La rinascita di Jorge Lorenzo – L’Analisi

PHILLIP ISLAND, AUSTRALIA - FEBRUARY 15: Jorge Lorenzo of Spain and the Ductati Team rides during 2017 MotoGP pre-season testing at Phillip Island Grand Prix Circuit on February 15, 2017 in Phillip Island, Australia. (Photo by Robert Cianflone/Getty Images)

E’ il caso di associare le parole “rinascita” e “sorpresa” ad Jorge Lorenzo? Sì, perchè dopo le prime tre gare della stagione MotoGP 2017, il maiorchino sembrava essere sprofondato nella ormai “tipica” crisi da Ducati e i segnali di ripresa stentavano ad arrivare. Nel weekend di Jerez però è cambiato qualcosa e Lorenzo ha rispolverato la classe del campione, portando la Desmosedici sul podio contro ogni pronostico e su una pista che è agli antipodi con le caratteristiche della GP17.

Analizziamo le cause di questo risultato.

Lorenzo Win Yamaha
Sulla Yamaha M1 sono arrivate 44 vittorie

Prima di arrivare a Jerez 2017, bisogna contestualizzare la situazione. Jorge Lorenzo è in MotoGP dal 2008 e da allora ha sempre guidato la Yamaha M1, conquistando tre titoli mondiali e collezionando 44 vittorie, 107 podi e 39 pole position, quindi se i numeri parlano chiaro, il ragazzo sa guidare. Finora, però, Jorge ha sempre guidato in un solo modo, cioè quello richiesto dalla M1, che ha nella velocità di percorrenza e nel grip meccanico al posteriore i suoi punti di forza. Lorenzo ha fatto della velocità di percorrenza e delle traiettorie tonde e “pennellate” il suo marchio. Inoltre la M1 non richiedeva delle staccate folli (nello stile di Jorge perlomeno), ma poteva essere accompagnata fino a centro curva con i freni “in mano”. La dolcezza delle linee e la fluidità del mezzo in inserimento non richiedevano un particolare uso del freno posteriore.

Jorge alla fine del 2016 ha deciso di passare in Ducati e raccogliere la sfida, ma fin dai primi test a Valencia, si può parlare di vera e propria doccia fredda. I tempi non arrivano, il feeling sulla moto non c’è e lo stile di guida del maiorchino non funziona. La Ducati soffre di sottosterzo cronico (come anche confermato dal più esperto Dovizioso) e Lorenzo non riesce a fare le linee tonde e precise a cui era abituato. In Ducati però c’è pressione per avere dei risultati, tanto che il team al momento della presentazione ha parlato di “lottare per il titolo”, quindi la prima strada intrapresa da Jorge Lorenzo è stata cercare di rendere la Ducati più simile alla sua vecchia Yamaha per riavere quelle sensazioni che gli permettono di guidare al 100%. Questo metodo però difficilmente funziona (come visto in passato con i fallimenti di molti piloti sul mezzo di Borgo Panigale), e infatti nelle prime gare della stagione il metodo non funziona.

Lorenzo Ducati 1
Dei test invernali e una prima fase di stagione difficile

In Qatar Lorenzo taglia il traguardo in 11° posizione a 20″ dal vincitore (Vinales) e dunque anche dal compagno di squadra Dovizioso (secondo a +0.4s). La gara seguente in Argentina è ancora peggio. Mai un piazzamento nella top10 e una caduta alla prima curva che lo estromette subito dalla gara. E’ dopo il GP di Argentina che Jorge Lorenzo comincia a capire che è fondamentale che lui si adatti alla moto, assumendo caratteristiche di guida specifiche per la Ducati e che deve “abbandonare” le sensazioni che gli dava la sua Yamaha M1. Ad Austin, nel GP successivo, viene modificata la posizione di guida, grazie ad una sella più alta e Lorenzo comincia ad avere più feeling, come dimostrato dal 6° posto in qualifica e da un avvio di gara nelle prime posizioni.

Arriviamo quindi al weekend di Jerez. Cosa è cambiato? 

Lorenzo ha cominciato a usare il freno posteriore per avere più stabilità in fase di frenata e ingresso curva. Con la Ducati non si può entrare in curva con i freni in mano, altrimenti o non si chiude la traiettoria della curva oppure si cade. Con Ducati bisogna svolgere la fase di frenata prima dell’ingresso in curva. Solo dopo si può “sbattere” la moto dentro la curva, aiutandola con il freno posteriore per mantenere la stabilità. Jorge si è fatto installare il freno posteriore a pollice sul manubrio (come gia sperimentato da Dovizioso) e a Jerez i risultati sono inconfutabili: Jorge Lorenzo ha fatto decisamente un passo avanti. Costantemente nei primi 5 in ogni turno di prove (eccezion fatta per la qualifica, 8°), passo di gara al livello dei migliori, sicurezza in staccata e sorpassi aggressivi e decisi. Certo, c’è da considerare la dèbacle del team Yamaha ufficiale, però sta di fatto che Lorenzo ha dato un forte segnale di reazione ed è stato abile a sfruttare i punti di forza della Ducati e a scegliere la gomma media per domare al meglio l’asfalto particolare di Jerez.

Una rondine non fa primavera, ma il weekend positivo di Jerez fa decisamente ben sperare per il futuro. La prossima gara è a LeMans, pista dove storicamente sia Jorge Lorenzo che Ducati sono andati spesso molto forte, quindi perchè non bissare la prestazione a Jerez?

Lorenzo Podium

 

 

Informazioni su Luca Golfrè Andreasi 73 articoli
Studente universitario di 22 anni, appassionato di corse, musica e videogiochi da praticamente sempre. Seguo le gare di MotoGP, SuperBike e Formula1 dal 2002 e collaboro con WHEELSMag.it da maggio 2016, concentrandomi principalmente sulle corse del motomondiale e di SBK.

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