Trilix: 1.000 Km senza pensieri

Torniamo a parlarvi della Trilix, di cui potete leggere la prova completa qui, perché non capita spesso di poter usare una bici tutti i giorni per molto tempo per agli spostamenti di redazione. Grazie a Moto Parilla, che ci ha lasciato la bici in uso, abbiamo superato i 1.100 Km usando la Trilix per tutti gli spostamenti cittadini, anche sotto la pioggia e senza prestarle troppa cura perché volevamo proprio simulare l’utilizzo da parte di un utente comune, che non sa intervenire sulle componenti e nella maggior parte dei casi si dimentica persino di lubrificare la catena (noi l’abbiamo fatto 2 volte in 1100 km).

Possiamo subito dirvi che la piccola pieghevole a pedalata assistita si è dimostrata davvero valida e in oltre un anno di utilizzo non ci ha dato il benché minimo problema. Ma procediamo per gradi e andiamo a vedere le varie componenti per capire come si sono comportate, il loro livello di usura ed eventuali interventi che abbiamo dovuto eseguire.

Il telaio a traliccio che caratterizza questo modello, con la grande leva centrale posizionata all’interno per poter ripiegare la bici su sé stessa, è ancora immacolato, malgrado le “pedate” spesso ricevute durante le operazioni di salita e discesa, e l’unico segno lo abbiamo causato noi sbattendo contro un muretto. Si è però segnato solo lo strato superficiale della vernice e non il fondo, Segno evidente che la verniciatura è fatta molto bene. Come dicevamo l’abbiamo utilizzata spesso anche sotto la pioggia e non abbiamo riscontrato tracce di ruggine nemmeno negli snodi di chiusura.

Tutte le leve hanno mantenuto la loro funzionalità, sebbene non siano mai state ingrassate o lubrificate, e anche il piantone dello sterzo e il manubrio verniciato in nero non presentano segni di usura. Lo stesso si può dire per tutte le tubazioni e i fermacavi e anche nella zona più esposta, vicino al terreno, le guaine sono ancora in perfetto stato.

Manopole e leve sono ancora come nuove, mentre abbiamo dovuto sostituire i pedali in quando uno dei due forniti di serie, del tipo pieghevole, si è rotto a circa 700 km. Non piegando spesso la bici su sé stessa abbiamo preferito mettere dei semplici pedali da città.

La sella Italia, montata su un tubo sella dotato di ammortizzatore, si presenta ancora in perfette condizioni e l’unica cosa che abbiamo notato è che il sistema ammortizzante ha preso un leggero gioco sull’asse orizzontale, niente però che ne pregiudichi il funzionamento.

Tra l’altro questo elemento, unito alla forcella con ammortizzazione centrale, è quello che abbiamo maggiormente apprezzato girando in città perché quando si passa su buche, pavé e asperità varie il confort è davvero buono. Trascorsi 1.000 Km non ci sono fastidiosi cigolii e non abbiamo mai dovuto serrare i perni delle ruote o i bulloni della corona.

Un plauso va anche all’impianto frenante idraulico Tektro. Non sono mai state cambiate le pastiglie e le leve hanno mantenuto un ottimo feeling e una potenza frenante più che adeguata alle prestazioni del mezzo. Anche in questo caso pinze, dischi e pastiglie sono ancora in ottime condizioni.

Passando al motore, che ricordiamo essere il Bofeili T210 da 250 Watt da 75 NM, con sensore di coppia, non ci ha mai dato alcun tipo di problema, al pari della batteria da 540 Wh.  Già al primo livello di assistenza offre un’ottima spinta e anche aumentando i livelli resta comunque silenzioso, tanto che in città, complice anche i rumori ambientali, si fatica a sentirlo.

Consente agevolmente di affrontare anche salite molto impegnative da fermo e di muoversi rapidamente in città potendo contare sull’ottima autonomia garantita dalla batteria di grandi dimensioni. Solo una volta ci è capitato di finire la batteria (ma ci eravamo completamente dimenticati di caricarla) e abbiamo apprezzato il fatto che la bici si riesce comunque a pedalare bene in pianura. La batteria trova posto nel telaio a traliccio all’interno di una borsa in tela removibile che resiste bene alla pioggia, anche se per motivi di sicurezza avremmo preferito una soluzione più a “prova di ladro”, magari una custodia in plastica rigida protetta da chiave. Fortunatamente a distanza di un anno e oltre 1.100 Km percorsi è ancora al suo posto, sebbene ci sia capitato di lasciare la bici parcheggiata in giro per la città, solo però per brevi periodi di tempo. A livello di efficienza ci sembra che tempi di ricarica a autonomia non siano cambiati rispetto a quando ci hanno consegnato la bici ancora imballata, il che considerando che l’abbiamo spesso ricaricata parzialmente senza badare troppo all’ottimizzazione è un’ottima notizia in ottica di chilometraggio e affidabilità.

Un discorso a parte merita il cambio, che sulla nostra versione è a nostro avviso quello meno adatto alla tipologia di bici. Ricordiamo infatti che la Trilix è disponibile con il sofisticato cambio Enviolo, con un semplice cambio tradizionale a 5 velocità Shimano e con il cambio Archer a 3 velocità senza pignoni, montato sulla versione in prova. Complice anche la corona molto grande non offre quel range di variabilità che garantirebbe una pedalata ancora più fluida. In compenso dopo avere inizialmente faticato un bel po’ per regolarlo correttamente (cosa che però normalmente fa il rivenditore prima della consegna al cliente) non ha richiesto ulteriori interventi di registrazione.

Il cavalletto si è rivelato molto robusto e anche gli pneumatici sono ancora in ottime condizioni, malgrado durante il test li abbiamo utilizzati anche su strade sterrate. La catena sebbene sia stata utilizzata senza troppo riguardo è ancora in ottimo stato e misurata con l’apposito attrezzo è risultata ancora perfettamente nella norma in termini di usura.

Volendo riassumere, dopo esattamente 1.118 km la Trilix è ancora in perfette condizioni e l’unico inconveniente, davvero marginale, possiamo dire sia stato la rottura di un pedale. Davvero poca cosa considerando che stiamo parlando di una bici usata davvero senza troppi riguardi in una città, come Milano, che in centro mette a dura prova le bici a causa del tanto pavé, degli innumerevoli binari e di piste ciclabili spesso non proprio in condizioni ottimali.

Complimenti quindi a Moto Parilla per il prodotto ben ingegnerizzato. Del resto, il prezzo non è certo da entry level ed è giusto che il cliente che si avvicina alla Trilix possa dormire sonni tranquilli in termini di qualità della componentistica e affidabilità.

Potete scoprire la gamma Trilix qui

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