Indian Roadmaster m.y. 2016

Abbiamo provato per voi la Indian Roadmaster, modello di punta Touring della prima storica azienda americana di motociclette, ci ha portato in giro per i nostri bellissimi paesaggi lombardi, coccolati da musica e comfort dal primo all’ultimo chilometro.

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Per chi non è attento…

…al primo sguardo potrebbe confonderla, lo stile è conosciuto, ma non fate l’errore di molti appassionati superficiali, è una Indian, con logo e caratteristiche precise, può assomigliare ma non è una moto uscita dalle fabbriche di Milwakee. La indian Motorcycle, dopo l’acquisizione del 2011 da parte di POLARIS, trasferisce la produzione a Spirit Lake in IOWA, mentre il centro studi e progettazione a Wyoming nel MINNESOTA. Altro aspetto simile è il motore, sia per cilindrata che per numero di cilindri, ricalca lo standard americano per questa tipologia di moto, cromato e scintillante tanto da non poter essere nascosto da alcun elemento della carena.
Infine la sua grande carenatura, le borse rigide e bauletto, oltre a una sella spaziosa e comoda, permettono di capire bene la sua declinazione assolutamente turistica senza compromessi.

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I primi chilometri…

…appena seduto trovo la seduta molto bassa, soli 67,3cm da terra, così da poter appoggiare bene entrambe i piedi per le manovre da fermo, il peso di 408kg a secco richiede più equilibrio che forza. La Roadmaster si accende senza chiave premendo il bottone sul serbatoio, ricordandosi di tenere a portata di tasca il suo transponder, sul quadro troviamo in analogico contagiri, tachimetro e livello carburante. non mancano tutte le spie di uso comune, abbaglianti, neutral, frecce, ab (oramai è un must) e un piccolo display digitale centrale dove si possono visualizzare altre informazioni, tra le quali la stazione radio in uso, l’autonomia residua, il contakm (parziali o totale), temperatura esterna e orario. Sul manubrio sono presenti a sinistra i comandi frecce, fari, clacson e una piccola console con levetta per gestire la radio, mentre a destra il cruise control e l’on off del motore.. Interessanti i bottoni sul serbatoio per aprire chiudere le borse, la temperatura delle manopole riscaldate e quelli a fianco della sella per il suo riscaldamento.

Ci siamo dilungati troppo su tutta questa elettronica, accendiamo il potente V-Twin 49° di inclinazione innestiamo la prima e la Roadmaster si avvia dolcemente perdendo gran parte del suo peso da fermo, e guadagnando un’agilità che ci sorprende. Il motore è generoso, pulsa ai bassissimi ma già poco dopo i 1200 è armonioso e molto presente e lineare.

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Comincia il viaggio…

…e ci se sente comodi, con la sensazione di avere tutto sotto controllo e gestibile, il manubrio offre una presa ampia e riparata, insieme al parabrezza elettrico, la carena protegge e permette con deflettori manuali nella zona gambe di essere più aperta. La radio davvero potente, aumenta il volume con l’andatura coprendo il sound del motore Thunder-Stroke, basta premere un attimo il mute per sentire la colonna sonora del doppio scarico. Non percepiamo vibrazioni, a meno che non si va alla ricerca di una prestazione esagerata del motore, le grandi pedane sono ben isolate così come il manubrio.

Cercando un difetto, possiamo dire che manca il navigatore, soprattutto per un modello di questa fascia e uso.

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Curvando il colosso…

…l’ottimo setup delle sospensioni mai troppo morbide, con una forcella da 46mm abbinata al singolo ammortizzatore posteriore ad aria regolabile, garantiscono precisione e maneggevolezza. La prova del nove l’abbiamo nella gestione dei tornanti più impegnativi, da affrontare con un moto lunga 2656cm con circa 500kg di peso (senza passeggero), dove il grande angolo di sterzo e la luce a terra sono gli unici strumenti per gestire tutto il suo peso in curva.

Sulle strade più scorrevoli, dove si affrontano curve ampie e rapide, la moto arriva alla fatidica “grattata” delle pedane, ricordandoci subito di tenerla più dritta di quanto potrebbe essere la nostra abitudine, limitandone quindi la potenzialità, ma mantenendo uno standard di sicurezza elevatissimo.

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Reparto Freni

Davanti è fornita di una coppia di dischi da 300mm a quattro pistoncini con abs indipendente dal canale posteriore, dove troviamo un solo disco da 280m a due pistoncini sempre con abs. Potente quanto basta per frenare la Roadmaster, dovrete fare sempre i conti con un colosso e non potete pretendere di fare stoppies, l’antibloccaggio entra in azione proprio in caso di estrema necessità, risultando sempre poco invasivo.

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Il motore

Come detto si tratta del V-Twin con angolo di 49° Thunder Stroke da 111 Pollici cubici, che per noi sono 1811 cm3, con una coppia di 138,9 Nm di coppia a 2600 Giri, in pratica abbiamo già a poco più di 1000 giri tutto quello che serve per muoversi. Raffreddato ad aria ha tutti i pregi e i difetti di questo tipo di motore, in città è davvero calda la situazione da gestire, molto meglio andare in tratti al di fuori del traffico. Interessante l’autonomia e il consumo di carburante, si scontra con un serbatoio si soli 20 litri, che troviamo un po’ piccolo per la sua tipologia, 10 litri in più garantirebbero percorrenze intono ai 500 km. Abbiamo trovato un po’ scomode le barre para-valige, in situazioni di manovra toccano troppo facilmente le gambe, e il cavalletto molto avanzato ostico da raggiungere anche per me che sono alto 177cm.

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Cosa mi porto dietro?

Spesso è la domanda che un moto-turista si fa per gestire al meglio gli oggetti da caricare sulla maggior parte delle moto, scordatevelo! Con una capacità di 143 litri di carico non ci sono grossi problemi. Nel bauletto ci stanno comodi due integrali e non solo. Le valige rigide laterali danno altro spazio e il tutto è sotto serratura elettrica, restano piccoli vani di utilizzo durante il viaggio nella carena in basso frontale, e sotto il cruscotto, dove c’è la sacca impermeabile per il telefono e il collegamento USB. Avrete anche un portapacchi dove legare altro ancora per essere sicuri di non dimenticare nulla.

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Conclusioni finali

Molto ben realizzata e curata. Ogni dettaglio è preciso e ben fatto, arrivando ad offrire di serie delle ottime rifiniture e dettagli non da poco, come la sella con cuciture a intreccio a rombi. Indian offre una discreta gamma di accessori, per arricchire un modello già molto completo, la Roadmaster resta un po’ più spartana rispetto la concorrenza, che utilizza sistemi infotainment più completi. Personalmente avrei apprezzato di serie un bilanciere al cambio, ottimo il reparto luce, con grande faro LED e due fari supplementari, sempre a LED, per garantire un ottima visibilità.

LA India ROADMASTER M.Y. 2016 è disponibile in cinque colorazioni :

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Thunder Black o Blue Diamond a 29.900 Euro
Steel Gray – Black, Blu- Ivory Cream (quella da noi provata) e Red – Ivory Cream  a 30.990 Euro
Il marchio Indian è distribuito dalla Egimotors Srl.

Informazioni su Gianluca Villa 816 articoli
Responsabile Informatico, da anni segue con passione gli sport motoristici Motociclista appassionato fin da giovane, ha accumulato oltre 30 anni di esperienza nella guida delle due ruote, con e senza motore. Dopo una collaborazione iniziale con Motocorse.com è parte integrante del progetto wheelsmag.it. Inizialmente dedito alla guida enduro, si è specializzato nel gestire moto più stradali, colpa della residenza al vicinissimo circuito di Monza. Risiede nell'alta Brianza dove è facile trovarlo in giro sia in bici che in moto tra le colline e il lago di Como. Ha un occhio di riguardo verso la sicurezza stradale soprattutto espressa dagli accessori e dall'abbigliamento.

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