Lucky Explorer Gravel S: la gravel pronta a tutto

Il progetto Lucky Explorer nasce da MV Agusta per portare nel mondo moto e bici un concetto di esplorazione senza confini e riprende, anche nelle colorazioni, la mai dimenticata Cagiva Elephant Lucky Explorer che con Edi Orioli ha contribuito al mito della Dakar.

Al momento per quanto riguarda il settore bici la gamma Lucky Explorer prevede tre e-gravel che si differenziano per il tipo di forcella impiegata: rigida in carbonio, per chi predilige le sensazioni tipiche di una bici da corsa, con sistema ammortizzante Hiride integrato nello sterzo o con la sofisticata forcella Fox 32 K Float AX Factory che avvicina molto la Lucky Explorer Gravel al mondo delle mountain bike hardtail, rendendola non solo adatta anche a percorsi ben più impegnativi delle normali strade bianche ma anche perfetta per il cicloturismo e il commuting urbano grazie a un confort inarrivabile per le gravel tradizionali.

Una gamma al momento focalizzata sul gravel, ma i progettisti stanno già lavorando a un ampliamento di gamma con futuri nuovi modelli che potrebbero essere presentati già a fine 2024 o inizio 2025, ma su questo al momento non possiamo ancora svelarvi nulla.

Per questa prova abbiamo utilizzato la Lucky Explorer nella versione S equipaggia con la Fox, apprezzando moltissimo sia il confort sia la capacità di affrontare sentieri offroad molto impegnativi per una gravel, ma anche l’ottimo bilanciamento dei pesi dovuto a una equa distribuzione tra parte frontale e parte posteriore. Ricordiamo infatti che il motore che equipaggia la Lucky Explorer Gravel è il leggerissimo Malhe X20 (1,399 Kg, solo 3,2 Kg per il sistema completo con batteria da 350 Wh) alloggiato direttamente nel mozzo posteriore, una scelta sia tecnica che stilistica che anche grazie ad altri componenti di altissimo livello, come il manubrio in carbonio con passaggio cavi integrato, ha permesso di mantenere una linea in tutto e per tutto simile a quella di una tradizionale gravel priva di assistenza.

Estetica e componenti premium

MV Agusta ci ha abituato a vere e proprie opere d’arte in campo motociclistico e anche nel mondo bici ha voluto mantenere quelle performance e quell’appeal estetico che rendono la gravel non solo bella da guidare, ma anche da guardare. Cominciamo dal telaio full carbon (compreso il triangolo posteriore) verniciato con un bianco opaco su cui spicca la grafica molto discreta con gli iconici colori Lucky Explorer.

Al telaio, già di per sé di grande pregio, sono poi abbinati componenti molto performanti e altrettanto esclusivi come la citata forcella Fox, il manubrio Fsa K-Wing Agx full carbon con attacco Fsa Ns Icr, i cerchi in carbonio verniciati in nero opaco, su cui sono montati pneumatici Pirelli Cinturato Gravel H, la comoda sella Dimension AGX di Prologo (che firma anche l’ottimo rivestimento del manubrio) e il pregiato cambio Campagnolo Ekar a 13 velocità, con tanto di pedivelle in carbonio con protezione di serie (sostituibile) nella parte a rischio di contatto con il terreno e le asperità.

Della serie Campagnolo Ekar sono chiaramente anche pacco pignoni, corona, catena, le leve al manubrio e i freni, potenti, precisi e modulabili anche quando si affrontano discese impegnative in offroad. Tutto questo ben di Dio, motore e batteria compresa, ferma l’ago della bilancia a un eccellente 13,4 Kg senza pedali, un valore davvero notevole considerando la presenza di una batteria integrata da 350 Wh (solitamente su questo genere di bici è da 250 Wh), e della forcella ammortizzata, che da sola incide per circa 1,5 kg.

Da qualsiasi angolazione la si guardi la Lucky Explorer Gravel S denota eleganza ed esprime un’idea di performance senza però quell’aggressività tipica di alcune gravel derivate da bici da corsa o endurance. Performance di tutto rispetto come abbiamo potuto constatare durante il test utilizzandola per centinaia di chilometri su percorsi anche molto diversi tra loro, sia su strada sia in fuoristrada. Prestazioni certo, ma anche tanto confort come accennavamo all’inizio raggiunto non solo grazie alla forcella ma anche alla geometria del telaio, improntata a uno stile di guida rilassato piuttosto che alle prestazioni pure su asfalto.

Unico appunto un tubo superiore del telaio piuttosto alto, che richiede attenzione quando si sceglie la taglia. Nel mio caso (sono alto 174 cm), per esempio, la taglia M è appena giusta per permettermi di toccare terra con entrambe le gambe appoggiandomi di fatto al tubo superiore. Un tubo leggermente più inclinato in zona sella avrebbe probabilmente dato ancora più confidenza, specialmente quando in offroad si perde equilibrio e occorre abbandonare velocemente la posizione classica usata in pedalata per andare a cercare un appiglio sul terreno.

Motore in primo piano

Parlando della Lucky Explorer Gravel un approfondimento lo merita sicuramente il power system scelto da MV Agusta. Si tratta del sofisticato Mahle X20, uno dei motori più leggeri e tecnologici disponibili oggi sul mercato, in grado di erogare una potenza di 250 Watt e una coppia di 55 Nm. Perfetto a nostro avviso proprio sulle bici da corsa e gravel, è dotato di un’unità principale che elabora le informazioni in arrivo da tutti i sensori (coppia, cadenza, movimento, giroscopio) adattando costantemente le prestazioni in base alle caratteristiche del terreno e alla pedalata del ciclista.

Un propulsore potente, silenzioso e performante (anche quando non si pedala alla cadenza ottimale) e personalizzabile tramite l’App dedicata. I sensori di coppia e di cadenza sono direttamente integrati nel movimento centrale e l’X20 ha la peculiarità di essere collegato in modalità wireless, caratteristica che permette di utilizzare un classico perno passante che facilita moltissimo le operazioni di manutenzione. Solitamente con i motori nel mozzo se dobbiamo smontare la ruota per eseguire anche una banale sostituzione della camera d’aria o di un copertone è necessario staccare prima i cavi di collegamento e avere con sé una chiave specifica. Con il Mahle X20, al contrario, basta sfilare il perno passante e rimuovere la ruota proprio come su una qualsiasi bici. Il sensore che “legge” la presenza del motore è ben integrato all’interno del telaio, sul lato del freno a disco.

Quando si pedala a motore spento non si percepisce alcun trascinamento e nel momento in cui si attiva l’assistenza il passaggio è molto fluido, sia in fase di attacco sia in fase di stacco del motore quando si superano i 25 km orari. Durante il test ci è capitato spesso di tenere in pianura medie attorno ai 28/30 km orari anche per lunghi tratti scordandoci di essere su una e-bike, proprio grazie al peso contenuto e all’ottima distribuzione delle masse equamente ripartite tra anteriore e posteriore.

Per quanto riguarda l’assistenza l’X20 prevede 3 livelli e ognuno di essi può essere personalizzato tramite App. Di serie abbiamo 3 differenti profili predefiniti (Eco, Urban, Sport) che determinano potenza di picco, accelerazione e reattività di ogni livello; esiste però anche un profilo custom, che può essere completamente personalizzato e memorizzato assieme ai primi 3.  Inoltre, è prevista una modalità “automatica”, attivabile tramite App, che delega all’elettronica il compito di scegliere il livello di assistenza ottimale in base alle caratteristiche del percorso e al tipo di pedalata del ciclista.

Controller iWoc ed e-Shifter

Per controllare accensione, spegnimento e livelli di assistenza abbiamo l’ultima versione del comando iWoc integrato nel tubo superiore del telaio, che prevede un unico pulsante e una barra a led che mostra contemporaneamente sia il livello di assistenza impostato sia l’autonomia della batteria, una soluzione molto più pratica rispetto al comando iWoc utilizzato in abbinamento al motore X35 (che a dispetto del numero maggiore è l’unità di livello inferiore in casa Mahle). Interessante la modalità con cui viene visualizzata la carica della batteria, non a decrementi progressivi ma secondo lo schema 100%, 90%, 80%, 65%, 50%, 35%, 15%, 10% e 5%. Le prime volte si resta disorientati, poi ci si fa l’abitudine e comunque si può osservare il consumo anche dall’APP o dal ciclocomputer (anche con la percentuale numerica esatta).

Peccato che l’iWoc non visualizzi altri parametri, come velocità istantanea, media e cadenza, come per esempio fa il display di TQ (che però è monocromatico ed esteticamente meno ricercato). In questo caso occorre dotarsi del display monocromatico opzionale Pulsar One da 2,1 pollici, di un ciclocomputer compatibile Ant+ o ricorrere all’APP ufficiale che funge anche da computer di bordo e navigatore.

Un altro limite generalmente riscontrato nel comando iWoc è che avendo un solo pulsante di gestione non consente di scendere istantaneamente di assistenza, se non compiendo un giro completo fino a raggiungere quella desiderata. Un limite che Mahle conosce bene e per questo i tecnici hanno sviluppato diverse soluzioni per ovviare al problema. Dalla possibilità di avere i classici pulsanti su e giù al manubrio a quella di sfruttare i tasti del ciclomputer per comandare le assistenze, fino a quella più pratica e stilisticamente piacevole, scelta guarda caso proprio da Mv Agusta per la sua Lucky Explorer, che prevede due piccoli pulsanti, denominati e-Shifter, che si integrano direttamente nella piega del manubrio e che permettono di cambiare assistenza senza nemmeno dover spostare le mani.

Se vedete dalle foto sono praticamente invisibili ma molto pratici e hanno un funzionamento impeccabile. Possiamo anche decidere con quale salire e scendere di assistenza e utilizzarli per accendere e spegnere eventuali luci o per controllare le pagine di un ciclocomputer. Davvero una soluzione funzionale e ben fatta, che chiaramente MV Agusta in ottica di una clientela premium ha deciso di fornire standard sulla Lucky Explorer Gravel.

Sebbene la batteria da 350 Wh consenta già di avere un’ottima autonomia, considerando che in pianura non si usa praticamente mai l’assistenza, per il sistema X20 è disponibile anche un range extender opzionale (del peso di 1,1 Kg) che si installa direttamente nel portaborraccia e che offre 171 Wh di batteria addizionale, portando la capacità totale a ben 521 Wh.

Quando è installato il range extender, il sistema lo riconosce automaticamente e somma la sua carica a quella della batteria interna prediligendo come logica di funzionamento prima il consumo del range extender e poi quello della batteria principale.  L’indicatore dell’iWoc si adatta automaticamente per mostrare l’autonomia complessiva e segnala tramite un apposito colore anche quando aggiungiamo o togliamo il range extender. Quest’ultimo si collega alla porta per la ricarica della batteria principale tramite apposito cavo di collegamento e non ci risulta sia disponibile un cavo di ricarica sdoppiato per poter caricare contemporaneamente le due batterie. Una caratteristica interessante è che il range extender specifico per il Mahle X20, grazie a una base di ricarica opzionale, può essere anche usato come powerstation per ricaricare cellulari o altre apparecchiature.

Anche il caricatore dedicato al sistema X20 è molto sofisticato e tramite una barra a led multicolor integrata fornisce indicazioni circa lo stato di carica ed eventuali massaggi di sistema. Include un CanBus per la comunicazione in tempo reale con la batteria che consente di caricarla a diverse intensità, da 0 a 4 Ampere, rendendo il processo di ricarica più rapido ed efficiente. È inoltre dotato di porta Usb e può essere usato per aggiornare la bici al posto dell’App, anche se è assai più pratico procedere con quest’ultima. Tramite porta Usb possiamo però aggiornare il caricabatterie stesso con nuovi firmware che ne migliorano le prestazioni.

App completa e dashboard web

Come accennato, tramite l’App ufficiale di Mahle la Lucky Explorer Gravel può essere aggiornata a livello software. È sufficiente accoppiare la bici all’App tramite il collegamento Bluetooth del telefono e automaticamente il sistema ci dirà se ci sono aggiornamenti disponibili.

È anche possibile visualizzare separatamente i livelli della batteria interna e del range extender, nonché abilitare la modalità “Smart Assist” (solo mentre si registra un percorso però) che di fatto decide automaticamente quale livello di assistenza utilizzare in base alla pendenza del terreno, al peso del ciclista e alle sue esigenze di potenza rilevate dai sensori.

Ma la cosa forse più interessante, specie per chi si allena o deve tenere sotto controllo lo sforzo cardiaco, è la possibilità tramite l’app di abbinare un qualsiasi rilevatore di battito cardiaco Bluetooth al motore in modo che questo fornisca specifici livelli di assistenza in base al raggiungimento di determinate soglie cardiache. Se, per esempio, stiamo affrontando una salita e non vogliamo superare i 120 battiti al minuto, possiamo impostare il sistema in modo che ci fornisca un livello di assistenza in salita più o meno consistente in modo da tenere sempre i battiti sotto questa soglia.

A livello di ciclomputer l’app fornisce i dati di percorrenza e le metriche più importanti per i ciclisti, compresi gli output del ciclista e del motore. Integra inoltre funzioni per il caricamento di percorsi in formato GPX e di navigazione tramite Mapbox.

Lo SmartBike System di Mahle mette a disposizione anche una dashboard web, accessibile da My-SmartBike.com, che permette di vedere la cronologia delle attività, una panoramica completa dei propri risultati, una schermata dettagliata dell’utilizzo generale del sistema, inclusi i diversi livelli di assistenza utilizzati e per quanto tempo, localizzare l’eBike (ultima posizione collegata al proprio dispositivo) e verificarne lo stato (numero seriale, errori, rapporti, risoluzione dei problemi, componenti, ecc.). Inoltre, si potranno vedere tutte le attività, con mappa, potenze utilizzate e segmentazione della corsa in base a quota, velocità, pendenza, altitudine, eccetera. I dati possono essere sincronizzati automaticamente con Strava e condivisi sui social network.

Gruppo Campagnolo a 13 velocità

Campagnolo con l’Ekar è tornata prepotentemente nel settore offroad proponendo un cambio a 13 velocità e ha fatto davvero un gran lavoro, sia in termini di funzionamento che di ergonomia. Il comando di cambiata con leva integrata nel comando freno per salire (si può salire di 1 o 3 rapporti alla volta) e pulsante all’interno del manubrio per scalare (solo un rapporto alla volta) è comodissimo da azionare, indipendentemente da dove si vanno a posizionare le mani, e la precisione è davvero notevole.

Il fatto di avere 13 velocità (nel nostro caso pacco pignoni 9/42 con scalatura 9-10-11-12-13-14-16-18-21-25-30-36-42) al posto delle classiche 12 rendere ancora più superflua la doppia corona anteriore, considerando che a causa degli “incroci” con una 12×2 si hanno in realtà a disposizione effettivamente 14 rapporti.

Avendo poi in questo caso l’assistenza è chiaro come questo cambio riesca a soddisfare pienamente qualsiasi esigenza. Lo abbiamo utilizzato anche con tanto fango e messo sotto sforzo su sentieri di montagna e si è sempre comportato perfettamente, con quella classica cambiate secca che da sempre contraddistingue i cambi Campagnolo. Avevamo qualche perplessità sulla precisione e sulla resistenza della catena, essendo leggermente più sottile, ma dopo centinaia di chilometri macinati in ogni condizione e senza il benché minimo problema dobbiamo dire che l’azienda Vicentina ha fatto davvero un gran lavoro. Di serie sulla Lucky Explorer Gravel è montata una corona da 40 denti, ma considerando la forte attitudine offroad sulla versione S avremmo preferito una 38 denti per essere ancora più agili, visto che non ci è praticamente mai capitato di utilizzare i pignoni più piccoli da 9 e 10 denti. Addirittura, avremmo montato anche il pacco pignoni 10-44 previsto da Campagnolo (scalatura 10-11-12-13-14-15-17-19-22-26-32-39-44) per una combinazione ancora più efficiente orientata ai viaggi (anche con tanti bagagli) e all’esplorazione in offroad.

Ottimi i copri leva vari-cushion utilizzati sull’Ekar, che hanno uno spessore maggiorato per garantire migliore comfort in fuoristrada e prevedono una parte zigrinata per un miglior grip. La parte alta dell’impugnatura, dove trova posto il serbatoio dell’olio del freno, è molto pronunciata e questo assicura una presa sicura riducendo il rischio che la mano possa scivolare, specialmente nelle discese in fuoristrada.

Anche l’impianto frenante con dischi da 160 mm si è rivelato all’altezza delle aspettative con comandi progressivi e una potenza in grado di fermare in sicurezza la Lucky Explorer Gravel S anche nelle discese più impegnative, quando serve stare attaccati ai freni per molto tempo. Mai un cedimento o una variazione significativa delle prestazioni, davvero un riferimento per la categoria. Ottima la qualità dei materiali e la finitura, sia delle pinze sia dei dischi e del pacco pignoni, che chiaramente avendo 13 velocità dove solitamente ce ne sono 12 deve essere lavorato con estrema precisione e con tolleranze davvero minime, al pari della catena.

Alla guida

Abbiamo utilizzato la Gravel S su asfalto, su strade bianche ma anche su pietraie e per salire a un rifugio di montagna dove solitamente “osano” solo le Mtb. Su asfalto si apprezza soprattutto la leggerezza della bici e la possibilità di pedalare in pianura senza mai utilizzare l’assistenza. Questo consente di preservare la batteria per gli “strappi” o per quando arrivano le salite importanti, situazioni in cui sfruttando i 3 livelli di assistenza e le rispettive configurazioni possiamo decidere quanta fatica vogliamo fare, fino ad annullarla completamente anche sulle salite oltre il 16 % salendo come un “pro” grazie alla spinta del Mahle X20. Durante i nostri test non abbiamo praticamente mai utilizzato l’assistenza più alta, se non durante qualche giro molto tecnico in fuoristrada; inoltre, pedalando sempre senza assistenza in pianura abbiamo modificato i primi due livelli per avere leggermente più spinta al primo, in modo da affrontare in scioltezza salite fino all’8-9% e lasciato il secondo a un valore intermedio per le salite con maggiore pendenza.

A parte la qualità della bici e della componentistica la differenza in fuoristrada la fa soprattutto la Fox, che regala non solo un confort molto elevato, ma anche tanta sicurezza in più quando il terreno inizia a farsi veramente scassato grazie alla qualità della forcella con escursione da 40 millimetri. Chiaramente la Fox Ax 32, che ricordiamo è stata specificatamente progettata per il gravel, è anche pluriregolabile e può essere bloccata completamente o parzialmente agendo sull’apposito selettore presente sullo stelo destro.

Sul sinistro troviamo invece la classica valvola per regolare la pressione dell’aria all’interno della forcella. Proprio scendendo da un sentiero molto sconnesso, dove con altre e-gravel ci siamo spaccati le braccia a causa della forcella rigida, è emerso il controllo e la fluidità della Lucky Explorer Gravel S che digerisce dossi, piccoli gradini di roccia e asperità regalando sempre un grande controllo e stressando molto meno il fisico. La ciliegina sulla torta su questa versione S sarebbe stata la disponibilità di serie di un reggisella telescopico, ma sappiamo che i tecnici stanno già pensando a una sua integrazione nella dotazione standard.

Un plauso va anche alle ruote in carbonio appositamente ingegnerizzate da MV Agusta e commissionate a un fornitore italiano, perfette a distanza di molti chilometri anche dopo aver affrontato percorsi impegnativi; peccato solo non siano tubeless ready. Ottimi anche agli pneumatici Pirelli con sezione da 45 mm, che garantiscono tanto grip anche in fuoristrada. Certo si perde un po’ di scorrevolezza su strada, ma il compromesso per questa versione S decisamente votata all’offroad ci sembra molto azzeccato. Chi vuole potrà risparmiare ulteriormente peso utilizzando pneumatici più stradali di minore sezione e magari anche eliminando le camere d’aria a favore di una configurazione tubeless tramite apposito kit di conversione.

Come accennato all’inizio avevamo qualche perplessità nell’uso dell’Ekar a 13 velocità in presenza di molto fango e anche sulla tenuta della catena, visto le tolleranze minime e lo spessore inferiore, ma ci siamo dovuti ricredere perché anche con i componenti letteralmente ricoperti di fango il cambio di Campagnolo non ha mai perso un colpo e la catena ha resistito bene anche alle cambiate sotto sforzo.

Abbiamo percorso circa 500 km (la bici aveva all’attivo circa 2000 al momento della consegna), quindi siamo consapevoli che non sia un test esaustivo, ma il fatto di non aver riscontrato il benché minimo problema e di non aver mai sentito la necessità di registrare il cambio è un ottimo presupposto a livello di affidabilità, che si è dimostrata totale anche per tutti gli altri componenti della bici.

Conclusioni

Con un prezzo di listino di 7.999 euro la Lucky Explorer Gravel S non è certo una entry level, del resto il telaio monoscocca in carbonio e tutta la componentistica pregiata è lì a dimostrare che “Lei” vuole giocarsela con le migliori nella fascia alta del mercato. Anche l’utilizzo del motore Mahle X20 lo dimostra, essendo di fatto l’unico praticamente invisibile che combatte ad armi pari con l’altrettanto sofisticato TQ HPR-50, montato non a caso anch’esso su bici in questa fascia di prezzo. Volendo si possono risparmiare 1.000 euro optando per la forcella rigida in carbonio, ma dopo aver provato la Fox devo dire che la differenza in termini di confort, sicurezza e versatilità è davvero tanta, specie se vi piace percorrere lunghi tratti in fuoristrada. Se invece macinate chilometri principalmente su strade asfaltate, o semplici strade bianche, la versione con forcella rigida in carbonio non solo vi permette di risparmiare denaro, ma anche un po’ di peso. Nel mezzo c’è anche la versione Gravel X con la sospensione HiRide che può essere un valido compromesso anche per il commuting urbano.

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Per ulteriori informazioni potete contattare: commerciale@mvagusta.com