
MotoGP Qatar
Si ricomincia dal duello che ha caratterizzato la scorsa stagione. Marc Marquez vs Andrea Dovizioso.
Questa volta però c’è qualcosa di diverso: I due avversari hanno più consapevolezza l’uno dell’altro, si conoscono meglio, hanno gia battagliato. I due hanno ovviamente lo stesso obiettivo, ma lo approcciano in due modi che oserei dire opposti. Marquez è talento e istinto, Dovi è lavoro e lucidità. Questo confronto mi ricorda il dualismo Hamilton-Rosberg, per fare un parallelismo con il mondo F1.
Marquez e Dovizioso sono arrivati per l’ennesima volta a giocarsi la vittoria all’ultima curva. L’ennesimo attacco finale, l’ennesimo incrocio di traiettorie. Analogamente ai GP di Austria e Giappone dello scorso anno, è stato Dovizioso ad emergere vincitore per appena +0.027 e conquista la tanto agognata vittoria in Qatar (dopo tre secondi posti consecutivi).
Il secondo posto di Marquez è un risultato di sostanza. Storicamente non è mai sbocciato l’amore tra Marquez e il Qatar (nè tra Honda e Qatar), ma un secondo posto conquistato in questo modo deve spaventare gli avversari. Marquez e Honda hanno risposto “presente” all’appello. Tesi confermata anche dai risultati di Crutchlow (4°) e Pedrosa (7°), entrambi nel nutrito gruppo di piloti in lotta per la vittoria fino alla fine.
Al terzo posto staccato di +0.797 troviamo un sempreverde Valentino Rossi fresco di rinnovo di contratto fino al 2020. Con le condizioni climatiche e di asfalto trovate in Qatar, Rossi è riuscito a trovare la quadra per far funzionare la sua Yamaha che, come risaputo, dall’anno scorso patisce problemi in accelerazione e di degrado gomme. Yamaha sembra avere lavorato bene nell’inverno soprattutto nell’area della ciclistica, ma manca ancora uno step a livello di elettronica per impensierire seriamente Honda e Ducati.
Gara a due facce per Maverick Vinales. Lo spagnolo di Figueres era reduce da una qualifica deludente che lo ha portato a stravolgere totalmente l’assetto della moto. Dopo un avvio di gara stentato è riuscito a trovare costanza e velocità fino a riacciuffare il gruppo di testa e concludendo sesto al traguardo. Analogamente a Vinales, anche per il poleman (e recordman) Johann Zarco è stata una gara a due facce: Il francese è schizzato in testa e ha mantenuto la leadership per 17 giri, dopodichè le sue gomme hanno alzato bandiera bianca ed è stato rapidamente risucchiato nel gruppo fino a concludere 8°.
A precedere Vinales sul traguardo è Danilo Petrucci sulla Ducati GP18 del team Pramac. Il ternano è stato per buona parte della gara nelle posizioni che contano, salvo poi perdere contatto dai primissimi per via del degrado dello pneumatico morbido anteriore.
Completano la top10 Iannone (Suzuki) e Miller (Ducati Pramac).
Buona prestazione per il debuttante Franco Morbidelli (Honda MarcVdS), che con il suo 12° posto si guadagna il titolo di miglior rookie di giornata.
Gara e weekend deludenti per Jorge Lorenzo, caduto per dei problemi tecnici. Prima dell’inconveniente il maiorchino militava ai margini della top10. Gara deludente anche per KTM e Aprilia, con tutti i rispettivi piloti fuori dalla zona punti. Bene invece il neoacquisto Tech3 Hafiz Syahrin, che con il suo 14° posto incassa due punticini mondiali.
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