapacchi che forma quasi una linea con la parte superiore del serbatoio. Bello lo scarico, al pari delle pedane del passeggero che possono essere rimosse per la guida in solitaria.




Anche il forcellone in alluminio è curato e sotto al motore troviamo una piccola protezione (che però non ripara i collettori) utile se decidiamo di affrontare qualche tratto in fuoristrada. A dispetto dei cerci stradali la QJ SRT700 S ha infatti un’impostazione che permette di affrontare facilmente qualche strada sterrata e una protezione dai sassi fa sempre comodo. Se poi volete osare qualcosa in più c’è la versione SX, con ruote a raggi, cerchio da 19” all’anteriore, gomme dedicate e una maggiore escursione al posteriore. Complessivamente la moto è semplice ma assemblata bene e solo alcuni dettagli secondari, come alcuni fili elettrici non protetti da un’ulteriore guaina, avrebbero richiesto una maggiore cura. Per contro altri dettagli, anche più nascosti, sono fatti davvero bene. Basta osservare il pomello per rimuovere la sella del pilota o la presenza di pedane passeggero imbullonate per poterle rimuovere. Anche il cavalletto centrale è fatto bene e a dispetto del peso la moto può essere issata facilmente.
Motore e ciclistica
Questa QJ SRT700 S nasce sulla medesima base della Benelli TRK702, con cui condivide il motore DOHC bicilindrico in linea da 698 cc e 70 cv a 8.000 giri, con una coppia massima di 67 Nm a 6.000 giri. Un motore sufficiente per fare tutto e molto dolce nell’erogazione, a tutto vantaggio della facilità di guida.


Anche il cambio a 6 marce e la frizione a cavo, dotata di sistema antisaltellamento, sono morbidissimi da azionare e l’unico appunto che ci sentiamo di fare è alla leva del cambio, forse un po’ troppo aperta e lunga nella corsa. Basta però farci l’abitudine e dopo qualche chilometro il piede va a posizionarsi naturalmente nel punto giusto. L’elettronica si limita all’ABS Bosch, mentre sono assenti componenti come ride by wire, mappature e controllo della trazione. Date le caratteristiche del motore però non se ne sente così tanto la mancanza.

Il telaio in acciaio è abbinato a un forcellone in alluminio e a un reparto sospensioni che prevede forcella Marzocchi a steli rovesciati regolabile in compressione e precarico con escursione di 140 mm. L’ammortizzatore posteriore è invece marchiato QJ ed è anch’esso regolabile in compressione e precarico; peccato non sia presente il pomello di regolazione rapida. L’impianto frenante è marchiato Brembo e agisce su due dischi da 320 mm all’anteriore e su uno da 260 mm al posteriore. Non è particolarmente aggressivo, specie nella fase di attacco, ma assicura una frenata molto progressiva e in linea con le prestazioni della moto.

I cerchi sono in lega da 17” e montano pneumatici Pirelli Gran turismo da 120/70 e 160/60. L’SRT700 SX, più votata al fuoristrada, dispone invece di cerchi a raggi tubeless da 19” all’anteriore e 17” al posteriore e calza pneumatici più adatti al fuoristrada nelle misure 110/80 e 150/60.
Alla guida
Alla guida la posizione è quella tipica della moto con la sella del pilota molto bassa da terra (appena 795 mm, che diventano 825 sulla SX), ovvero un po’ infossata. Ci si sente dentro alla moto e questo regala indubbiamente una grande confidenza, tanto che il peso dichiarato di 218 Kg a secco sembra più di quello effettivamente percepito mentre si è alla guida.


I comandi sui blocchetti retroilluminati (non lo sono però i i singoli tasti) sono tutti posizionati correttamente e durante la guida si apprezza non solo il quadro strumenti TFT a colori da 7 pollici, ma anche la possibilità di regolare la distanza dalle manopole sia della leva del freno sia di quella della frizione, di adattare il parabrezza in base alla propria altezza, la presenza dei paramani e la comodità della sella.

Chi poi deciderà di usare la moto anche nei periodi più freddi non potrà che apprezzare la presenza di serie di manopole e sella del pilota riscaldate. Comoda anche la doppia presa USB posizionata vicino al quadro strumenti, mentre manca sopra al cruscotto una barra per agganciare navigatori e telefoni.

A dispetto del grande display la strumentazione è molto semplice. Il computer di bordo offre solo le informazioni essenziali, ovvero chilometraggio totale e 2 parziali, in compenso troviamo di serie l’indicatore della temperatura e della pressione degli pneumatici, riportati costantemente negli angoli in basso. La grafica ci sembra un po’ “datata” a livello di look&feel, però tutte le informazioni sono ben leggibili anche grazie al sensore crepuscolare che cambia automaticamente i colori in base alle condizioni ambientali.

Oltre alla pressione delle gomme e ai dati del computer di bordo il display ci mostra sempre la temperatura dell’acqua, il contagiri, il tachimetro, il livello del carburante e la marcia inserita. Le spie di servizio appaiono nella parte in alto. Il display vanta anche la connessione Bluetooth per gestire le chiamate e la musica, nonché la possibilità di avere il navigatore a schermo intero con la cartografia tramite l’app Carbit da installare sul telefono. Avremmo preferito Adroid Auto o l’integrazione nativa di Google, ma è già più di quello che offrono molte moto che costano 3 volte tanto.
Su strada un aggettivo davvero centrato è “facile”. Il motore sale in modo molto progressivo e non mette mai in difficolta, Sopra i 4.000 giri sa anche far divertire, ma chiaramente non è pensato espressamente per chi vuole andare forte. È ideale per chi si avvicina per la prima volta a una moto di media cilindrata e per chi vuole godersi i viaggi senza dover restare sempre concentrato sulla guida o sul dosare la manopola del gas.


Il comportamento della moto è sempre prevedibile e a livello ciclistico tutto funziona molto bene in relazione alla tipologia di moto. La possibilità poi di regolare le sospensioni permette di passare da una configurazione più confortevole a una più sportiva assecondando così le esigenze e i gusti del pilota.

In autostrada, a parte qualche vibrazione che raggiunge gambe e braccia si viaggia bene, con il cupolino e i paramani che proteggono dall’aria e una seduta che permette di macinare tanti chilometri senza sentire la necessità di una sosta.

Tra l’altro il serbatoio da 19,5 litri e i consumi contenuti (si fanno tranquillamente oltre 20 km con un litro) permettono davvero di percorrere molta strada senza doversi fermare alla pompa di benzina.
Conclusioni
La QJ SRT700 S è davvero una crossover adatta a tutti, facile da guidare grazie alla ciclistica e alle caratteristiche del suo bicilindrico, ma sufficientemente potente per divertire e consentire anche lunghi viaggi in coppia. Disponibile in due differenti colorazioni (Rosso e Nero), la SRT700S è proposta a 7.250 euro. Considerando la componentistica e gli accessori forniti di serie è davvero difficile pretendere di più. Per la versione SX la differenza di prezzo è di 340 euro.
Scheda tecnica
Motore | 2 cilindri in linea / 4 tempi / raffreddato a liquido |
Distribuzione | DOHC |
Numero valvole per cilindro | 4 valvole |
Potenza massima | 51,4 kW / 8000 giri/min |
Cilindrata | 698 cc |
Coppia massima | 67,0 Nm / 6000 giri/min |
Velocità massima | 190 km/h |
Tipo di albero motore | 180° |
Albero di bilanciamento | sì |
Rapporto di compressione | 11,6:1 |
Cambio | 6 marce |
Frizione antisaltellamento STM | Multidisco in bagno d’olio |
Telaio | Traliccio in acciaio |
Forcellone posteriore | Alluminio |
Sospensione anteriore | Forcella telescopica rovesciata |
Marca | Marzocchi |
Diametro | Ø 43 mm |
Escursione | 140 mm |
Regolazione precarico | sì |
Regolazione ritorno | sì |
Sospensione posteriore | Monoammortizzatore idraulico |
Marca | QJ |
Escursione | 44,5 mm |
Regolazione precarico | sì |
Regolazione ritorno | sì |
Ruota anteriore | 120/70-17 |
Ruota posteriore | 160/60-17 |
Ruote e cerchi | Lega |
Pneumatici tubeless | sì |
Sensori pressione gomme | sì |
Freno anteriore | Brembo |
Pompa radiale | sì |
Pinze radiali | sì |
Pistoncini pinza | 4 |
Numero dischi | 2 |
Diametro dischi | Ø 320 mm |
Freno posteriore | Brembo |
Pinza radiale | no |
Pistoncini pinza | 1 |
Diametro disco | Ø 260 mm |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 2.200 mm |
Larghezza | 925 mm |
Altezza | 1.390 mm |
Angolo sterzo | 35° |
Interasse | 1.510 mm |
Altezza sella | 795 mm |
Luce a terra minima | 190 mm |
Peso a secco | 218 kg |
Peso in ordine di marcia | 238 kg |
Capacità serbatoio | 19,5 L |
Dotazione di serie | |
Display | TFT da 7” |
Connettività BT | Sì |
Mirroring | Sì |
Comandi retroilluminati | Sì |
Porta USB | Sì |
Manopole riscaldate | Sì |
Sella passeggero riscaldata | Sì |
Cavalletto centrale | Sì |
Barre paramotore | Sì |
Paramani | Sì |
Parabrezza regolabile in altezza | Sì |
Portapacchi in alluminio | Sì |
Kit di Borse | Sì, 2 valige e bauletto in alluminio |
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