Vervemoto Classic S 250i

Inutile negarlo, dopo anni di moto super potenti e iper tecnologiche c’è un progressivo ritorno alla semplicità; vuoi per una situazione economica che non aiuta ad alimentare le passioni, vuoi perché molte persone si sono stancate di guidare moto impegnative, pesanti, che consumano più di un’auto e con cui si rischiano punti della patente a ogni minima apertura del gas.

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Vervemoto nasce dal desiderio di concepire moto classiche dal costo contenuto, in grado di gratificare l’utente non tanto in termini di prestazioni pure, quanto nel “gusto” di salire in sella e vivere la moto senza fretta, assaporando luoghi, odori e sapori come solo le due ruote sanno regalare. Senza pensare a mappature, controlli di trazione o cruscotti sempre più complicati. Un manubrio, un motore di piccola cilindrata dai consumi irrisori, una ciclistica semplice e maneggevole, due belle gomme e poco altro. Una filosofia che spopola in Asia, in particolare in Indonesia, dove Vervemoto nasce grazie ad alcuni talenti provenienti da Italia, Olanda, Stati Uniti e Australia, ognuno con il proprio bagaglio tecnico e artistico. Da subito l’azienda guarda alle customizzazioni  e diventa il punto di riferimento per chi è alla ricerca di una moto unica partendo dalle basi più diverse, in particolare da moto di piccola cilindrata, che vengono riportate allo stile ’60 e ’70 con linee pulite e semplici.  Café racer, tracker, vintage enduro entrano nel portfolio dell’azienda, che dopo tre anni si trasferisce in Italia con un team tutto Made in Italy per produrre motociclette in serie nelle quali mettere a frutto l’esperienza maturata. Prodotti caratterizzati da design, facilità di guida e costo contenuto.  La ricerca e sviluppo e la produzione stessa (realizzata in Cina) vengono supervisionate accuratamente dal team italiano, che assicura l’esecuzione degli standard qualitativi richiesti.

La Classic S 250i Euro 4 rappresenta un ottimo esempio della filosofia di Vervemoto, coniugando un look retrò a una grande agilità che la rende perfetta nei percorsi cittadini.

Stile minimal ma non banale

Durante il test più di una persona (soprattutto over 40) mi ha fermato chiedendomi di che anno era la moto, segno evidente che i design hanno fatto centro proponendo una moto essenziale in cui colpisce la vista d’insieme più che il singolo elemento. Del resto volendo contenere il prezzo non ci sono componenti pregiati e anche qualche finitura migliorabile (soprattutto per quanto riguarda qualche elemento del cablaggio elettrico) passa in secondo piano. Quello che si apprezza è la bella raccordatura tra sella, serbatoio e fianchetti, i parafanghi che sembrano già passati da un preparatore e i particolari cerchi a raggi da 18 pollici al posto dei tradizionali da 17, che le regalano un bel tocco scrambler.

Strumentazione Verve

Strumentazione e faro riprendono le forme old style ma sono moderni. Il faro in particolare, oltre a essere full led, rappresenta un pregiato elemento di design. Anche la strumentazione fa la sua figura; un solo strumento circolare in cui è racchiuso tutto ciò che occorre, compreso l’indicatore graduato del carburante e quello di cambio marcia.

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Piacevole, anche se molto semplice, il terminale di scarico nero opaco e piacevole risulta anche il piccolo faro tondo posteriore a sbalzo. Ovviamente non potevano mancare i doppi ammortizzatori posteriori, così come i soffietti sulla forcella. Non cercate sofisticate regolazioni, tanto non ne troverete e del resto non servono visto che le sospensioni svolgono bene il loro compito in relazione al peso esiguo della moto (132 Kg) e alle prestazioni contenute.

Motore semplice e poco assetato

Il monocilindrico a iniezione elettronica Euro 4 raffreddato ad aria di 223 cc. offre una potenza di 19 Cv. Ridicola in relazione alle potenze 10 volte superiori delle moderne superbike, ma più che sufficiente a muoversi agevolmente nel traffico e anche per affrontare qualche gita fuori porta. Sicuramente Vervemoto ha prediletto i percorsi cittadini, infatti la rapportatura è cortissima (fin troppo a nostro avviso, quasi da motoalpinismo), il che se da un lato rende la moto estremamente pronta dall’altro penalizza parecchio i trasferimenti extraurbani, con il motore che già a 80 Km/h sale molto di giri innescando notevoli vibrazioni. Sicuramente in questo non aiuta la mancanza della sesta marcia, che più di una volta abbiamo cercato proprio nel tentativo di attestare la velocità di crociera su regimi di giri meno elevati. Diciamo che se si vuole fare una gita è meglio godersi il paesaggio su strade secondarie, anche sterrate o accidentate visto che la moto si guida benissimo anche in presenza di fango e terra.  Merito del peso piuma e della facilità con cui si riesce a controllare la moto in ogni condizione. L’Abs di serie, ben tarato, non può essere disinserito ma l’impianto frenante con singolo disco sia all’anteriore sia al posteriore si può modulare bene. Il cambio è abbastanza preciso e rapido negli innesti, mentre la frizione è decisamente dura in relazione alla cilindrata.

Classi S 250

Il telaio è un semplice tubolare in acciaio e grazie alle dimensioni contenute la moto è agilissima, pur mantenendo una buona stabilità quando scende in piega. Sulle prime disarma per la reattività, ma poco dopo ci si fa l’abitudine e si comincia ad apprezzare la facilità con cui la si inserisce ovunque. Gli pneumatici da 18 pollici  assicurano un buon appoggio e anche usandola sotto la pioggia battente (e ne abbiamo presa tanta durante il test) la Classic S 250i regala molta confidenza.

A favore della moto non possiamo non segnalare i consumi veramente irrisori, che abbinati alla buona capienza del serbatoio permettono di affrontare, con la dovuta tranquillità anche viaggi molto lunghi senza l’assillo di trovare un distributore.

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Conclusioni

La Vervemoto Classic S 250i è una moto piacevole già di serie, ma che lo può diventare ancora di più grazie alla facilità con cui è possibile personalizzarla (cupolini, tabelle portanumero, bande adesive, ecc.). Il prezzo di 3.590 euro è inferiore a quello di molti scooter di pari cilindrata e le dimensioni contenute la rendono perfetta anche per il pubblico femminile, o per chi si avvicina per la prima volta a una vera moto. Qualche finitura è migliorabile, ma durante il lungo test non abbiamo riscontrato alcun problema. Unico fastidio una vibrazione dovuta al fatto che la targa, essendo fissata solo nella parte superiore , in presenza di forti sconnessioni sbatte contro il supporto nella parte inferiore. Niente che non si possa risolvere con pochi euro e che molto probabilmente ha già risolto Vervemoto visto che la moto in prova montava una targa tedesca, che probabilmente differisce nel montaggio da quella italiana.

Scheda tecnica

Motore Monocilindrico, 4 tempi raffreddato ad aria
Cilindrata 223.00 cc
Potenza massima 13 Kw (19 CV)
Coppia massima 17 Nm
Iniezione Iniezione elettronica Delphi
Trasmissione 5 rapporti
Avviamento Elettrico
Distribuzione Catena
Sospensione anteriore Forcella telescopica
Sospensione posteriore Doppio ammortizzatore
Freno anteriore Disco
Freno posteriore Disco
Sistema frenante ABS
Cerchio/Gomma anteriore 3.50-18
Cerchio/Gomma posteriore 4.00-18
Lunghezza totale 2000 mm
Larghezza totale 800 mm
Altezza totale 1070 mm
Altezza sella 780 mm
Peso totale 132 kg
Capacità serbatoio 12L + 0.5L

3 commenti

  1. Giorgio. Articolo accattivante ma per quella che è la mia esperienza purtroppo devo dire MAI PIU’ UNA VERVE MOTO. Ho comprato una 250 Classic nel 2019 ed ho avuto solo problemi. E l’assistenza lascia molto a desiderare. Ho scritto a VERVE MOTO più di una volta per un contatto ma purtroppo nessuna risposta per cui ….

    Pietro

    • So che alcune moto hanno dato problemi e per risolvere le problematiche dovresti rivolgerti direttamente alla concessionaria dove l’hai acquistata. Anche perché è ancora in garanzia. Noi l’abbiamo utilizzata a fondo durante il test e non abbiamo riscontrato problemi, ma chiaramente abbiamo fatto meno di 1000 Km.

  2. La mia esperienza con Verve è con una Tracker 250. Poco prima del primo tagliando – 1.000 km- la moto non parte, poi dopo diversi tentativi vá. La porto per il tagliando (non gratuito), non faccio nemmeno 200 km che si stacca il terminale della marmitta, in tangenziale! Verve dice “impossibile”, il concessionario idem e io devo pagare un terminale nuovo. Faccio altri 200 km e la moto si ferma. Verve dice di portarla dal concessionario (se non altro non devo pagare). Qui me la restituiscono dopo due giorni dicendo che non ha nulla. Nemmeno 100 km e capita di nuovo. In entrambi i casi sono lontano da casa. Di nuovo trasportata dal concessionario, di nuovo mi sento dire che non ha nulla.
    La moto era esteticamente accattivante, ma i cablaggi penosi, l’assistenza Verve (leggasi concessionario ufficiale) non sapeva dirmi perché la moto si fermasse, l’azienda non si pronunciava. Risultato, messa a punto dal mio meccanico storico e venduta. Verve, mai più.

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