Volterra, una cittadina e un territorio nel cuore della Toscana ricco di fascino, paesaggi meravigliosi e strade sterrate che sembrano disegnate proprio per andarci con una gravel. Non una di quelle costose, fatte per battere i tempi o affrontare chissà quali percorsi, ma una gravel semplice, robusta, affidabile, che si possa caricare di bagagli per una vacanza alla scoperta di luoghi, colori e sapori.
Ecco perché il nome che Lombardo ha scelto per la sua gravel entry level ci sembra proprio azzeccato. Una bici in acciaio e alluminio, robusta ed essenziale, che offre una buona dotazione di partenza per avvicinarsi a questa affascinante tipologia di bici e mettersi in viaggio portando eventualmente con sé tutto il necessario per un fine settimana o per una vacanza più lunga. Il peso di 13,3 Kg non è bassissimo (alcune concorrenti con forcella in carbonio riesco a stare sotto gli 11 kg, ma hanno un costo maggiore), però nemmeno esagerato per una gravel con cambio 2×9. Inoltre la robustezza dell’acciaio la rende una bici adatta ad essere maltrattata, per esempio caricandola nel baule di un’auto e su un treno.
Il design è semplice, ma piacevole, e la livrea bicolor, specie in questa versione in prova lilla con forcella bianca, dona quel pizzico di personalità in più. Anche per quanto riguarda l’assemblaggio Lombardo ha optato per componenti semplici, ma di qualità, a cominciare dal cambio Shimano Sora 2×9 che assicura un buon range di rapporti. Spesso su bici in questa fascia di prezzo, o anche superiore, viene impiegato lo Shimano Claris 8×2, che si posiziona un gradino sotto al Sora. Complimenti quindi a Lombardo per la scelta di fornire anche su una bici di accesso un cambio che mutua già tecnologie presenti nei cambi più costosi e con una scelta di rapporti più ampia. I cerchi da 28 in alluminio a sgancio rapido sono i Signum XRK 540 e calzano ottimi pneumatici Schwalbe G-One Speed da 28×1.35, molto scorrevoli e robusti.
I freni su entrambe le ruote sono a disco con rotori Promax da 160 mm, sui quali agiscono pinze a comando meccanico a cavo, le DSK-300 sempre di Promax.
Il passaggio cavi è esterno, il che se da un lato è una soluzione esteticamente meno raffinata dall’altro facilita moltissimo le operazioni di manutenzione e in viaggio permette di risolvere eventuali inconvenienti anche da parte di chi non è particolarmente esperto. Solo la guaina del freno posteriore passa parzialmente all’interno del telaio nel tratto che attraversa il tubo obliquo.
Il tubo sella da 28.6 mm, con collarino a sgancio rapido, monta un Selle Italia Model-X Superflow che è risultata molto confortevole. L’attacco manubrio è Signum e il manubrio da 420 mm è un Ritchey in alluminio. Di serie vengono forniti semplici pedali flat in plastica.
Il prezzo suggerito al pubblico è di 1.099 euro, ma si trovano facilmente offerte che portano il prezzo sotto i 1.000 euro. Due i colori disponibili visibili in foto.
In sella
La prima parola che ci viene in mente salendo sulla Volterra è semplicità. La possiamo considerare una bici adatta anche agli spostamenti di tutti i giorni o per divertirsi nei weekend, che all’occorrenza può però trasformarsi in una fedele compagna di viaggio. La guida è quella classica di una gravel con il manubrio non troppo aperto e una posizione del corpo rilassata. Il controllo è buono anche in città e il nastro di serie offre un buon grip.
I comandi del cambio, con la leva sinistra ad azionare il deragliatore anteriore e quella di destra il cambio posteriore, sono precisi anche sotto sforzo e mantengono le regolazioni anche a distanza di tempo. Il cambio grazie alla doppia corona anteriore da 34/50 offre una grande varietà di rapporti e permette di utilizzare la Volterra anche su impervi percorsi di montagna. Viste le dimensioni delle corone anteriori avremmo preferito una cassetta 11/34, per essere ancora più agili in salita, al posto della 11/32 di serie. I freni, pur essendo ad azionamento a cavo, garantiscono un buon mordente nelle normali condizioni di utilizzo. Solo in presenza di forti discese che richiedono un utilizzo prolungato si sente la mancanza di un impianto idraulico più costante e morbido nell’utilizzo. I Promax 300 frenano, ma richiedono di agire con decisione sulle leve e quando occorre frenare a lungo e in modo incisivo affaticano maggiormente le mani.
Abbiamo portato la Volterra su salite in offroad con sassi smossi e si è comportata molto bene. La forcella in alluminio non è poi così diversa da una in carbonio non ammortizzata e si percepisce solo un peso leggermente superiore all’anteriore. Il suo terreno ideale, oltre ovviamente all’asfalto, sono le strade bianche o i facili sentieri nei boschi, sui quali la Volterra garantisce un buon controllo. Sul pavè cittadino è abbastanza rigida, in compenso anche tenendo leggermente sgonfi gli pneumatici per sfruttare un maggiore effetto ammortizzante non abbiamo mai bucato nemmeno quando ci siamo avventurati sui percorsi offroad più critici per una gravel.
Per quanto concerne la capacità di carico la Volterra offre diversi punti di fissaggio e anche se non arriva alla versatilità di altre bici, che offrono ulteriori punti anche sul tubo superiore del telaio, sulla forcella e sul tubo inferiore del triangolo principale, garantisce comunque la possibilità di avere due borracce o portaattrezzi, due portapacchi ed eventualmente anche di montare un cavalletto. Chiaramente usando poi borse specifiche per forcella, manubrio e telaio si può personalizzare la bici come meglio si crede per affrontare viaggi anche molto lunghi. Volendo si possono anche installare i parafanghi per rendere la bici ancor più versatile, specialmente se la si utilizza per andare al lavoro e non si vuole arrivare inzaccherati in caso di pioggia.
Conclusioni
Nella fascia di prezzo attorno ai 1.000 euro la Lombardo Volterra ha davvero interessanti frecce al suo arco. Le dirette rivali spesso hanno la forcella in carbonio, ma offrono cambi meno sofisticati e con un minor numero di rapporti, oppure montano la mono corona con cambio a 11 velocità che non tutti gradiscono per via del minor numero di rapporti disponibili, che si traduce in una minore versatilità nell’adattarsi non solo alle caratteristiche del percorso ma anche al livello di allenamento del ciclista, specie quando si affrontano lunghe salite con pendenze impegnative.
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