
Dopo aver provato la DS, il modello touring della casa californiana, eccoci di nuovo a parlare di Zero Motorcycles con la SR/F, versione naked maggiormente votata al puro divertimento e a un utilizzo urban e commuting, anche se come vedremo l’autonomia garantita dalla batteria al litio Z-Force da 17.3 KWh completamente riciclabile (a cui nel nostro caso si aggiunge un piccolo range extender posizionato al posto del vano portaoggetti) permette anche qualche gita fuori porta senza eccessivo stress da ricarica.

Estetica personale
La SR/F mantiene gli stilemi delle moto naked, sia sotto il profilo della ciclistica sia per quanto riguarda il design, con il motore elettrico Z-Force 75-10 e la batteria lasciati ben in vista, tanto da diventare essi stessi elemento estetico caratterizzante assieme al telaio a traliccio e al bel forcellone in alluminio. La moto appare subito compatta e l’altezza della sella da terra è davvero contenuta, tanto che anche chi è attorno al metro e settanta tocca saldamente a terra con entrambi i piedi. Chi supera il metro e ottantacinque probabilmente la troverà troppo piccola.




All’anteriore spicca il faro sormontato dalla strumentazione TFT a colori, mentre il finto serbatoio nella versione standard ospita un vano portaoggetti protetto da serratura sufficientemente capiente per alloggiare il grosso cavo di ricarica. In alternativa, come nel modello in prova, si può installare il range extender o un caricatore che permette di caricare a 12 .6 Kw al posto dei 6.6 Kw all’ora standard. La moto si può anche caricare con una normale presa di corrente domestica, ma in questo caso il tempo di ricarica da zero a 100 sale a circa 7 ore contro le poco più di 2 e 30 con il caricatore standard e 1 ora e 30 circa con quello più potente. Chiaramente la presa domestica è la soluzione ideale se avete un box con un vostro contatore e potete sfruttarlo durante le ore notturne per la ricarica, anche perché il prezzo della corrente è molto più basso rispetto a quello delle colonnine ed è più facile ammortizzare il costo di acquisto della moto.



I cerchi in lega da 17 sono molto belli e contribuiscono a impreziosire soprattutto la vista laterale e di tre quarti, in cui si apprezza anche il blocco motore verniciato in oro (proprio come i cerchi) e la cinghia di trasmissione in carbonio. La sella è molto confortevole e anche il passeggero non se la passa male.



Il pilota una volta in sella ha davanti a sé il display da 5 pollici, un po’ piccolo per gli standard attuali ma ben leggibile e personalizzabile. Possiamo infatti modificare i quattro campi attorno all’indicatore circolare principale per visualizzare le informazioni che riteniamo più opportune.


La navigazione tramite il blocchetto sinistro multimodale (i tasti cambiano funzione a seconda che la moto sia solo accesa o in marcia) è semplice e permette di modificare istantaneamente i riding mode, gestire il Traction Control e attivare le manopole riscaldate. Purtroppo non sono presenti funzioni di connettività avanzate e non c’è nemmeno un navigatore integrato. Su una moto così tecnologia e di questa fascia di prezzo ci saremmo francamente aspettati molto di più. Di serie invece il regolatore di velocità, attivabile con l’apposito tasto sulla manopola sinistra.
Il design brevettato, con motore fissato direttamente sul perno del forcellone, fornisce l’architettura ottimale per garantire una tensione costante della cinghia di trasmissione e la massima erogazione di coppia alla ruota posteriore. Nell’insieme la SR/F ricorda un po’ i Ducati Monster, ma anche le Suzuki di ultima generazione. Grazie alle componenti tipiche di un veicolo elettrico mantiene però una spiccata personalità, accentuata anche dal sibilo che va aumentando con l’aumentare dell’accelerazione e della velocità.

La qualità delle finiture è nella media e a fronte di componenti di assoluto pregio, come le sospensioni Showa pluriregolabili, ne troviamo altri efficaci ma meno pregiati, come i freni marchiati J.Juan (ora di proprietà Brembo). Anche negli assemblaggi troviamo punti di eccellenza, come lo sportellino che cela la presa di ricarica con chiusura magnetica e altri meno curati, come l’assemblaggio di alcune plastiche in zona faro o il portatarga.



Motore e ciclistica
Il motore della SR/F con architettura brushless a magneti permanenti eroga 119 cavalli alla ruota, non tanti in assoluto per una Naked sportiva, ma quello che stupisce sono i 190 Nm di coppia sempre disponibili che trasformano la Zero in un missile terra aria nei transitori.

Non ci sono cali di giri e non c’è lag tra l’apertura dell’acceleratore e l’erogazione della potenza. Non importa a quale velocità si stia andando, basta aprire l’acceleratore con più o meno decisione e la moto risponde in maniera millimetrica rispetto alla rotazione del polso destro. La velocità massima è limitata a 200 Km/h, ma più che una moto d pista la SR/F è una vera e propria arma letale in fase di sorpasso, in uscita di curva e chiaramente alla ripartenza ai semafori dove è davvero difficile starle dietro. Attenzione però a come la si usa perché i consumi aumentando vertiginosamente sfruttandone al massimo il potenziale.

Leggero e robusto, il telaio in acciaio a traliccio, associato al forcellone in alluminio, offre un buon feeling di guida. A dispetto del peso la moto risulta abbastanza agile e solo nell’affrontare le curve a bassa velocità, a causa della massa che grava sull’anteriore, si percepisce una netta tendenza dello sterzo a chiudere la curva, tanto che occorre contrastare con il manubrio spingendo per tenere la moto in traiettoria.

All’aumentare della velocità si apprezza invece la grande stabilità e l’ottima velocità nello scendere in piega, anche grazie ai Pirelli Diablo Rosso III di primo equipaggiamento e alle sospensioni che lavorano davvero bene. All’anteriore troviamo la Showa Big Piston Separate Function da 43 mm, con precarico e smorzamento in compressione ed estensione, mentre al posteriore un ammortizzatore sempre Showa e sempre con precarico e smorzamento in compressione ed estensione regolabili.

Anche da fermo il peso di poco sotto i 230 Kg si sente parecchio, ma per fortuna il baricentro è molto basso e di serie abbiamo a disposizione la modalità “Reverse” che agevola moltissimo i parcheggi ed è anche pratica da usare.

Al posto della classica catena la Zero SR/F adotta una trasmissione a cinghia in carbonio, efficiente, silenziosa e praticamente priva di manutenzione. Chiaramente in questo caso non abbiamo modo di parlare di cambio e frizione perché semplicemente non esistono. Possiamo però fare un plauso all’acceleratore, davvero preciso non solo nell’erogazione della potenza ma anche nel dosaggio del sistema di frenata rigenerativa. Gli ingegneri di Zero hanno fatto davvero un eccellente lavoro per rendere fluida ed appagante la guida.


Una nota la meritano i freni, molto modulabili e sufficientemente potenti se non si sfrutta a fondo il potenziale. Chiedendo il massimo alla moto, complice anche il peso che grava soprattutto sull’anteriore, fanno un po’ fatica a garantire decelerazioni tempestive e occorre prenderci un po’ la mano. In compenso Abs e controllo di trazione Bosch sono molto ben tarati e sono sempre pronti a intervenire senza mai risultare fastidiosi. In partenza occorre fare molta attenzione al fatto che appena alziamo il cavalletto la moto è “armata”, ovvero pronta a partire alla minima sollecitazione dell’acceleratore. Non esiste un pulsante di conferma e nemmeno un segnale acustico, come avviene su altri modelli elettrici.
Sistema operativo Cypher III+: il cuore della Zero
La SR/F è equipaggiata con la versione più recente del sistema operativo Cypher III+, sviluppato specificatamente da Zero per i suoi modelli. Integra tutte le funzioni necessarie per garantire un utilizzo ottimale della moto e tramite l’App dedicata offre anche molte possibilità di personalizzazione, tra cui la creazione di differenti mappature personalizzate che vanno ad aggiungersi a quelle fornite di serie che sono Eco, Rain, Standard, Sport e Canyon. Anche queste possono essere personalizzate in termini di freno motore e controllo di trazione.
Il sistema operativo Cypher III+ consente anche di ricevere aggiornamenti over-the-air (OTA), di personalizzare il cruscotto e di implementare tutta una serie di “potenziamenti” che possono essere acquistati direttamente in app. Quest’ultima offre accesso a numerose informazioni come lo stato attuale della moto e la sua posizione, lo stato e il tempo di ricarica, la ricarica programmata secondo tempi e obiettivi stabiliti, la condivisione dei dati di viaggio e il monitoraggio dello stato della moto. Tra i potenziamenti acquistabili troviamo una ricarica più veloce del 10% e una modalità di parcheggio avanzato.
Autonomia
Grazie alla batteria agli ioni di litio Z-FORCE da 17,3 kWh per la SR/F Zero dichiara un’autonomia di 283 km nel ciclo urbano. E con l’aggiornamento Power Tank opzionale, che deve essere installato dal rivenditore, è possibile raggiungere una capacità di quasi 21 kWh superando così idealmente i 300 Km. Quanto è veritiero questo dato? Nella pratica poco. Dai nostri test possiamo dire che in città con il Power TanK installato usando con molta parsimonia la modalità Eco si riescono a fare circa 220 Km, dato che scende a circa 150/170 nella guida su strade extraurbane tenendo velocità attorno ai 70 km/h con punte di 100 km/h durante qualche sorpasso o breve tratto di tangenziale.

In modalità Standard guidando tranquilli siamo tra i 130 e i 150 Km di autonomia mentre in modalità sport i consumi calano drasticamente in base non tanto alla velocità massima ma alla potenza istantanea richiesta. In Autostrada finché si viaggia attorno ai 110 km orari i consumi sono accettabili, ma se ci avviciniamo ai 130 Km/h diventano importanti e l’autonomia cala velocemente.
Chiaramente nella stragrande maggioranza dei casi il riding mode Eco è il migliore. Offre già una buona potenza e soprattutto sfrutta molto l’effetto “freno motore” del sistema di recupero dell’energia che aiuta a ricaricare la batteria. Se la distanza non è un problema perché vi spostate in spazi relativamente “piccoli” allora la Zero diventa veramente una fun bike. In città è divertentissima perché passa agevolmente tra le auto e regala ripartenze fulminee. Dopo un po’ si impara anche a usare al meglio la frenata rigenerativa e ci si riesce a fermare ai semafori senza quasi toccare i freni. Le sospensioni incassano bene anche le asperità senza risultare mai troppo molli e nell’insieme si gode di un ottimo confort. Anche il passeggero non se la passa male, deve solo ricordarsi di attaccarsi bene perché la moto riprende con una velocità impressionante con il sibilo tipico che mezzi elettrici ad alte prestazioni. Troppo poco rumoroso però per farsi sentire dagli altri utenti della strada e occorre quindi fare molta attenzione, anche perché la SR/F in modalità Sport copre lo zero-cento in circa 3,5 secondi.

Nel misto la Zero SR/F diverte parecchio, specialmente su qualche bella strada in montagna ricca di curve. Nell’uscita dai tornanti il motore elettrico “fionda” la moto in avanti con una rapidità impressionante, davvero difficile starle dieto anche perché non dovendo avere a che fare con frizione e cambio non ci sono cali di potenza e anche i sorpassi sono fulminei. Le naked sportive di grossa cilindrata sanno fare meglio di lei, ma richiedono al pilota maggiore abilità e anche uno sforzo psicofisico superiore. Sulla SF/R è molto facile sfruttare la potenza, fin troppo se cade in mani sbagliate perché la mancanza di rumore e la tipica erogazione della potenza dei motori elettrici portano facilmente a esagerare. E in autostrada? Beh, non è sicuramente il suo terreno ideale, vuoi per la mancanza di protezione vuoi soprattutto per il consumo molto elevato quando si viaggia a velocità codice. E anche l’idea di fermarsi a ricaricarla non è poi così allettante visto che con il caricatore standard servono comunque più di 2 ore e mezza per una ricarica completa. Se sulle auto elettriche che hanno batterie enormi la ricarica è ancora un problema dobbiamo ammettere che sulla moto è ancora più sentito.
Per chi è adatta?
Difficile rispondere con certezza. Sicuramente per chi non ha problemi economici, possiede magari già una moto a benzina e desidera un mezzo moderno, tecnologico e poco inquinante per giare in città e sottolineare il proprio status.

Ma può essere adatta anche a chi ama la moto ma non percorre molti chilometri ed è pertanto disposto a spendere una cifra considerevole pur di avere un mezzo green con cui fare commuting e qualche gita fuori porta. Poi ci sono chiaramente quelli convinti che il futuro debba essere elettrico e per loro non valgono considerazioni di prezzo o di versatilità. Sicuramente è un delle moto elettriche più tecnologiche oggi in commercio e i 23.500 euro circa necessari per portarsela a casa (in versione base, senza il power tank opzionale) sono tanti in assoluto, ma non così tanti se paragonati alle poche altre proposte di pari livello presenti sul mercato.
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