Wayel Icon Trekking: Quota 1000!

Vi abbiamo già presentato la Icon Trekking di Wayel e come ci eravamo ripromessi ecco il resoconto dei primi 1.000 Km percorsi mettendo veramente a dura prova la bici e tutta la componentistica. Non ci siamo infatti limitati a provarla su strade asfaltate e strade bianche. L’abbiamo portato più volte (pedalando) oltre i 2.000 mt di quota su sentieri di montagna spesso ricchi di pietre smosse e mulattiere degne di una bici da enduro, sfruttando a fondo non solo l’ottima potenza e progressione del motore, ma soprattutto stressando meccanica ed elettronica.

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Diciamo che per come li abbiamo fatti i chilometri potrebbero tranquillamente equivalere ad almeno il doppio rispetto a un utilizzo “normale” per questo genere di bici e che le “botte” prese (spesso impattando contro gradini di roccia nelle discese) hanno rappresentato sicuramente un durissimo test anche per cambio, motore e movimento centrale, tutti componenti che per altro hanno resistito benissimo e funzionano ancora perfettamente.

Del resto l’obiettivo del long test era proprio quello di verificare se e come una bici pensata per un uso ibrido potesse supportare il ciclista in uscite anche più impegnative, sia in termini di dislivelli sia e soprattutto in termini di robustezza e affidabilità di tutta la componentistica.

Vediamo quindi di analizzare “pezzo per pezzo” questa E-Bike riportandovi le nostre impressioni

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Telaio, cerchi manubrio, manopole

A parte il già citato problema dell’altezza  del telaio, che rende più difficoltose le discese sui sentieri, i componenti hanno resistito benissimo a tutti i maltrattamenti che gli abbiamo inflitto. Abbiamo “appoggiato” qualche volta la bici a terra (senza però grosse cadute), colpito innumerevoli volte sassi e radici con cerchi e pedali, picchiato qualche volta la coppa del motore su gradini in discesa e tutto ha resistito molto bene. A parte i normali segni di usura la Icon Trekking si presenta ancora in perfetta forma. La paura da parte nostra era soprattutto per il motore, privo di una vera protezione antiurto, ma la struttura ha resistito oltre le nostre aspettative. L’unico componente molto esposto è la protezione in ferro della corona (più bassa rispetto al motore); infatti l’abbiamo piegata più volte, ma è bastato smontarla e metterla in morsa per riallinearla perfettamente e renderla nuovamente operativa. Tra l’altro proprio questa corona funge involontariamente da protezione anche per il motore toccando spesso prima della coppa.

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Un suggerimento che ci sentiamo di dare a Wayel è quello di aggiungere una protezione batticatena sul carro posteriore. È vero che si trova a pochi euro ovunque, ma una protezione  studiata a monte e integrata nella linea della bici sarebbe sicuramente meglio. Sempre parlando di catena, sarebbe fondamentale prevedere un guida catena anteriore perché nelle discese in mulattiera a causa delle sollecitazioni ci è capitato più volte che la catena scendesse dalla corona. Rimetterla in posizione è molto facile e richiede pochi secondi, ma basterebbe un piccolo accorgimento per evitare anche questo inconveniente.

Un plauso va alle ruote da 29 pollici. La gommatura prettamente cittadina non ci ha sicuramente facilitato il nostro compito nelle salite e nelle discese più impegnative  (volutamente abbiamo deciso di lasciare la bici così come esce dal negozio), ma i copertoni e le camere d’aria si sono dimostrare estremamente robuste e non abbiamo mai forato nemmeno percorrendo sentieri con sassi smossi e decisamente affilati. Ottimi i cerchi e i raggi, che hanno digerito i maltrattamenti senza il benché minimo problema, nemmeno un raggio allentato.

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Nelle discese più difficili dalle mulattiere (ben oltre il normale utilizzo di questa bici) ci è capitato invece che si allentassero le viti della manopole e quella della regolazione dell’inclinazione del manubrio a causa delle forti sollecitazioni e del carico che il corpo esercitava su questi componenti. E’ bastato il classico kit di attrezzi che portiamo con noi in ogni uscita per risolvere prontamente il tutto serrando nuovamente le viti a brugola. Problemi di serraggio, che però non siamo riusciti a risolvere, li abbiamo riscontrati anche con il blocchetto di gestione dell’elettronica posizionato sul lato sinistro del manubrio. Abbiamo stretto la vite di tenuta ma il collarino continua a ruotare leggermente quando si premono i tasti, obbligando a riposizionarlo a mano di tanto in tanto. Sicuramente una cosa facilmente risolvibile dal rivenditore, legata probabilmente all’usura del collarino metallico interno che non permette di serrare correttamente la vite.

Cambio e freni

Lo Shimano Deore a 10 rapporti si è dimostrato estremamente affidabile e in 1.000 Km non lo abbiamo mai dovuto regolare. La cambiata è risultata sempre precisa sia in salita che in discesa e anche in questo caso abbiamo riscontrato una notevole robustezza di tutti i componenti. Per l’uso che ne abbiamo fatto avremmo preferito una corona anteriore più piccola, ma in ottica di utilizzo prevalentemente cittadino la scelta è perfetta, in quando consente di sfruttare al meglio le 5 assistenze del motore scegliendo il giusto rapporto tra velocità e sforzo.

Anche i freni si sono dimostrati efficaci anche sotto sforzo. Non sono potentissimi, ma a nostro avviso rappresentano una scelta ottimale per chi non è particolarmente esperto in quanto sono estremamente modulari e arrivano al bloccaggio solo se lo andiamo veramente a cercare. Abbiamo affrontato discese ripidissime su sassi smossi e le abbiamo superate proprio grazie alla possibilità di scendere con un filo di velocità controllando sempre la bici e soprattutto il bloccaggio della ruota posteriore. Dopo 1.000 Km “vissuti pericolosamente” le pastiglie hanno iniziato a dare segni di cedimento ma è normale usura e ancora continuano a garantire spazi di frenata assolutamente accettabili.

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Motore e batteria

Sul comprato motopropulsore è doveroso spendere qualche parola. Il motore Five F90 ci ha impressionato in maniera molto positiva. Potente, versatile e instancabile, è stato sicuramente il protagonista di questo long test consentendoci grazie alle doti di potenza e coppia di affrontare sentieri e mulattiere in salita e superare pendenze anche molto impegnative. Anche lui è stato decisamente maltrattato ma ha resistito a tutto e funziona ancora perfettamente. La batteria si è comportata altrettanto bene (mai avuto un problema), ma l’autonomia non è adeguata  alle caratteristiche del motore quando si vogliono affrontare giri di una certa lunghezza in montagna. Mi spiego meglio. Siamo riusciti anche a fare percorsi da 60/70 KM con dislivelli di 1.800 metri, ma per riuscirci abbiamo dovuto usare quasi esclusivamente l’assistenza 1 (con qualche accensione della modalità 2 e 3 in brevi tratti particolarmente difficili) , il che significa faticare comunque quando il bello di una e-bike dovrebbe essere proprio il godersi i paesaggi di montagna affrontando le salite senza fatica. Per un uso cittadino o per una qualche uscita domenicale in pianura la batteria da 417 Wh può anche andare bene,  ma riteniamo che una batteria da 500 Wh (che per altro dovrebbe essere disponibile a breve) sia preferibile, magari con una ulteriore opzione da 600/700 Wh come ormai hanno moltissimi produttori. Dico opzione perché una batteria simile farebbe lievitare pesi e prezzi e ha senso solo se si utilizza la bici in contesti di montagna o in lunghi tour.  A parte l’autonomia non abbiamo però mai riscontrato alcun problema e nemmeno cali di prestazioni a distanza di 1.000 Km. Anche la tenuta all’acqua ci è sembrata ottima (e ne abbiamo presa veramente tanta durante il test).

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Display ed elettronica

Probabilmente dovuto all’utilizzo estremamente gravoso e poco consono che ne abbiamo fatto, questo reparto è quello che ci ha dato qualche grattacapo in più. A circa 300 Km il sensore della velocità ha smesso di funzionare senza per altro inficiare il normale funzionamento della bicicletta. Semplicemente il display non segnava più la velocità e i chilometri percorsi. Abbiamo attaccato e riattaccato il connettore ma niente, dopodiché abbiamo resettato la lettura del diametro ruote e magicamente il sensore si è rimesso a funzionare. Il tutto ha funzionato fino a 568 Km, dopodiché il sensore ha dato definitivamente forfait. Probabilmente a causa di questo inconveniente, il motore a volte ha iniziato a spegnersi improvvisamente, come se il sistema rivelasse che la bici fosse ferma da troppo tempo. Un colpetto sul pulsante di accensione e il motore tornava a funziona regolarmente.

Venendo al display, la leggibilità è ottima (anche in pieno sole) grazie alla retroilluminazione e il supporto è molto robusto e stabile. E’ vero che non siamo mai caduti in modo serio, ma di colpi nelle discese dalle mulattiere la bici ne ha presi tanti e dopo 1.000 Km non abbiamo nemmeno dovuto serrare le viti.

Una Trekking Pro?

Dopo averla provata e riprovata siamo convinti che con piccole modifiche la Icon Trekking potrebbe veramente diventare un prodotto estremamente appetibile non solo per i cicloturisti che amano andare alla scoperta di nuovi paesaggi (di fatto lo è già) ma anche per coloro che necessitano una bici da usare tutti i giorni e desiderano affrontare percorsi più impegnativi sui sentieri di montagna durante i weekend.

Il motore è perfetto così com’è: potente, affidabile e molto ben sfruttabile grazie ai 5 differenti livelli di assistenza (a cui si aggiunge la modalità walk per non dover spingere la bici nei tratti più difficili). I freni sono adeguati al tipo di bici e fanno della modulabilità il loro punto di forza.

Quello che ci piacerebbe vedere su una versione Pro è sicuramente una forcella più sofisticata con un’escursione da almeno 130 mm, copertoni più votati all’offroad (magari in opzione a quelli stradali) e una batteria di maggiore durata. Queste modifiche garantirebbero maggiore versatilità e la possibilità di fare lungi giri faticando meno in salita grazie alla possibilità di sfruttare livelli di assistenza più elevati. Se poi si riuscisse ad abbassare il tubo superiore del telaio di qualche cm (cosa non facile vista la posizione della batteria) sarebbe ancora meglio.

Conclusioni

Se cercate una E-Bike stilosa, robusta e perfetta per l’utilizzo in città, ma non disdegnate qualche bella uscita in montagna che non si limiti a strade battute, la Icon Trekking è indubbiamente un’ottima scelta e opportunamente accessoriata può diventare anche una perfetta compagna di viaggio per gli amanti del turismo su 2 ruote. Il prezzo suggerito al pubblico è di 2.449 Euro.

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