Test: Merida eSilex 600

A prima vista in tutto e per tutto simile a una tradizionale bicicletta gravel, visto che sial il motore nel mozzo della ruota posteriore sia la piccola batteria nel tubo obliquo sono ben nascosti, la Merida eSilex è attualmente disponibile in due versioni che condividono le medesime caratteristiche di base, a partire dal motore Mahle X35+, e cambiano leggermente per la componentistica. La 600, oggetto di questa prova nella versione Orange del 2023 (ma la 2024 è di fatto identica a parte le colorazioni) è il modello forse più orientato alle prestazioni e a sua volta può essere configurata in due versioni: una maggiormente dedicata alla velocità di percorrenza, con cerchi da 28 e coperture 700c, e una più votata all’offroad (utilizzata per questa prova), con cerchi da 27.5 e pneumatici 650b. Nel primo caso la eSilex permette di arrivare a una larghezza degli pneumatici fino a 40 mm, anche quando sono montati i parafanghi. Con i 650b la larghezza degli pneumatici può invece arrivare fino a 47 mm.

Telaio in alluminio pensato per i viaggi

Realizzato in alluminio premium 6060 in 5 misure, il telaio della eSilex è caratterizzato da pareti a triplo spessore e da un processo di lavorazione tramite idroformatura, una tecnica che permette di modellare i tubi di alluminio per ottimizzare forme, rigidità e peso. La saldatura effettuata è del tipo a “doppia passata”, in quanto prevede una seconda lavorazione a seguito della prima saldatura che conferisce al telaio una migliore finitura superficiale. Il tubo di sterzo è del tipo X-tapered per consentire il montaggio di una forcella conica, che su entrambi i modelli è realizzata in carbonio per smorzare meglio le vibrazioni e rendere l’avantreno più preciso anche con la bici a pieno carico e borse da viaggio montate sul manubrio, o sulla forcella stessa.

La linea è molto pulita perché i cavi passano internamente, sia per un motivo estetico sia per proteggerli meglio da umidità e sporcizia. Dal manubrio entrano attraverso uno specifico tappo per la serie sterzo, denominato Wire Port, che permette di tenere il frontale più libero semplificando il montaggio delle borse da manubrio e di altri eventuali accessori.


Sia telaio che forcella offrono numerosi punti di fissaggio per parafanghi, portapacchi, borse e accessori, caratteristica che rende la eSilex particolarmente indicata per il cicloturismo esplorativo e per i lunghi viaggi in bici.

Manubrio, attacco manubrio e nastro sono prodotti direttamente da Merida, al pari del reggisella sul quale è montata una comoda sella Prologo. Anche le ruote Expert CX in alluminio sono di Merida (tubeless ready) e sul modello in prova montano pneumatici Continental Terra Trail da 47 mm.

Cambio e rapporti specifici per il gravel

Il colosso taiwanese ha scelto di equipaggiare la eSilex 600 con il gruppo Shimano GRX 600 (da qui il nome del modello) nella versione con monocorona da 40 denti e pacco pignoni a 11 velocità con rapportatura 11-42. Se la scelta della monocorona su bici muscolari a molti fa storcere il naso, su un modello a pedalata assistita ci sembra azzeccata perché in caso di forti pendenze è proprio l’assistenza del motore a venirci in aiuto, compensando l’eventuale mancanza di una rapportatura in grado di agevolare ulteriormente la pedalata.

Per gli irriducibili della doppia corona c’è però il modello leggermente meno costoso (200 euro di differenza) denominato eSilex 400. In questo caso il gruppo è lo Shimano GRX 400 con doppia corona all’anteriore (30-46) e 10 rapporti al posteriore (11-36). Rispetto al monocorona da 11 si ha un leggero vantaggio in velocità e nelle salite più dure, per contro si ha una bici un po’ più pesante e complessa proprio per la presenza del deragliatore anteriore e relativi cavi e comandi. A nostro avviso la 400 potrebbe essere più indicata a chi fa cicloturismo con molto bagaglio e vuole ottimizzare ancora di più il consumo di batteria, potendo pedalare a motore spento in modo più agile.

Abbiamo utilizzato la bici anche in presenza di moltissimo fango che si è andato a infilare ovunque, come si può ben vedere da alcune foto, e il gruppo GRX ha sempre funzionato perfettamente senza incertezze. Utile anche la presenza di serie di un guida catena anteriore che scongiura eventuali cadute dalla corona nel fuoristrada più impegnativo.


Per l’impianto frenante Merida per la eSilex 600 è rimasta in casa Shimano sempre con la serie GRX 600 che prevede pinze freno idrauliche a singolo pistoncino che mordono dischi da 160 mm. Un impianto efficace e costante nelle prestazioni, caratterizzato da una buona modulabilità e da un’ottimo mordente nelle discese più impegnative anche senza dover esercitare troppo sforzo sulle leve.

Un aiuto in più, ma senza eccessi

Per la eSilex Merida ha optato per un motore Mahle integrato nel mozzo posteriore caratterizzato da una potenza di 250 watt e una coppia massima di 40 Nm.

La batteria da 250 Wh è integrata nel tubo obliquo e il controller, molto compatto, è inserito nel tubo superiore del telaio. Di serie è prevista la possibilità di aggiungere molto facilmente un range extender da 208 Wh, in stile borraccia, che porta la capacità complessiva a 458 Wh e che permette di aumentare sensibilmente l’autonomia che, come vedremo, è però già interessante anche nella configurazione standard.

L’X35+ non è il motore più sofisticato di casa Mahle, ma è quello che assicura un buon rapporto costo/prestazioni e per questo è usato su moltissime biciclette a pedalata assistita in questa fascia di prezzo, anche perché si è dimostrato molto affidabile. Rispetto al più sofisticato X20 richiede un collegamento via cavo e anche uno specifico sistema di serraggio della ruota posteriore che non permette di utilizzare il classico perno passante (occorre quindi portarsi una chiave specifica nel caso si abbia la necessità di smontare il cerchio per sostituire una camera d’aria mentre si è in giro).

In compenso è molto silenzioso, sfrutta bene la batteria e può essere personalizzato tramite l’App dedicata. Non essendo estraibile (se non per operazioni di sostituzione o manutenzione) la batteria deve essere caricata direttamente sulla bici utilizzando il connettore presente proprio sopra al movimento centrale. Il medesimo connettore è utilizzato anche per collegare il range extender, che una volta installato viene riconosciuto immediatamente dal sistema andando a incrementare la capacità totale e l’autonomia.

Il tutto viene attivato tramite il controllo iWoc, caratterizzato da un solo pulsante di accensione/spegnimento/controllo dei livelli di assistenza con integrato un led multicolor che fornisce indicazioni sul range di carica disponibile (a incrementi del 25%) e il livello di assistenza impostato. Rispetto alle prime versioni la logica di funzionamento ora è più intuitiva e per default il led indica lo stato di carica della batteria. Premendo leggermente il pulsante si vede il livello di assistenza impostato e a ogni pressione si può passare ciclicamente agli altri livelli. Resta il problema di non poter ridurre istantaneamente il livello di assistenza senza prima completare il ciclo. Se, per esempio, siamo al livello 2 e vogliamo passare al livello 1 prima dobbiamo andare al 3 e successivamente arrivare all’1 passando per la posizione di motore spento.

Questo non è chiaramente un neo della Merida eSilex, quanto del sistema iWoc proposto da Mahle. Non a caso la stessa Mahle prevede come optional sia pulsanti da applicare al manubrio (molto comodi) per gestire le assistenze in salita e in discesa, sia un display Lcd opzionale monocromatico da 2.1 pollici che non solo offre molte funzioni aggiuntive, tra cui l’indicazione del livello della batteria in percentuale e la distanza ancora percorribile stimata in base all’utilizzo della potenza calcolata in tempo reale, ma anche specifici tasti per il cambio del livello di assistenza e l’abilitazione della modalità Walk per poter spingere la bici agevolmente su tratti in salita.

Va però detto che grazie al collegamento Ant+ e Bluetooth se abbiamo un ciclocomputer di ultima generazione (noi abbiamo usato un Garmin 830) è possibile sia visualizzare le informazioni legate al motore e alla batteria direttamente sia variare il livello di assistenza usando i simboli Più e Meno che appaiono accanto all’indicatore del livello di assistenza

App dedicata e collegamento cardio

Un grande plus del sistema Mahle è quello di essere molto interconnesso e di disporre di un’app dedicata che si collega alla bici tramite Bluetooth.

Questa consente non solo di sfruttare lo smartphone come ciclocomputer e di accedere a numerose funzionalità, compresa navigazione con caricamento di tracce Gpx, registrazione dei percorsi e collegamento diretto a Strava, ma anche di personalizzare ciascun livello di assistenza e addirittura di associare al motore un sensore di frequenza cardiaca impostando poi delle soglie in corrispondenza delle quali il motore deve fornire più o meno assistenza. Una caratteristica molto interessante, soprattutto per chi vuole allenarsi o per chi non vuole superare certe frequenze cardiache. Possiamo, per esempio, decidere che il motore non eroghi assistenza sotto i 100 battiti al minuto e dia via via più potenza man mano che raggiungiamo soglie cardiache più elevate. Tramite App possiamo anche aumentare o diminuire il livello di assistenza ovviando al problema del controllo iWoc sopra citato, peccato non sia disponibile una presa USB per tenere in carica il telefono sfruttando la batteria della bici.
Per quanto riguarda la personalizzazione abbiamo 3 setup predefiniti, ciascuno dei quali determina i tre diversi livelli di assistenza richiamabili tramite il controller iWoc. A questi si aggiunge una modalità custom in cui possiamo andare a definire per ciascuno dei tre livelli quanta percentuale di assistenza massima vogliamo venga fornita dal motore. Durante il nostro test, per esempio, abbiamo alzato leggermente l’eco per poterlo usare con salite fino all’8/9% e abbassato un po’ il secondo livello lasciando invece al 100% il terzo per utilizzarlo solo in casi estremi. Così facendo abbiamo affrontato agevolmente pendenze fino al 15% usando solo i livelli 1 e 2.

Guida agile anche a motore spento

Con un peso dichiarato di soli 14,14 Kg, senza pedali, la eSilex 600 si guida benissimo anche a motore spento e proprio questa caratteristica è quella che le garantisce un ottimo range di utilizzo a dispetto della batteria “piccola”.

Quando le salite cominciano a farsi sentire possiamo attingere alla coppia del motore, ma nella maggior parte dei casi ci basterà utilizzare il primo o secondo livello perché grazie alla leggerezza e al cambio a 11 rapporti il terzo livello , a meno di non voler affrontare salite a velocità sostenute, può essere usata davvero solo per gli strappi più impegnativi o per le salite in offroad con ghiaia e sassi smossi. Chi userà l’assistenza anche in pianura resterà piacevolmente impressionato dalla fluidità di passaggio oltre i 25 Km/h, quando per legge il motore cessa di spingere e si pedala solamente con le gambe. La bici resta molto pedalabile e anche se il peso rispetto a una gravel tradizionale è leggermente superiore lo sforzo richiesto in più non è poi così evidente, anche perché il motore nel mozzo sembra quasi agevolare con un effetto volano l’avanzamento della bici una volta presa velocità. Diciamo che il peso superiore si percepisce soprattutto nelle ripartenze, chiaramente a motore spento perché con l’assistenza attiva lo spunto è immediato. La geometria del telaio garantisce una posizione di guida rilassata ed eretta, che si adatta molto bene sia ad affrontare molti chilometri su strada sia a percorrere strade sterrate e single trail.


Ma veniamo ai consumi rilevati, anche se va chiaramente detto che le stime sono sempre da prendere con le pinze perché dipendono dal peso del ciclista, dalle condizioni del terreno, da quelle atmosferiche e dal livello di allenamento. Nel nostro caso i dati relativi al tester sono i seguenti: peso 68 Kg, livello di allenamento intermedio (circa 6.000 Km all’anno all’attivo con vari tipi di bici muscolari ed elettriche e giri con durate massime di 120 Km e 2.000 mt di dislivello). Abbiamo percorso strade asfaltate, spesso tenute molto male, ciclabili e percorsi offroad leggeri incontrando anche alcuni tratti con molto fango a causa delle forti piogge. In un giro di 71 Km e 819 metri di dislivello, utilizzando l’assistenza per circa 15 km in salita con pendenze massime attorno al 10%, abbiamo consumato il 31% di batteria sfruttando i livelli 1 e 2 di assistenza. Durante un secondo giro di circa 36,5 Km con salite molto più impegnative con lunghi tratti oltre il 13% di pendenza e punte del 16%, sempre utilizzando i livelli 1 e 2, abbiamo completo il percorso utilizzando il 35% di batteria con un dislivello di 965 metri totali. Questo significa che giri con anche 2.000 metri di dislivello solo con la batteria interna sono alla portata di molti ciclisti che desiderano un aiuto da parte dell’assistenza solo nei tratti in salita.

Nel caso serva maggiore autonomia c’è poi il range extender da fissare sugli attacchi del portaborraccia, che può essere messo e tolto con grande facilità per ottimizzare il peso e l’autonomia della bici in funzione del percorso che vogliamo effettuare. L’installazione è immediata (non serve portare la bici in negozio) e il costo è di circa 500 euro, ma ogni tanto si trovano offerte interessanti.

Chiaramente meno si è allenati e si attinge alla batteria anche in pianura e più l’autonomia diminuisce, ma forse in questo caso la eSilex non è la bici ideale perché lei ama essere pedalata anche a motore spento. Se volte una e-gravel da usare sempre in assistenza e non vi interessa il peso potete orientarvi su modelli full power con batteria da 500 Wh. L’aspetto più bello della eSilex è a nostro avviso proprio l’ottimo connubio tra una gravel tradizionale e una a pedalata assistita e non è certo un caso che molti produttori propongano bici seguendo la medesima filosofia. Motore e batteria “piccoli” in favore di un peso contenuto e una pedalabilità molto simile a quella di una gravel muscolare proprio per non perdere il piacere di pedalare anche senza assistenza.

L’utente tipo della Merida eSilex è il ciclista amatore o il cicloturista che salendo con gli anni desidera fare ancora lunghi giri ma non vuole più “morire” in salita, così come il principiante che vuole godersi giri magari più brevi ma con la possibilità di sfruttare l’assistenza ogni volta che lo desidera. Non dimentichiamo infine che la eSilex è un’ottima commuter, specie se attrezzata con parafanghi, portapacchi e borse, perché permette di muoversi agevolmente in città e di arrivare in ufficio senza grondare di sudore.

Prezzi della gamma eSilex

La eSilex 600 MY 2024 costa 3.590,00, ma è ancora possibile acquistare la MY 2023 (che differisce solo per le colorazioni) a 3.190 euro. Chiaramente stiamo parlando di prezzi ufficiali suggeriti al pubblico sul sito Merida. La 400 con la doppia corona costa invece 200 euro in meno, rispettivamente 3.390 e 2.990.