Simplon Rapcon Pmax Pinion: l’alternativa

Il brand austriaco è ancora poco conosciuto in Italia, ma in catalogo vanta prodotti di altissimo livello che coprono le varie discipline. Per il settore e-bike, in particolare, propone la Rapcon Pmax Pinion, una bici che rappresenta una valida alternativa rispetto ai marchi più blasonati; non tanto per le caratteristiche relative a telaio e componenti, quanto per l’innovativa drive unit impiegata che, come vedremo, rappresenta una vera e propria rivoluzione in un settore in continuo fermento. Per la prima volta su una mtb da All Mountain/Enduro sparisce infatti il classico pacco pignoni a 12 velocità abbinato al deragliatore e al suo posto troviamo un motore con cambio elettronico sequenziale direttamente integrato nel motore. Abbiamo volutamente parlato di alternativa, perché la prova ha evidenziato tanti pro e qualche contro che devono essere attentamente valutati per effettuare una scelta consapevole. In questo articolo cercheremo proprio di mettere in luce le peculiarità del sistema, che può essere approcciato in due modi differenti che coesistono grazie alla possibilità offerte dall’unità di controllo e che, a nostro avviso, coincidono anche con un utilizzo più votato all’esplorazione di percorsi e uno più enduro su sentieri molto tecnici, specialmente se affrontati in salita.

Telaio in carbonio e personalizzazione spinta

La Rapcon Pmax Pinion vanta un telaio in carbonio progettato espressamente per questo modello, che nella taglia M ospita una batteria estraibile da 720 Watt/h (960 nelle taglie L e XL). I tubi sono di generose dimensioni e nella parte anteriore spiccano le prese d’aria laterali, che oltre a dare un tocco racing vanno a ottimizzare il raffreddamento della batteria e del motore.

Ulteriori feritoie sono ricavate nello skid plate che ripara sial il motore sia il telaio. Il passaggio cavi è integrato, con entrata direttamente nel tubo sterzo dotato anche di fermi invisibili per evitare che in caso di caduta il manubrio possa andare ad urtare il telaio.

Anche il carro posteriore è in carbonio e prevede il classico schema a quattro punti di snodo con l’ammortizzatore posizionato in verticale che offre, nella nostra configurazione, la possibilità di regolarlo solo su tutto chiuso o tutto aperto.

La presa di carica della batteria è collocata poco sopra al motore, sul lato sinistro del tubo anteriore del telaio, ed è protetta da uno sportellino a molla decisamente ben fatto. A differenza di altri motori la spina è inoltre molto facile da inserire. Il carbonio è utilizzato non solo per il telaio ma anche per il manubrio, che nella configurazione standard è da 800 mm di larghezza e può essere richiesto anche nella versione da 760 mm.

Al momento dell’acquisto è possibile configurare la Rapcon Pmax Pinion scegliendo freni, sospensioni, cerchi, controller, display, selle, batterie e molto altro. Nel nostro caso, per esempio, la bici ci è stata fornita con freni Shimano XT 8120, con dischi da 200 mm, e sospensioni RockShox (in alternativa si possono montare componenti Fox), per la precisione una Zeb da 170 mm all’anteriore e un ammortizzatore Super Deluxe Select+ con 165 mm di escursione al posteriore. Il display a colori è il modello più grande tra quelli disponibili, molto bello ma anche molto esposto agli urti essendo montato a sbalzo in posizione centrale proprio davanti al manubrio.

La configurazione fornitaci prevede anche reggisella telescopico BikeYoke Revive, sui cui è montata una Selle Italia X-bow, e ottimi cerchi DT Swiss 1900 in alluminio. Nel nostro caso erano entrambi da 29”, ma volendo si può optare per una configurazione mullet con cerchi DT Swiss dedicati. Ottimi anche gli pneumatici montati di serie, gli Schwalbe Magic Mary in versione Super Gravity con compound soft. Volendo la bici può essere equipaggiata anche con un localizzatore satellitare GPS che non solo permette di ritrovarla più facilmente in caso di furto, ma offre anche servi aggiuntivi come assistenza in caso di incidente o pericolo.

Unità Pinion E1.12: il cuore della Rapcon

Chiaramente la peculiarità principale della Rapcon Pmax Pinion, che ne delinea in gran parte anche le caratteristiche di guida, risiede nel motore impiegato. Si tratta della sofisticata drive unit Pinion E1.12 da 250 Watt, specificatamente sviluppata per le e-mtb e le e-bike più performanti, che integra il cambio elettronico a 12 rapporti nel blocco motore e offre una coppia di 85 Nm con una potenza di picco di 600 Watt.

Il sistema, essendo dotato di cambiata elettro-meccanica, è anche in grado di selezionare automaticamente i rapporti secondo due logiche di funzionamento impostabili dall’utente. Mentre si procede senza pedalare, per esempio in discesa o durante uno slancio in pianura, la modalità Pre.Select cambia automaticamente per consentire di ricominciare a pedalare in modo ottimale con la cadenza prestabilita impostata tramite il display (ad esempio 60 pedalate al minuto). Quando invece si va in salita per attivare il cambio automatico in modo che passi a un rapporto più agile è necessario tenere i pedali allineati per uno/due secondi; questo, assieme all’impossibilità di salite o scendere più marce alla volta, è forse l’aspetto che ci ha convinto meno, specialmente su sentieri tecnici affrontati in salita dove è fondamentale avere il rapporto giusto pe non impiantarsi.

La modalità Start.Select, al contrario, cambia a un rapporto predefinito per agevolare le ripartenze da fermo. Immaginate di pedalare molto velocemente e di dovervi improvvisamente fermare, in questo caso il sistema riporterà automaticamente il cambio alla marcia più agile definita nelle impostazioni di sistema. Nel nostro caso, per esempio, abbiamo impostato la ripartenza sulla settima marcia e questa caratteristica risulta molto utile guidando in pianura e ancor di più in città dove semafori, pedoni e ostacoli vari obbligano a continui stop&go. Appena si riparte il cambio procede poi con le sue logiche di controllo in base alle impostazioni scelte.

Va detto, e questo è fondamentale specialmente nella guida in fuoristrada, che le opzioni sono attivabili contemporaneamente o individualmente e che in ogni caso il rider ha la facoltà di intervenire in qualsiasi momento attraverso il selettore elettronico al manubrio per cambiare marcia. E qui veniamo al vero plus del Pinion E.1.12, perché il “manettino” elettronico con le due leve per salire o scendere di rapporto funziona alla perfezione e permette cambi di marcia rapidissimi anche sotto sforzo. Questo grazie alla presenza di un attuatore elettro-meccanico e di un sistema che ottimizza il regime di rotazione del motore e il relativo abbinamento con i vari ingranaggi.

Di fatto scompare un aspetto che con i cambi tradizionali è sempre molto critico e che a volte può portare a rotture, non solo della catena ma anche dei componenti stessi del motore proprio perché gli utenti inesperti sbagliano spesso il momento di cambiata. Con la Rapcon Pmax Pinion abbiamo più volte provato a cambiare brutalmente risalendo una mulattiera con gradini di roccia e tronchi e la cambiata è sempre risultata impeccabile. Non solo, possiamo anche cambiare marce mentre non stiamo pedalando, altro grande vantaggio di questo sistema. Possiamo, per esempio, arrivare in fondo a una discesa con il decimo rapporto (terzo pignone dal basso) inserito e trovarci di fronte a una salita molto impegnativa che richiede di salire di almeno cinque rapporti. Basterà predisporre il cambio tramite la leva al manubrio per poter riprendere a pedalare con la marcia corretta già impostata. Il cambio elettro-attuato usato in sequenziale manuale è a nostro avviso la vera rivoluzione di questa unità e quella che cambia più di ogni altra cosa il comportamento della bici, anche perché il feeling delle leve è davvero ottimo e l’utente può scegliere con quale salire e quale scendere d marcia direttamente dallo schermo senza nemmeno dover utilizzare una app.

Tra l’altro il Pinion E.1.12 ha un rapporto di demoltiplicazione più alto rispetto ai tradizionali cambi a 12 velocità e si sale tranquillamente con il 3 o 4 pignone su salite molto ripide in offroad dove solitamente si userebbero i primi due rapporti per avare maggiore agilità.
Il peso dichiarato del motore è di 4,1 Kg, ottimo considerando che include anche il cambio, ma soprattutto a impressionare molto positivamente è la quasi totale assenza di manutenzione. La casa dichiara che è sufficiente un cambio dell’olio ogni 10.000 Km, praticamente l’intero ciclo di vita della bici. Il voltaggio è a 48 Volt pe ottimizzare l’efficienza e la batteria può essere da 720 o 960 Watt ora (a seconda delle taglie). Si può inoltre aggiungere un range extender da 535 Wh per arrivare sulle taglie L e XL a ben 1495 Wh di capacità.

Addio deragliatore, pacco pignoni e catena

Esteticamente la prima cosa che salta all’occhio è la pulizia del carro posteriore dovuta all’assenza del pacco pignoni e del deragliatore, un vantaggio non solo estetico ma soprattutto funzionale visto che il deragliatore è uno dei componenti più a rischio su una mountain bike.

Qui semplicemente non c’è e quindi non si può piegare o rompere, compromettendo il funzionamento del cambio. Non essendoci poi il pacco pignoni si può anche fare a meno della catena, che nel caso della Simplon Rapcon Pmax Pinion lascia il posto a una robusta cinghia dentata che non necessità di lubrificazione (la durata indicativa è di 8.000 km) e che è sensibilmente più silenziosa. Altri produttori che utilizzano il medesimo motore, come Rotwild, hanno preferito mantenere la catena perché ritengono dia un feeling ancora superiore nell’utilizzo più spinto, ma dalla prova che abbiamo fatto anche su sentieri molto impegnativi dobbiamo dire che ci siamo trovati benissimo con la cinghia, che nel caso di Simplon prevede un tensionatore automatico posto vicino alla corona.

4 livelli di assistenza e cambio automatico

Il Pinion E1.12 offre quattro modalità di assistenza, denominate: Eco, Flow, Flex e Fly, a cui si aggiungere la modalità Walk che può essere personalizzata in termini di velocità massima raggiungibile (fino a un massimo di 6 Km/h) e che è risultata davvero molto efficace perchè a differenza di altri motori è indipendente dal rapporto impostato.

Eco fornisce un supporto lineare alla spinta sui pedali per ridurre il consumo di batteria ed è adatto per un utilizzo su terreni pianeggianti, mentre Flow e Flex variano automaticamente la potenza in base alla spinta sui pedali secondo due curve di potenza differenti. Sono quelli più usati in salita e in offroad e offrono un ottimo feeling di guida. Fly, infine, è la classica modalità full power che predilige il massimo sfruttamento del motore a discapito dell’efficienza energetica (e aggiungerei anche di controllo in termini di trazione).

Interessante nelle prime tre modalità la possibilità di attivare per un istante la modalità Fly tenendo premuto il tasto Walk, una sorta di extra boost che però avremmo preferito venisse attivato con una sola pressione e mantenuto per qualche secondo o fino all’utilizzo dei freni. Il fatto di dover tenere premuto il tasto Walk costringe infatti ad allentare un po’ la presa sulla manopola proprio nel momento in cui stiamo affrontando un ostacolo critico, per esempio una roccia da scavalcare in salita.

Come ormai avviene su quasi tutti i motori moderni I livelli di assistenza possono essere modificati tramite l’App FIT e-Bike e vengono gestiti tramite il controller al manubrio, un po’ troppo massiccio per i nostri gusti, che prevede due grandi tasti di selezione e tasti più piccoli per gestire le viste del display, i menu di configurazione, le luci (se presenti) e la modalità Walk.

Tutte le informazioni vengono visualizzate sul grande display a colori che mostra davvero una grande quantità di dati raccolti in diverse pagine. Si tratta di un’unità opzionale perché la versione base prevede un controller monocromatico con display integrato simile al Purion di Bosch. Avendo un tubo superiore del telaio molto ampio ci sarebbe piaciuto un display inserito al suo interno, molto più protetto in caso di caduta.

App evoluta

Tramite l’App Fit E-Bike possiamo non solo personalizzazione le mappe motore, ma anche sfruttare funzionalità avanzate come la navigazione con mappe visualizzate sullo schermo e la creazione di percorsi grazie all’integrazione con Komoot. L’app permette inoltre di trovare la propria bici nelle vicinanze, attivare una modalità antifurto (gratuita), connettersi rapidamente con un sensore di frequenza cardiaca e altro ancora. Per collegarla è sufficiente inquadrare il QR code presente sulla tessera identificativa che viene fornita al momento dell’acquisto della bici.

Alla guida

In sella della Simplon Rapcon Pmax Pinion ci si trova subito bene, con una posizione confortevole non troppo caricata sull’anteriore. Solo sulle salite più ostiche occorre portare il corpo molto in avanti per tenere la linea, ma fortunatamente viene in aiuto la potenza espressa dal motore e soprattutto il fatto di poter cambiare anche nel bel mezzo di uno sforzo senza perdere potenza o impiantarsi. Sul viscido in salita abbiamo notato una certa tendenza a perdere aderenza, che va compensata tenendo gli pneumatici più sgonfi (consigliamo l’uso di una configurazione tubeless), mentre in discesa si apprezza la “leggerezza” della ruota posteriore, che sembra far lavorare meglio anche l’ammortizzatore. Solo su discese molto tecniche sembra mancare un po’ di feeling con il terreno, ma forse è solo questione di abitudine.

Il cambio elettronico è davvero perfetto e la possibilità di cambiare sotto sforzo e anche mentre non si pedala apre nuove prospettive alla guida anche in fuoristrada. La potenza del motore ci è parsa simile a quelle di un Bosch CX e il feeling con i pedali è buono, anche pedalando a motore spento. In salita usando la modalità Flex (la nostra preferita) la risposta alla pressione che diamo ai pedali e molto lineare e il motore sale di potenza senza strappi o esitazioni. In discesa stupisce la silenziosità meccanica, dovuta sia all’assenza di rumori provenienti dal motore sia dalla mancanza di catena, pacco pignoni e deragliatore. Purtroppo, in salita le cose cambiano in negativo e il Pinion E.1.12 evidenzia una rumorosità decisamente superiore a quelle degli altri motori top di gamma, specialmente nei primi 4 rapporti che sono poi quelli più utilizzati sui sentieri di montagna. Se siamo in città o su una ciclabile con già parecchio rumore di fondo non ci si fa caso, ma in un bosco o su una strada silenziosa è davvero un rumore fastidioso. Le cose vanno meglio dalla quinta all’ottava marcia e ancora meglio dalla 9 in poi, dove il motore diventa silenziosissimo. Spesso in salita ci siamo più volte trovati a usare rapporti più duri al posto di quelli agili, richiedendo così maggiore sforzo al motore con relativo aumento del consumo, proprio per ridurre il rumore. Il fatto che il sound del motore cambi sensibilmente dalla 5 marcia in poi non è un caso, ma deriva dal fatto che al suo interno presenta due blocchi di ingranaggi: uno copre dalla prima alla quarta marcia, l’altro dalla quindi alla dodicesima. E qui veniamo a un altro difetto riscontrato, anche se tutto sommato veniale. Dovendo shiftare da un blocco di ingranaggi a un altro quando si passa dalla quarta alla quinta marcia c’è un piccolo delay nella cambiata e i pedali vanno per un istante a vuoto, come se “perdessero” un quinto di giro. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine, ma sulle prime è una sensazione fastidiosa, simile a quella che si ha quando il cambio non è perfettamente registrato e fatica a scendere o salire di marcia.

Abbiamo usato La Rapcon Pmax Pinion in versione configurata da enduro e portandola anche su percorsi molto tecnici. Qui si apprezza tantissimo il cambio elettronico e tutti i suoi vantaggi, mentre è quasi controproducente l’utilizzo del cambio automatico perché non è in grado di adattarsi istantaneamente alle condizioni mutevoli di un trail offroad con continui cambi di pendenza. In questo caso, infatti, il rischio è che il sistema cambi marcia quando non vogliamo, o peggio ancora che predisponga il cambio in un rapporto molto duro a seguito di una discesa costringendoci a risalire rapidamente le marce nel momento in cui ci troviamo improvvisamente davanti a una salita. Giusto per chiarire ecco un tipico esempio: stiamo procedendo su una salita tecnica con il terzo rapporto inserito, arriviamo su un breve tratto pianeggiante o in discesa e subito dopo dobbiamo affrontare un’altra salita ripida. In questo caso il sistema scende anche di 4 o 5 rapporti in pochissimo spazio e se non interveniamo immediatamente con le levette saremmo impossibilitati ad affrontare la salita successiva. Ecco perché su percorsi offroad impegnativi è preferibile disabilitare gli automatismi e procedere unicamente con il sequenziale. Su sentieri più scorrevoli in discesa o pianeggianti la modalità automatica può invece avere senso, ma occorre un periodo iniziale di sperimentazione per trovare il giusto setting in base alle nostre caratteristiche di guida e al tipo di percorso.

Luci e ombre, infine, arrivano dai consumi rilevati. Forse proprio per la necessità di alimentare il cambio integrato e di tenere rapporti più silenziosi ove possibile (quindi i meno agili) abbiamo rilevato un consumo superiore alla media degli altri motori. Con la batteria da 720 Wh utilizzando prevalentemente le modalità Flow e Flex abbiamo coperto un percorso enduro impegnativo di 24 km e 1.240 metri di dislivello rientrando con circa il 40% di carica. Diciamo che la batteria da 720 Wh ci è parsa paragonabile come durata a una 630Wh utilizzata su uno Shimano Ep8, chiaramente a parità di percorso. Ottimo invece il consumo in Eco, che però nella configurazione standard fornisce una spinta modesta pensata quasi esclusivamente per un utilizzo su percorsi pianeggianti.

Conclusioni

Simplon con la Rapcon Pmax Pinion ha fatto davvero un lavoro molto interessante, realizzando una e-mtb che va a ritagliarsi un proprio spazio in un settore decisamente combattuto e competitivo. La peculiarità della trasmissione a cinghia, del cambio integrato nel motore, di poter cambiare senza pedalare e anche sotto sforzo senza rischiare di rompere tutto e le funzioni di cambiata automatica sono tutti aspetti interessanti sia per chi si avvicina magari per la prima volta al mondo delle e-mtb sia per chi è già un esperto e vuole una bici performante, con il cambio sempre perfettamente registrato e con pochissima manutenzione.  

Per vedere i dettagli e provare a configurare la bici con i componenti che preferite potete cliccare qui