Leoncino Trail: la scrambler tuttofare

Avevamo già provato tempo fa la Leoncino 800 ed eccoci a parlare della versione più avventurosa, che pur mantenendo le caratteristiche di base si va a posizionare nel segmento delle scrambler, ovvero quelle moto che pur essendo pensate prevalentemente per un utilizzo stradale vantano caratteristiche tali da consentirne un impiego agevole anche nel fuoristrada leggero e che spesso proprio in fuoristrada sono più facili da usare rispetto alle maxi enduro, più pesanti e ingombrati.

Come vedremo la Leoncino Trail ha molte frecce al suo arco, a cominciare sicuramente da un prezzo, che malgrado una concorrenza sempre più agguerrita resta allettante, e da un campo di utilizzo più ampio rispetto alla sorella stradale, dalla quale si differenzia per una serie di particolari che la donano un’estetica più muscolosa.

Design classico e ciclista affinata per l’uso anche offroad

Cominciamo proprio dal design, che mantiene uno stile sicuramente classico per la categoria e che punta moltissimo sul confort, la semplicità e la facilità di utilizzo in tutte le situazioni. Come accennato, la Leoncino 800 Trail si presenta subito più muscolosa grazie allo scarico doppio alto con le canne tagliate “a fette di salame”, in parte coperte dalla tabella porta-numero, agli pneumatici moderatamente tassellati montati su cerchi a raggi tubeless con mozzi in lega di alluminio, a un cupolino più ampio e ad alcuni ulteriori dettagli leggermente differenti.

Anche il fatto di vedere il forcellone, non più coperto dallo scarico basso, è un elemento estetico distintivo, come la verniciatura delle plastiche sottosella e soprattutto la presenza del cerchio da 19 all’anteriore al posto del tradizionale 17” che caratterizza il modello stradale. Sebbene il telaio a traliccio in tubi con piastre in acciaio sia identico tra le due versioni la ciclistica è stata aggiornata con una forcella da 50 mm a steli rovesciati priva di regolazioni, ma in grado di garantire una maggiore escursione (140 al posto di 130 mm). Anche l’’ammortizzatore posteriore è stato rivisto per raggiungere la medesima escursione (140 al posto di 130 mm) ed è regolabile sia nel precarico sia nel ritorno. Rispetto al modello stradale abbiamo una luce a terra maggiore di circa 3 cm. Il tutto per garantire maggiori prestazioni in fuoristrada, assecondate dagli pneumatici Pirelli STR da 120/70R 19 e 170/60R 17 che garantiscono un buon grip sia in fuoristrada sia su fondi asfaltati viscidi e sporchi, a tutto vantaggio di una maggiore sensazione di sicurezza.


Il serbatoio da 15 litri prevede inserti protettivi in plastica nella zona di contatto con le gambe, utili soprattutto quando si guida in fuoristrada e si ha la necessità di stringere il serbatoio con le gambe alzandosi in piedi sulle pedane. Il manubrio, molto ampio e rialzato, facilita il controllo della moto anche su percorsi fuoristrada che si spingono oltre le normali strade bianche. Ad aiutare in questi contesti più tecnici, dove il peso si fa maggiormente sentire, è sia la compattezza della moto sia e soprattutto la facilità con cui si tocca terra con entrambi i piedi, caratteristica ci consente di “zampettare” per superare magari i tratti più impegnativi. Su un percorso che usiamo come riferimento, con due guadi, molte pietre smosse e salita/discese ripide, la Leoncino Trail per un utente poco avvezzo al fuoristrada è risultata più “facile” da condurre rispetto a una tradizionale maxi enduro, che consente di affrontare il medesimo percorso a velocità decisamente più sostenute ma che richiede anche capacità tecniche di guida superiori. Con la Leoncino Trail basta andare piano (la ciclistica non è proprio fatta per affrontare il fuoristrada in velocità) e controllare il peso con braccia e gambe per riuscire a superare anche passaggi abbastanza complicati contando anche sul fatto che la potenza non mette mai in difficoltà.

Per quanto riguarda la dotazione elettronica la Benelli Leoncino Trail segue quanto già visto sulla versione stradale, con frecce e fari full led, strumentazione TFT a colori con sensore crepuscolare, comandi di controllo integrati nei blocchetti degli specchietti, Abs escludibile e niente controllo di trazione. Va però detto che l’erogazione del motore è talmente docile e che non se ne sente più di tanto la mancanza. Un po’ povero invece il computer di bordo, che si limita a darci livello della benzina, marcia inserita e due trip parziali, oltre chiaramene a quello totale. Vista l’evoluzione vertiginosa dell’elettronica avremmo gradito almeno la connettività Bluetooth e la possibilità di replicare a video la navigazione dal cellulare.

Anche la grafica è un po’ datata, con la discutibile duplicazione del contagiri sia in alto sia in basso. Sarebbe stata utile anche una porta USB, facilmente montabile come accessorio ma non prevista di serie. Malgrado la componentistica sia necessariamente semplice per contenere il prezzo spiccano alcuni dettagli interessanti, come la possibilità di regolare su entrambe le leve la distanza dalle manopole, e chiaramente i cerchi a raggi tubeless. Le finiture complessivamente sono buone in relazione alla fascia di prezzo, a parte i comandi a pedale un po‘ grezzi, e non ci sono fastidiosi cavi a vista. Peccato la mancanza di un sottocoppa protettivo, che su questa versione Trail sarebbe decisamente utile anche per riparare i collettori di scarico.

 Motore e ciclistica

Il bicilindrico quattro tempi raffreddato a liquido da 754 cc, con distribuzione a doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro e doppio corpo farfallato da 43 millimetri, è il medesimo della Leoncino stradale. Vanta una potenza di 76,2 CV (56 kW) a 9.000 giri/min e una coppia di 68 Nm a 6.500 giri/min. Cambio a 6 rapporti e frizione con asservimento di coppia e funzione antisaltellamento funzionano molto bene e l’erogazione è improntata alla massima facilità di guida; peccato la presenza di un leggero on/off che si percepisce soprattutto a bassa velocità.

Il motore, anche grazie alla rapportatura corta, ha un buon brio ma continua ad essere un po’ carente di schiena ai bassi, poi superati i 6.500 giri si trasforma e sale deciso fino al limitatore.

Diciamo che con la Trail, esattamente come con la versione stradale, è Inutile adottare una guida aggressiva sperando di spuntare prestazioni migliori, molto meglio godersi la progressione con cui il motore sale di giri puntando sulla fluida di percorrenza, anche perché più si guida sporchi e più emergono i limiti di ciclistica e freni, che malgrado le pinze radiali a 4 pistoncini all’anteriore non sono potentissimi e soprattutto nella prima fase di attacco sono un po’ spugnosi.

Usata nel modo giusto la Leoncino Trail non solo è facile e sicura, anche su fondi sporchi e sul bagnato grazie alla gommatura scelta, ma sa anche divertire, soprattutto quando abbiamo la possibilità di affrontare qualche bel tratto ricco di curve o ancora meglio qualche strada bianca.

Alla guida

I 234 Kg in ordine di marcia non sono certamente pochi, ma una volta in sella la sensazione è che siano molti meno grazie alla facilità di guida dovuta a una seduta bassa da terra e a una ciclista semplice, ma che sa trasmettere molto bene cosa accade sotto le ruote. Chiaramente la Benelli Leoncino Trail non è un fulmine nei cambi di direzione, ma scende molto bene in piega e l’appoggio è sempre sicuro. Non si ha la sensazione che la moto “cada” in curva. Il cerchio da 19 non penalizza la guida su asfalto e regala alla Trail una versatilità assai maggiore rispetto alla sorella stradale.

Anche su terreni fangosi resta facile da guidare perché l’erogazione molto dolce e la scolpitura degli pneumatici aiuta a trovare il giusto grip per non restare impantanati.  Bene l’Abs, presente ma non troppo invasivo e con possibilità di essere disabilitato proprio per agevolare la guida in fuoristrada. La Leoncino Trail si trova a proprio agio soprattutto sulle strade ricche di curve dove non serve andare veloci per divertirsi, magari con qualche bella sterrata da percorrere in mezzo alla natura. Anche in città, malgrado richieda spesso l’uso del cambio, si comporta bene e sguscia facilmente nel traffico digerendo buche e pavè. In autostrada il pilota soffre un po’ a causa della mancanza di un vero cupolino protettivo, ma si possono tranquillamente affrontare anche lunghi viaggi contando su una buona posizione del busto e una sella ampia e ben imbottita anche per il passeggero. Chiaramente non è una moto pensata per essere caricata con borse e bauletti, ma due belle borse morbide laterali o un tubone da sella si possono tranquillamente montare per fare del turismo esplorativo. Nella media i costumi che si attestano attorno ai 19/20 km con un litro su percorsi extraurbani.

Scheda tecnica

MotoreBicilindrico parallelo frontemarcia, Euro 5
Cilindrata754 cc
Potenza76,2 CV a 9.000 giri/min
Coppia68 Nm a 6.500 giri/min
Peso234 kg in ordine di marcia
Prezzo7.990