A cura di Luca Golfrè Andreasi
Il weekend del Mugello, come è ormai risaputo, non è affatto andato secondo i piani di Valentino Rossi e di tutti i suoi tifosi. Il motore della sua Yamaha ha ceduto al nono giro della gara di domenica mentre lottava per la vittoria con il compagno Jorge Lorenzo
La sensazione è che questo guasto gli abbia negato una vittoria (che gli mancava qui nel “suo” Mugello dall’ormai lontano 2008) e di conseguenza un notevole avvicinamento in classifica mondiale. Prima del Mugello, il Dottore era a -12 dal capoclassifica Lorenzo, adesso si ritrova a -37. Classifiche alla mano, il bilancio di queste prime sei gare non è dei più positivi.
Bilancio ancor meno incoraggiante se si confrontano i risultati di quest’anno con le classifiche della scorsa stagione. Rossi in questo momento si trova con quaranta punti in meno rispetto al 2015 dopo sei gare.
Nonostante la classifica non gli sorrida, la situazione è però molto differente: la scorsa stagione, spesso, Rossi era costretto a correre in difesa e perdere il minor numero di punti possibili rispetto ai rivali Marquez e Lorenzo. A discapito di due vittorie nelle prime sei gare del 2015, Valentino faticava molto a tenere il passo dei due spagnoli, soprattutto in termini di prestazione e velocità assolute.
In questo 2016, invece, Valentino riesce ad essere molto più efficace. Tiene meglio il passo dei rivali e talvolta è persino più veloce (come visto a Jerez e anche al Mugello). Questa velocità rinnovata e ritrovata è da attribuire a più cause. La qualità del pilota non è in discussione, quindi possiamo fare un’analisi più tecnica. Nel 2016 è tornata la Michelin, che ha una filosofia di costruzione dello pneumatico totalmente diversa rispetto a Bridgestone. Le gomme giapponesi avevano un anteriore a dir poco granitico, mentre le coperture francesi hanno una carcassa decisamente più morbida e da questo consegue una gomma molto più maneggevole. Se la scorsa stagione i cambi di direzione erano un tallone d’Achille per Rossi (e un vantaggio per Lorenzo), quest’anno Rossi riesce ad essere efficace come il suo compagno di squadra (se non di più) in questo particolare frangente.
La capacità del serbatoio è stata aumentata a 22 litri, rispetto ai 20 della stagione 2015. Questo vuol dire che è possibile usare più potenza e si deve ricorrere meno a dei “tagli”, che nelle passate stagioni, erano obbligatori per arrivare a fine corsa e in qualche modo penalizzanti per un pilota come Valentino, più alto e ingombrante rispetto ai suoi rivali. Questo fatto è stato confermato da un’intervista di qualche tempo fa a Silvano Galbusera, capotecnico di Rossi.
Per concludere, le nuove specifiche tecniche piacciono a Valentino, si trova bene e riesce ad andare veramente forte. 37 punti sono un gap incolmabile? Non penso, ma di sicuro è incredibilmente difficile recuperare questo svantaggio, soprattutto contro avversari così tosti. La velocità c’è, la fortuna forse un po’ meno, ma questo 2016 è una stagione con veramente tante incognite, a partire dalle gomme (che finora hanno avuto problemi e critiche di ogni genere) fino a componenti tecniche e strutturali riviste rispetto alla scorsa stagione, come i motori nella fattispecie. Uno “0” è dietro l’angolo per ogni pilota, questa stagione più che mai.
Adesso aspettiamo l’appuntamento di Catalunya tra due settimane e, ne sono certo, ne vedremo veramente delle belle.
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