Una sportiva in abito da sera…
L’avevamo vista al debutto a novembre 2014 ad EICMA, ora possiamo provarla e capire realmente se questa derivata dal GSX-R 1000 My 2005 alias K5 di Hamamatsu, una grintosa supersportiva vincente, abbia un DNA corsaiolo, anche se si potrebbe definire la sua evoluzione più “comoda”.
Il concetto è molto diverso da quello che si potrebbe pensare, non è una sport tourer veloce, ma proprio una supersportiva più comoda, più stradale e velocissima.
Chi vuole fare lunghi viaggi, sa che la posizione imposta con i semi manubri, porta ad uno sforzo evidente, a cominciare dai polsi, questa moto potrebbe essere una soluzione.
No non è una moto da “vecchietti” ma è un mix tra una naked a una sportiva.
Giusto per capire meglio, la stessa Suzuki offre questo modello anche in versione naked identica in tutto tranne che per il cupolino anteriore e 5kg in meno, per il resto sono esattamente la stessa moto.
Prima impressione
A guardarla si capisce che è pensata per andare veloce, a cominciare dal muso appuntito verso il basso e il codino affusolato e cortissimo, dove perde le frecce integrate tipiche dei GSXR, e le ruote sportive con pinze monoblocco radiali Brembo all’anteriore. Caratteristica controtendenze risulta vedere una fat-bar con gli specchietti sul manubrio in stile naked, infine la seduta più curata e un display tutto digitale completano lo scenario.
Ergonomia
Seduti, la sella risulta molto più comoda della GSXR, la posizione è più alta grazie ai riser e al manubrio, il cruscotto è sempre ben visibile e permette di avere molte informazioni, e come già in altre moto “digitali”, alcune richiedono più attenzione, in primis la benzina, che al posto di accendere la spia riserva (per me importantissima NdR),si limita a lampeggiare con tutta la barra sullo schermo.
Il Motore è una certezza!
Appena acceso entusiasma il suo rumore, enfatizzato da un corto scarico laterale 4-2-1 corredato di sistema SET (Suzuki Exhaust Tuning), un attuatore a valvola gestito dalla centralina. Il propulsore è derivato dalla K5, rivisto con tecnologie FEM (Finite Element Method) per i pistoni, e SCEM (Suzuki Composite Eletrochemical Material) per i cilindri, il tutto per aumentare la vita utile del motore. L’elettronica è affidata alla ECM (Engine Control Module), evoluzione del SDTV (Suzuki Dual Throttle Valve). I CV scendono a 145 (oltre 30 in meno del K5), per favorire una coppia più presente fin dai bassi e sempre ricca (oltre i 100Nm), fino a stupire ancora oltre in zona 10.000. Cambio leggero e preciso che può essere usato pochissimo, visto che anche in sesta marcia si guida anche a 35km/h. Consumi buoni, ad andature abbastanza allegre con i 17 litri siamo riusciti a percorrere oltre 250km.
Ciclistica aggiornatissima
In questo reparto parliamo di una Gixxer, senza compromessi, se il motore è un “recupero” aggiornato qui è tutto nuovissimo, la forcella da 43mm KYB a steli rovesciati pluri-regolabile con precarico a molla. Il forcellone di nuovo disegno insieme a un Mono posteriore regolabile nel ritorno e nel precarico lavorano benissimo. La natura sportiva è evidente tanto da non digerire molto le asperità, è molto dura soprattutto il posteriore. Il manubrio largo da un’agilità incredibile, permette correzioni e cambi di traiettorie senza doversi muovere troppo con il corpo. Nei curvoni veloci la posizione richiama troppa aria, alleggerendo l’anteriore. La gommatura è la collaudata combinazione 120/70R17 davanti e 190/50R17 dietro su Dunlop come primo equipaggiamento.
Freni in sicurezza!
Chi ha guidato una Suzuki sportiva fino all’avvento di Brembo ha spesso trovato la frenata iniziale un po’ spugnosa, dimenticatevelo! Il freno è subito pronto anche se c’è di mezzo un ABS, progressivo ed efficace, merito delle pinze monoblocco BREMBO a 4 pistoncini. Troviamo come detto un ABS BOSCH poco invasivo che interviene a “fatto accaduto” e non anticipando, controlla il tutto con dei sensori alla ruota senza l’ausilio di una piattaforma inerziale. La stessa Centralina è settabile in tre modalità per l’intervento del TC, da sport a road a wet a disattivata.
La Prova
Per uno come me che è solito a guidare la sorellona (K8), mi è piaciuta moltissimo fin da subito. La Sella più comoda ma non favorisce lo spostamento, che non risulta così necessario, grazie al manubrio. Questi dà molta padronanza dell’avantreno, gli specchietti sarebbero stati meglio averli sulla carena, mia impressione personale. I comandi sono ottimi e il quadro molto leggibile, riempito di molte (anche troppe) informazioni, ho trovato un po’ difficile leggere a colpo d’occhio i giri motore, abituato all’analogico tanto che mi fidavo più del sound dello scarico.
Pochissime vibrazioni, innestata la prima marcia si sente i regimi alzarsi un pelo per favorire la partenza. La protezione aereodinamica è inferiore rispetto a una carenata, soprattutto perché si è più alti come impostazione, bisogna chinarsi per sentire l’effetto del cupolino. In città ho potuto sfruttare tutta la maneggevolezza, oltre alla compattezza, per svicolare nei passaggi anche più critici. Sulle strade scorrevoli, basta aprire il gas per scatenare tutta la potenza, si raggiunge in un attimo l’alta velocità. I freni sono rapidi modulabili e mai troppo aggressivi.
La sensazione è di guidare una moto che non ha un target preciso, è una sportiva che si avvicina al turismo senza troppe convinzioni anche se c’è tanta sostanza.. Mancano le borse rigide o di serie, il mercato offre la soluzione “morbide”. Dietro si è seduti come su una supersportiva, pensare ci farci un lungo viaggio è davvero chiedere troppo, offre una guidabilità immensa. Il cupolino che è la differenza sostanziale dalla sorella GSX-F1000 non la rende turistica ma solo più “aereo” a velocità elevate, ultima nota è che questa moto in pista farebbe la sua bella figura 😉 !
Ringraziamenti a Officina CIRAFICI di Monza, nella persona di Bruno, che si è dimostrata una persona cordiale e competente, certi che a breve riusciremo a fare qualcosa insieme.
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