Bmc Roadmachine 01 Amp X Two: light gravel di razza

Bmc ci ha abituato a prodotti di alta gamma con una spiccata vocazione alle performance e anche in versione Amp X, che strizza l’occhio a un utilizzo gravel, la Roadmachine 01 mantiene il suo Dna corsaiolo e da macinatrice di chilometri. Per molti appassionati di ciclismo potrebbe veramente rappresentare la bici totale, magari con una doppia corona anteriore per renderla ancor più versatile ed efficiente quando si affrontano salite impegnative senza utilizzare l’assistenza. Già di serie stiamo comunque parlando di un prodotto di grande qualità, ottimamente ingegnerizzato e che offre eccellenti prestazioni anche quando si devono affrontare strade sterrate e sentieri accidentati. Noi l’abbiamo portata anche a un rifugio di montagna su un percorso molto più adatto a una mountain bike che non a una bici da strada eppure, soprattutto in salita, la Roadmachine 01 Amp X ci ha stupito per la maneggevolezza e la facilità con cui si riesce a salire anche in presenza di brecciolino e pietre smosse.

Estetica e qualità
BMC è indubbiamente un brand premium e ogni loro bici rappresenta un sapiente mix tra estetica, qualità costruttiva e prestazioni. Il design molto pulito gravita tutto attorno al bel telaio full carbon che integra il motore TQ nel movimento centrale e il pacco batteria nel tubo obliquo. A un primo sguardo sembra una bici tradizionale e solo analizzando i vari dettagli, in particolare il display integrato nel tubo superiore del telaio, si capisce che siamo di fronte a una bici a pedalata assistita in cui tutto è curato nei minimi particolari.

Il manubrio in carbonio, per esempio, è incastonato in un supporto dotato di sistema antivibrazioni, che prevede il passaggio interno dei cavi, e la luce integrata nel reggisella, anch’esso in carbonio, oltre a rappresentare un elemento di sicurezza è molto bella esteticamente è perfettamente integrata nell’impianto elettrico. Appena si accende la bici (anche mantenendo l’assistenza spenta) si accende la luce e la stessa viene usata per indicare quando la batteria è in carica. I cerchi neri, che su questa versione (che non è la top di gamma) sono in alluminio, si sposano perfettamente con il giallo del telaio e con il nero del manubrio. Sono tubeless ready e possono ospitare pneumatici con sezione fino a 38 mm.

Motore e cambio elettronico


Per la parte di assistenza BMC ha optato per un sistema a motore centrale, per la precisione sul compatto e sofisticato TQ HPR50 che, come il nome lascia intendere, fornisce una coppia massima di 50 Nm. È praticamente perfetto su questa tipologia di bici perché assicura una pedalata paragonabile in tutto e per tutto a quella di una muscolare quando lo si tiene spento e molto naturale anche quando si decide di utilizzare l’assistenza. Solo alla massima potenza la fluidità viene un po’ a calare se non si sfrutta la cadenza ottimale, ma dobbiamo dire che in svariati mesi di test l’abbiamo usata davvero poco perché già con il livello intermedio si possono affrontare in scioltezza la maggior parte delle salite. Oltre a essere silenziosissima, l’unità di TQ vanta dimensioni molto contenute, tanto da essere poco più grande di un tradizionale movimento centrale.

Come detto, la batteria da 360 Wh è integrata nel tubo obliquo del telaio mentre il display da 2” monocromatico O-Led (dotato di collegamenti Bluetooth / ANT+) è inserito in quello superiore in modo da essere più protetto e da lasciare più pulito il cockpit, che anche grazie all’integrazione totale dei cavi e alla presenza del cambio wireless è completamente libero. Persino l’attaccato compatibile Garmin per il ciclocomputer/GoPro è integrato nel manubrio, così come il sofisticato sistema di riduzione delle vibrazioni di cui parleremo più avanti. Malgrado sia di dimensioni contenute, il display offre numerose informazioni. Il livello di carica espresso con 10 tacche occupa la parte centra, mentre sopra è presente il simbolo circolare che indica se l’assistenza è presente e quale dei tre livelli disponibili è attivo in un dato istante. Nella parte inferiore troviamo invece il campo in cui compaiono le informazioni secondarie. Il contenuto può essere modificato premendo 2 volte in rapida sequenza il pulsante di selezione delle mappature e mostra, per esempio, la carica della batteria in percentuale, la velocità, il range stimato e i chilometri percorsi. Purtroppo di serie non è disponibile un selettore delle mappature a manubrio e avendo un solo tasto disponibile tutte le volte occorre fare il giro delle tre mappe per tornare a un livello più basso. Se siamo in Eco per intenderci, per spegnere l’assistenza dobbiamo prima andare in Normal e Sport per poi tornare in Normal, Eco e Spento. Una procedura non proprio agevole che accomuna anche altre biciclette che prevedono il display con un solo tasto di controllo. In realtà TQ offre in opzione uno switch da manubrio che vi consigliamo di acquistare come accessorio se pensate di utilizzare spesso l’assistenza.


Un aspetto molto interessante del motore TQ è anche la possibilità di personalizzare tutti e tre i livelli di assistenza tramite l’App dedicata, che permette per ciascun livello di impostare la potenza massima erogata dal motore, la velocità di risposta e il fattore di moltiplicazione (cioè quanta potenza eroga il motore rispetto a quella erogata dal ciclista).


L’app è molto facile da usare e permette di modificare i parametri senza dover spegnere e riaccendere la bici. Le impostazioni standard sono a nostro avviso fin troppo spinte e noi abbiamo preferito abbassare i livelli Eco e Normal, configurando invece in full power lo Sport per usarlo proprio in casi estremi. Così facendo siamo riusciti a fare agevolmente giri con oltre 1.800 metri di dislivello utilizzando i livelli Eco e Normal nei tratti di salita e riuscendo a rientrate con una percentuale residua di carica. La bici, come dicevamo, è dotata anche di connettività Bluetooh e Ant+ in modo da poterla collegare a dispositivi esterni, come il Garmin 830 usato durante la prova. Nel nostro caso abbiamo potuto visualizzare i parametri di base, come livello di assistenza e percentuale di batteria, direttamente sul display del Garmin, ma avendo a disposizione un modello più sofisticato, come il Garmin Edge 1040, è possibile modificare direttamente dallo strumento anche i livelli di assistenza.

L’elettronica di bordo non si ferma al gruppo motore/batteria, ma comprende anche il cambio, che su questa versione più economica denominata Two, se così possiamo definirla visto il prezzo non certo alla portata di tutti, è lo SRAM Rival XPLR eTap AXS monocorona a 12 velocità (10-44T con corona 44T). Per avare il più sofisticato SRAM Force XPLR eTap AXS a 12 velocità bisogna acquistare la versione ONE che costa 1.000 euro in più e offre anche i cerchi in carbonio al posto di quelli in alluminio. A onore del vero va detto che il funzionamento dello Sram Rival è risultato impeccabile anche quando abbiamo portato la bici su sentieri di montagna.

Grazie all’App di Sram possiamo eseguire le regolazioni e anche configurare il funzionamento delle leve al manubrio. Nel nostro caso appena tolta la bici dalla scatola il cambio era già perfettamente sincronizzato e abbiamo solamente invertito la cambiata per far salire i pignoni con la leva destra e fargli scendere con quella di sinistra. Sempre di Sram sono anche i freni idraulici con pinze a 2 pistoncini che mordono dischi da 180 mm.

Prestazioni e confort grazie a telaio e manubrio
Un punto di forza della Bmc Roadmachine AMP 01 X è indubbiamente il suo telaio full carbon realizzato con un attento studio tra rigidità e flessibilità verticale secondo una procedura denominata Tuned Compliance Concept, che garantisce l’equilibrio ottimale tra comfort e performance per una guida che sia facile e veloce allo stesso tempo.

Caratterizzato da foderi corti e una geometria endurance allungata, il telaio offre il meglio soprattutto su terreni compatti dove permette di tenere medie elevate, ma anche su salite accidentate garantisce ottime prestazioni e un buon controllo. Il manubrio in carbonio ha un flare poco aperto, in perfetto stile endurance, ed è caratterizzato dall’attacco manubrio ICS MTT dotato di elastomeri per smorzare le vibrazioni.

Di serie vengono forniti diversi elastomeri per poter regolare la rigidità in base alle proprie esigenze. Anche il reggisella in carbonio con tecnologia Micro Travel è studiato per garantire maggiore confort. Monta una sella Fizik Terra Argo X5 da 150 mm, ha il profilo a D e integra la luce posteriore. Anteriormente non è prevista di serie una luce, ma può essere aggiunta come optional e integrata anch’essa nell’impianto elettrico.

In sella la posizione di guida è abbastanza eretta e sin dalle prime pedalate ci si trova perfettamente a proprio agio. Anche in discesa la bici rimane stabile e curva molto rapidamente, merito anche degli pneumatici Pirelli Cinturato Gravel H da 35 che offrono un’ottima scorrevolezza ma anche un discreto grip sul bagnato e sui terreni scivolosi. Come detto in apertura sulla versione Two i cerchi sono in alluminio tubeless ready con mozzi a perno passante 12×100 e 12×142 mm e il peso complessivo della bici è di 13,3 Kg (12,9 chilogrammi per la Amp X One con cerchi in carbonio). Anche se è un po’ un sacrilegio, visto la bellezza di questa bici, volendo si possono montare i parafanghi nell’ottica di un utilizzo più turistico, o per utilizzarla anche durante gli spostamenti quotidiani preservando i vestiti.
L’assistenza solo quando serve veramente


Abbiamo usato la BMC Roadmachine Amp 01 X Two per diversi mesi e ci è piaciuta moltissimo sia in pianura, dove la si utilizza tranquillamente senza assistenza quasi come una bici da corsa, sia in montagna, dove l’assistenza permette volendo di affrontare giri anche molto impegnativi senza fare troppa fatica. Fino ai 9/10 gradi di pendenza dobbiamo dire che si sale bene anche senza assistenza, oltre il cambio monocorona richiede gambe e allenamento, ma è sufficiente impostare la modalità Normal per riequilibrare il tutto e riuscire a salire anche pendenze nell’ordine dell’13%. Su una salita del giro d’Italia tra Zogno e Miragolo abbiamo utilizzato il primo e il secondo livello per coprire i circa 13 Km e i 690 metri di dislivello consumando il 35% di batteria. Partendo sempre da Zogno e andando a Foppolo abbiamo coperto i 44 Km e i 1.600 metri di dislivello con appena il 10% di batteria, usando però in questo caso l’assistenza solo nei tratti più ripidi proprio perché sebbene non particolarmente allenati siamo saliti tranquillamente a motore spento sfruttando gli ultimi due rapporti e tenendo una media di circa 8 Km/h. Alla massima assistenza si supera qualsiasi salita senza accorgersene, ma attenzione alla batteria perché in questo caso le tacche scendono abbastanza rapidamente. Se pensate di usare molto questo livello vi suggeriamo di optare per il range extender opzionale da 180 Wh che si installa in uno dei due porta borraccia e che porta la capacità totale a 540 Wh.
Oltre a essere veloce la BMC Roadmachine Amp 01 X Two è anche molto versatile e sebbene non sia una vera propria gravel anche sulle strade sterrate si comporta molto bene. In salita è facile alzare l’avantreno per superare piccoli ostacoli mentre in discesa la rigidità del telaio si fa sentire e occorre guidare con attenzione cercando di evitare i colpi più duri che non riescono a essere filtrati dal manubrio e che arrivano inevitabilmente alle braccia e al corpo


Sebbene il telaio non abbiamo numerosi punti di ancoraggio abbiamo provato a equipaggiare la bici con il kit di borse GIVI ottenendo un’eccellente bici da turismo con cui affrontare percorsi anche molto impegnativi in termini di dislivelli su asfalto e su strade sterrate. Le foto si riferiscono per esempio a un giro di 90 Km e 1.475 metri di dislivello fatto a pieno carico e utilizzando esclusivamente i primi due livelli di assistenza con il primo personalizzato per consumare il minimo indispensabile e togliere, di fatto, il peso in più della bici. In questo caso siamo riusciti a completare il giro senza eccessiva fatica utilizzando il 48% di batteria, sfruttata per lo più nelle salite più impegnative. All’atto pratico come accennavamo in apertura significa che con una carica si possono fare tranquillamente giri da 150 km con 2.000 metri di dislivello, chiaramente usandola a motore spento quando ci troviamo in piano o quando si affrontano lievi pendenze. Il vantaggio rispetto a una bici tradizionale è quello di non andare in debito di ossigeno o di forze sui tratti in salita, potendosi così godere al meglio il viaggio.

Due versioni disponibili per la Amp X

La Roadmachine Amp X è disponibile in due versioni.

La Two oggetto di questa prova proposta a 7.499 euro e la One che con 1.000 euro in più offre cerchi in carbonio e cambio Sram Force eTAP AXS al posto del Rival.

Chi pensa a un utilizzo quasi esclusivamente su strade asfaltate e volesse spendere meno può optare per la Roadmachine Amp Three, che a 5.999 euro prevede motore Mahle X20 nel mozzo posteriore con batteria da 350 Wh, cambio Shimano 105 a 11 velocità con corona 50-34T e rapporti 11-32T e spazio per copertoni fino a 33 mm. Anche in questo caso il telaio è full carbon e i cerchi sono in alluminio.

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