Lombardo Tures: l’enduro “Made in Sicily”

Lombardo è una storica azienda siciliana nata nel 1952 che in gamma vanta numerose E-bike dedicate all’offroad. La Tures è l’ultima nata ed è stata progettata specificatamente per l’enduro e il downhill; non si tratta infatti di una sola bici, ma di un’intera gamma che condivide telaio e motore e che poi cambia, anche di molto, in base agli allestimenti. Per questa prova Lombardo ci ha fornito la Tures Pro, che a dispetto del nome rappresenta la versione entry level, caratterizzata però già da un reparto tecnico di tutto rispetto. Ma andiamo con ordine e vediamo le caratteristiche di questo nuovo modello.

Telaio in alluminio e motore Bosch

La Tures prevede un moderno telaio in alluminio con saldature lasciate a vista in configurazione Mullet (cerchio 29” anteriore e 27.5” posteriore), caratterizzato da un carro abbastanza lungo (485 mm) e ammortizzatore a molla posizionato molto in orizzontale, in linea con i foderi superiori del carro posteriore.

La forcella ha un angolo di 66 gradi e l’interasse è di 1.239 mm nella taglia M. Valori che indicano una spiccata propensione alla discesa e il desiderio da parte dei tecnici di garantire grande stabilità anche su terreni scassati affrontati ad alta velocità.

I cavi sono tutti interni e nella parte frontale entrano nella zona dello sterzo lasciando così il telaio molto pulito. La verniciatura opaca, nel nostro caso un abbinamento di arancione e azzurro, è molto sobria ed è risultata resistente ai piccoli urti. In azzurro è verniciato anche il paramotore in alluminio che protegge il motore Bosch Performance Line CX da 85 Nm di coppia. Per le sospensioni su questa versione Lombardo ha optato per una forcella RockShox Zeb base, per la precisione la Select Debonair con 170 mm di escursione, e un ammortizzatore a molla che garantisce sempre 170 mm di escursione, il RockShox Super Deluxe Ultimate con regolazione separata delle alte e basse velocità per la compressione.

Per la trasmissione la scelta è caduta sullo Sram NX a 12 velocità e sempre di Sram sono i freni G2 R2 con pinze a 4 pistoncini che mordono dischi da 203 mm. Per i cerchi Lombardo (che ricordiamo produce su commissione anche alcune bici per Decathlon) ha optato per dei SunRinglé Duroc SD37 Tubeless Ready, che ospitano nel modello in prova pneumatici Hutchinson Griffus da 2.5 all’anteriore e 2.4 al posteriore. Completano la dotazione il reggisella telescopico e la sella Boost X3 di Selle Italia.

Bosch Smart System

La Tures Pro prevede l’ultima versione del Bosch Smart System con controller multifunzione al manubrio, display Kiox 300 e batteria da 750 Wh. Un pacchetto molto interessante, sia per l’autonomia garantita sia per la quantità di funzioni offerte dal sistema Kiox. Tramite l’App Bosch dedicata possiamo inoltre personalizzare le 4 mappature del motore (Eco, Sport, E-Mtb e Turbo), ma anche tracciare i percorsi fatti, trasferire i dati automaticamente ad altre applicazioni (come Komoot e Strava), sfruttare il sistema antifurto integrato e utilizzare la navigazione turn by turn visualizzando le indicazioni direttamente sul Kiox.

Quest’ultimo già di suo offre davvero moltissime informazioni suddivise in una serie di schermate che a loro volta possono essere completamente personalizzate tramite l’App. Davvero un sistema completo e molto efficiente. Il controller, come già ampiamente ribadito da tutti i giornalisti che hanno avuto molto di provarlo, è abbastanza ingombrante ed esposto in caso di caduta; le informazioni fornite dai led, ovvero l’indicazione dello stato di carica e del livello di assistenza impostato, sono ridondanti avendole già sempre visibili sul Kiox e avremmo preferito un comando più minimale, anche perché i pulsanti sono un po’ troppo ammassati e ci è capitato a volte di sbagliare tasto andando a cambiare schermata anziché livello di assistenza. Diciamo che questo controller è molto più indicato su delle trekking bike o delle All Mountain.

Su una bici da enduro, che per sua natura è soggetta a urti anche piuttosto violenti, avremmo preferito l’adozione di un comando più piccolo e protetto.  Bene invece la possibilità di poter spostare il kiox in una posizione più riparata all’interno del manubrio, semplicemente ruotando il supporto e regolando l’inclinazione del display. Ottima anche la cover di protezione della batteria, realizzata in metallo, dotata di profili in gomma per evitare infiltrazioni d’acqua e con un sistema di apertura e chiusura che è risultato molto stabile e facilissimo da usare. Peccato la mancanza di un gommino di protezione per la serratura di sblocco della batteria posizionata sul lato destro del telaio. Migliorabile anche la protezione in gomma per l’accesso alla presa di ricarica, posizionata sulla parte sinistra sotto il leveraggio dell’ammortizzatore e quella in corrispondenza dell’uscita del cavo del freno posteriore. Davvero bello ed efficace il paramotore in metallo, dotato di prese d’aria per il raffreddamento del motore.

Potenza e autonomia

Che il Bosch Performance Line CX sia uno dei motori complessivamente più performanti è noto da tempo, ma con quest’ultima evoluzione ha perso anche molto del suo carattere “scorbutico” per offrire una potenza più controllabile in ogni condizione. Le 4 mappature previste di serie sono ben diversificate, con la Eco pensata per lo più per i trasferimenti in pianura o in presenza di piccole pendenze, la Sport adatta ad affrontare anche salite impegnative, la e-Mtb utilissima per garantire controllo anche nelle situazioni difficili (ma anche per concentrarsi sulla guida e usare la bici come se avesse il cambio automatico) e la Turbo bella cattiva per affrontare passaggi in cui serve tutta la potenza del motore.

Con l’introduzione dello Smart System è inoltre possibile personalizzare le mappe utilizzando il proprio Smartphone e l’app Bosch Flow. Non possiamo accedere a una taratura fine come avviene con altri motori, ma possiamo comunque variare alcuni parametri sempre restando all’interno di un range definito dal produttore.

Per intenderci, non potremo mai far diventare una mappa Eco come la Turbo, ma possiamo intervenire su ciascuna mappa per modificare il livello di assistenza, la quantità di coppia massima erogata, il modo in cui questa viene fornita in base alla pressione sui pedali e, volendo, limitare ulteriormente la velocità massima fino a cui interviene l’assistenza rispetto ai 25 Km/h imposti per legge. Noi, per esempio, durante il test abbiamo diminuito ulteriormente la modalità Eco per ottimizzare ancora di più il consumo di batteria, abbassato un po’ la potenza erogata dalla Sport, che per noi era fin troppo potente, variato la potenza erogata dalla E-Mtb in base ai percorsi offroad affrontati e lasciato inalterata la modalità Turbo.

Così facendo abbiamo, per esempio, completato un giro di 104 Km con 2.200 metri di dislivello e circa 40 Km in fuoristrada tornando a casa ancora con il 25% di batteria, chiaramente pedalando a motore spento nei tratti in piano ed evitando di usare l’assistenza nelle discese. Complessivamente il consumo ci è parso in linea con quello di altri motori (solo lo Yamaha fa meglio) e i 750 Wh di batteria garantiscono una buona autonomia. Usata sempre in turbo su mulattiere in salita e strade con forte pendenza La Tures ci ha permesso di coprire una cinquantina di chilometri.

Un mese con la Tures Pro

In un mese di test abbiamo portato la Tures Pro su varie tipologie di percorsi, anche molto tecnici, compresa una pista di downhill e possiamo dire che in discesa, sia nel tecnico sia nello scassato veloce, si comporta davvero bene. Una volta tarato correttamente l’ammortizzatore a molla offre tanta progressione e facilita il superamento degli ostacoli quando si deve far saltare leggermente la bici per evitare magari uno spuntone di roccia o una radice. La forcella, pur nella sua semplicità, si comporta bene e anche nelle discese con gradini di roccia e radici assorbe senza scomporre la bici, che più si va veloce e più sembra essere stabile.

Solo nei passaggi più stretti si sente di avere tra le mani una bici “lunga”, quindi più difficile da far girare malgrado la giusta scelta di avere un 27.5”al posteriore. In salita si deve fare i conti con l’escursione elevata delle sospensioni e una certa tendenza dell’avantreno ad alzarsi; per fortuna il carro posteriore garantisce una buona trazione e con la giusta pressione degli pneumatici si riesce a salire comunque bene anche su tratti molto tecnici portando il corpo in avanti. A proposito di pneumatici, va detto che gli Hutchinson Griffus offrono una buona trazione, ma non sono particolarmente resistenti (lo si intuisce anche dalla facilità con cui si smontano e rimontano). Durante il nostro test ci è capitato di forare due volte malgrado tenessimo pressioni abbastanza alte. Essendo già tutto Tubless Ready consigliamo vivamente di effettuare la conversione, o meglio ancora di inserire dei salsicciotti antiforatura che permettono di tornare a casa anche nel malaugurato caso di tagliare il copertone. In poco meno di un mese abbiamo percorso circa 800 Km su strade di montagna, mulattiere, sentieri e tratti asfaltati e la Tures Pro si è dimostrata un’ottima bici da enduro con cui fare anche lunghi giri. Certo con i suoi 27.1 Kg, le sue geometrie e le sospensioni da 170 mm di escursione non è una All Mountain (per quello c’è la Lombardo Sempione), ma a chi ama i percorsi molto tecnici e andare forte in discesa garantisce davvero tanta soddisfazione. Considerate che sulla medesima base Lombardo produce anche la DC90+ che è una vera e propria bici da downhill. Sempre tenendo in considerazione il peso, la pedalabilità è buona; durante un’uscita abbiamo percorso oltre 50 Km sulla ciclabile della Valle Brembana attivando l’assistenza solo per superare piccole salite al fine di preservare le energie. Per il resto abbiamo sempre pedalato la bici a motore spento tenendo una media di 14 Km all’ora senza fatica.

Quattro allestimenti

La Tures Pro costa 5.799 Euro e come dicevamo sebbene già molto ben equipaggiata rappresenta l’entry level della gamma Tures. A salire troviamo la Team (6.799), la DC90 (8.999) che rappresenta la top di gamma per l’enduro, con sospensioni Öhlins ed escursione di 180 mm, cambio Shimano XT e freni Shimano Saint, e la DC90+ (9.299) pensata specificamente per il downhill e anch’essa montata con sospensioni Öhlins con forcella a doppia piastra.

Quote

SIZEABCDEFGHI
4040058556313066°734121848572°
4444060557213066°754123948572°
4848062559113066°774125948572°