Yamaha Wabash RT: la e-gravel per tutti

Non tutti sanno che Yamaha ha avviato la prima produzione di e-bike oltre 30 anni fa, producendo motori per bici a pedalata assistita per il mercato giapponese. Ecco perché alla sua prima apparizione sul mercato europeo e mondiale si è subito presentata con motori altamente tecnologici e performanti, non a caso adottati da numerosi brand di fama mondiale. Presentando la propria gamma di biciclette Yamaha non solo ha fatto un ulteriore passo avanti, ma ha anche avvicinato sempre di più il mondo bici a quello moto vendendo e garantendo assistenza sui propri prodotti attraverso una rete di concessionarie ufficiali che già trattavano il mondo moto e che garantiscono tecnici specializzati, ricambi e assistenza tempestiva.

La gamma elettrificata comprende bici da città, mountain bike (le Moro) e una gravel fortemente orientata al commuting e all’esplorazione a lungo raggio da parte di un pubblico di ciclisti non necessariamente allenati e che non sono ammaliati dalle performance assolute e dal contenimento dei pesi. La Wabash RT è una gravel comoda, potente e perfetta per essere caricata di bagagli per affrontare anche viaggi impegnativi. Pesa molto più delle moderne gravel con motori e batterie “piccole”, ma è proprio una sua peculiarità perché sebbene la gravel di Yamaha possa essere pedalata anche a motore spento dà il meglio di sé sfruttando la potenza e la fluidità del motore; grazie ai numerosi sensori e a un software di gestione evoluto può anche adattarsi in automatico allo stile di guida, al nostro livello di allenamento e alle caratteristiche del percorso.

Estetica muscolosa e tanta praticità

Che nel progettare la Wabash RT la casa dei tre diapason non abbia certo puntato sul contenimento dei pesi e sul volerla far sembrare una gravel muscolare è evidente solo a guardarla. Le linee sono massicce, più simili a quelle di una e-Mtb, sia a causa delle dimensioni del motore centrale sia per la presenza nel tubo obliquo di una batteria da 500 Wh che come vedremo assicura una grande autonomia. Del resto, quasi 22 Kg di peso con i pedali montati in taglia M sono difficili da mascherare esteticamente, mentre spariscono quasi magicamente grazie alla potenza del motore Yamaha PWSeries ST 3, lo stesso montato anche su molte e-Mtb.

Per contenere i costi il telaio è in alluminio, al pari della forcella, e oltre a essere piacevole a livello di linee, grazie anche alla produzione mediante idroformatura, ha geometrie votate al confort. Tutto è pensato per la massima praticità e se da un lato stonano un po’ gli innumerevoli cavi che affollano la zona davanti al manubrio, dall’altro si apprezza moltissimo proprio il manubrio, caratterizzato da un flare molto aperto che facilita il controllo in fuoristrada, così come la presenza di molti punti di fissaggio che semplificano il montaggio di accessori, borse, parafanghi, portapacchi e cavalletto.

Questa caratteristica la rende perfetta non solo per i viaggi, ma anche per il commuting urbano. Tra l‘altro, cosa assai rara nel mondo gravel, la Wabash RT offre di serie il reggisella telescopico, azionabile con una leva posizionata al manubrio, che integra anche un piccolo ammortizzatore per aumentare il confort e ridurre le sollecitazioni; utilissimo sia in città, specie quando si passa sul pavè o su sconnessioni stradali, sia in offroad, dove permette istantaneamente di abbassare la sella per affrontare i passaggi più complicati con maggiore sicurezza.

I cerchi da 28 pollici sono chiaramente in alluminio e montano pneumatici Maxxis Rambler 700x45c TR EXO 120tpi che rappresentano un ottimo compromesso tra scorrevolezza, resistenza alle forature e grip in offroad.

Per la trasmissione Yamaha si è affidata al collaudatissimo GRX 11V RX600 a 11 velocità di Shimano, in configurazione monocorona 44 denti con pacco pignoni 11-42. Un gruppo sviluppato appositamente per l’utilizzo gravel e caratterizzato da una grande precisione di funzionamento anche in condizioni critiche con fango e sporco. Sempre di Shimano e sempre GRX (ma serie 400 al posto della serie 600) i freni idraulici che agiscono su dischi da 180 e 160 mm. Anche in questo caso si tratta di un impianto adatto in termini di potenza alla tipologia di bici, modulabile e molto affidabile.

Motore sofisticato

Come abbiamo anticipato, per le sue caratteristiche la Yamaha Wabash RT non si rivolge agli specialisti allenati, che vogliono un feeling di guida quanto più simile a una bici tradizionale e che spesso pedalano a motore spento, ma a persone magari per nulla allenate alla ricerca di una gravel facile da usare e polivalente; ciclisti che vogliono godersi un giro in bici potendo contare su un’assistenza costante e su una buona autonomia. Se da un lato lo Yamaha PWSeries ST 3 ha lo svantaggio di essere più ingombrante rispetto ai motori tipicamente usati sulle gravel, dall’altro offre ben 70 Nm di coppia e grazie alla batteria removibile da 500 Wh, totalmente integrata nel tubo obliquo ma estraibile per poterla caricare anche in casa, assicura un’autonomia che in Eco è superiore ai 100 Km e in Eco Plus può arrivare tranquillamente a 150 km. E non pensiate che l’Eco+ sia una modalità “inutile” perché non fornisce assistenza. Tutt’altro, in pianura offre già un discreto supporto che permette di pedalare a velocità da passeggio senza fatica. La Eco offre invece una spinta bella corposa, sufficiente anche ad affrontare lievi salite. Quando si passa alla Standard (la Wabash RT per default parte in questa modalità) l’assistenza diventa davvero molto corposa (fin troppo in pianura) e adatta a superare qualsiasi salita. L’ultimo livello, denominato High, garantisce la spinta necessaria a superare in scioltezza anche salite impervie in fuoristrada. Una peculiarità del motore Yamaha è poi la modalità “Auto” che sfrutta diversi sensori per adattare automaticamente il livello di assistenza in base alla cadenza della pedalata, alla potenza espressa sui pedali e alla pendenza del terreno. È una modalità molto utile soprattutto per chi non è molto avvezzo con il cambio a 11 rapporti e si vuole concentrare solo sul piacere di guida. In questo caso, infatti, anche se sbagliamo rapportatura o cadenza di pedalata il motore adatta automaticamente il livello di assistenza. Va però detto che in questa modalità il consumo di batteria è più elevato perché la logica di funzionamento predilige l’apporto di assistenza da parte del motore rispetto al risparmio energetico. Non manca, infine, la modalità Walk per spingere la bici senza fatica, molto utile in questo caso visto il peso non indifferente della bici.

Per gestire i livelli di assistenza abbiamo a disposizione un display monocromatico, denominato da Yamaha Display A, che integra anche tutti i pulsanti di controllo. Oggettivamente non è bellissimo alla vista e abbastanza “plasticoso” al tatto, ma è molto resistente, funziona perfettamente (lo usiamo da anni su una bici da enduro senza mai avere avuto il minimo problema), è facile da usare, si legge bene in ogni condizione di luce e offre informazioni su chilometraggio totale e parziale, assistenza impostata, livello di carica della batteria e anche stima di quanti chilometri si possono ancora percorrere in base al livello di assistenza attivo.

Peccato che lo Yamaha PWseries ST 3 non sia compatibile con gli standard Ant+ e Bluetooth, impedendo di fatto l’interfacciamento ai ciclocomputer evoluti, come il Garmin 830 usato durante la prova, per controllare direttamente l’autonomia della batteria in percentuale (il display A fornisce una visualizzazione a tacche del 10% ognuna), la potenza espressa in Watt, il livello di assistenza attivo e altro. Non esistono chiaramente nemmeno App ufficiali, né tantomeno la possibilità di personalizzazione i livelli di assistenza.

Come previsto dalla legge la velocità massima per usare l’assistenza è limitata a 25 Km orari. Rispetto a gravel più leggere in questo caso non è facilissimo tenere velocità superiori per molto tempo, a meno di non essere particolarmente allenati, perché se è vero che la pedalata resta fluida è anche vero che il peso della bici si fa decisamente sentire. Nessun problema invece quando vogliamo pedalare senza assistenza a velocità inferiori. con un minimo di allenamento in piano su fondi scorrevoli si possono tenere medie attorno ai 15/18 km orari senza troppa fatica, il che chiaramente ci permette di affrontare viaggi molto lunghi conservando la batteria per quanto dobbiamo affrontare salite o tratti impervi.  

Una nota anche per quanto riguarda la rumorosità del PWseries ST 3. In modalità Eco+ ed Eco è molto silenzioso e considerando che in pianura si usano quasi sempre queste modalità è davvero un piacere pedalare anche in mezzo alla natura. Salendo con i livelli di assistenza o usandolo su salite ripide aumenta il sibilo del motore, che però non è mai veramente fastidioso. Diciamo che se confrontato con i motori centrali usati tradizionalmente sulle e-Mtb il rumore è contenuto, se invece lo paragoniamo ai moderni motori montati sulle e-gravel molto più leggere, come TQ, Fazua, Fsa o Mahle, la rumorosità è più marcata. Del resto, siamo di fronte a un motore più potente, che non a caso viene utilizzato anche sulle e-Mtb da enduro di fascia intermedia al posto dell’ancora più potente Yamaha PW-X3 riservato alle bici ancora più specialistiche come le Yamaha Moro.  

In sella

Abbiamo macinato qualche centinaio di chilometri con la Wabash RT, sia per spostamenti quotidiani in città  sia su percorsi on/off in pianura e in montagna. Essendo mediamente allenati abbiamo spesso pedalato a motore spento e malgrado il peso dobbiamo dire che fino ai 20 Km orari si pedala comunque bene. Usando l’assistenza, anche già a livello Eco+, il peso sparisce e si apprezza moltissimo la fluidità e la potenza del motore Yamaha che permette davvero a chiunque di affrontare percorsi anche molto impegnativi in termini di lunghezza e dislivello senza faticare e potendo sempre contare su una buona autonomia. Anche usando sempre la modalità High (con cui in salita si tengono velocità da fare invidia a un ciclista professionista) si coprono anche 50 km, che per chi non ha allenamento sono comunque parecchi da passare in sella. Come detto poi, è una modalità veramente “esagerata” perchè già con il livello standard si possono affrontare in scioltezza anche salite impegnative.

Per darvi un’idea della durata effettiva della batteria abbiamo percorso 76 chilometri in piano, di cui il 25% su strade sterrate) utilizzano le modalità Eco+ ed Eco e tenendo una velocità media di 18 Km/h. Ebbene a fine giro avevamo ancora oltre il 70% di batteria (solo 2 tacche in meno sul display) e il computer di bordo indicava un range stimato residuo di 118 Km in Eco+ e 80 in Eco. In un giro di 107 Km e 900 metri di dislivello fatto sempre tenendo la modalità Eco+ attiva e usando Eco e Standard nelle salite (alcun anche anche oltre il 14%) abbiamo completato il giro con ancora oltre il 50% di batteria. Per finire, in un giro in montagna di 89,3 km con 1750 metri di dislivello, con salite molto ripide su cemento grezzo e sterrate, siamo rientrati con circa il 30% di batteria usando ina combinazione di Eco+, Eco e Standard.

Analizzando i vari giri fatti possiamo dire che una persona mediamente allenata con un peso attorno ai 70 kg può tranquillamente arrivare in Eco+ a circa 180/200 km in pianura e superare agevolmente i 2.000 metri di dislivello in montagna. Usandola sempre in Eco i 100 Km dichiarati da Yamaha sono assolutamente fattibili. Chiaramente aumentando il peso del ciclista e caricandola di bagagli l’autonomia diminuisce, ma il PWSeries ST3 resta comunque un motore che consuma decisamente poco.

A parte le qualità del motore un plauso va anche al confort, molto buono sia per le caratteristiche del telaio sia per la presenza del piccolo ammortizzatore nel reggisella che aiuta a smorzare le asperità. Certo resta una bici “rigida” in offroad, essendo priva di ammortizzatori, ma questa è propria una delle caratteristiche delle gravel che di fatto derivano più dalle bici da corsa che non dalle mountain bike. Forse, visto il target a cui si rivolge la Wabash RT, avremmo preferito una sella ancora più confortevole (specie se non si utilizzano i pantaloncini da ciclista), ma ognuno potrà poi trovare in commercio quella che meglio si adatta alle proprie esigenze.

Conclusioni

A un prezzo di listino tutto sommato contenuto di 3.499 euro Iva inclusa, viste le cifre che hanno raggiunto le bici, la Yamaha Wabash RT è davvero un mezzo che può soddisfare tante esigenze diverse e soprattutto essere sfruttata tutti i giorni. Dagli spostamenti casa/lavoro e per le varie commissioni durante la settimana, specie dotandola di parafanghi e portapacchi, alle gite durante il weekend, fino alle vacanze su due ruote sfruttando i tanti punti di fissaggio per caricarla di bagagli e accessori.

L’affidabilità è la qualità costruttiva è quella tipica di Yamaha, con pochi fronzoli e tanta sostanza, e le prestazioni sono adatte sia a un utilizzo prettamente stradale sia e soprattutto a un uso anche su percorsi offroad che non si limitano alle classiche strade bianche, proprio grazie alla potenza del motore che permette di salire agevolmente anche su sentieri di una certa difficoltà.