Vent Frontier: la eGravel che non c’era!

Passateci il gioco di parole, ma con la Frontier Vent ha portato una vera e propria ventata di novità in un segmento ancora giovane, ma in grande crescita, e lo ha fatto con una eGravel (disponibile però anche in versione muscolare) che avvina ancora di più il mondo del ciclismo su strada a quello del cross country, con soluzioni tecniche all’avanguardia e un telaio full suspended che regala un confort inarrivabile per le Gravel tradizionali.

Passione e maestria italiana

Che in quel di Introbio sappiano fare le bici è fuori discussione ed è già stato ampiamente dimostrato con la LDV 500, una delle più raffinate bici da enduro/all mountain 100% italiane attualmente in commercio. Del resto, la lunga storia motociclistica costellata di successi legata all’offroad e al motard, che oggi continua con i prodotti destinati principalmente agli under 18, dimostra quanto passione, tecnica e artigianalità siano di casa in Vent. Lo si capisce parlando con le persone che ci lavorano, che non stanno tanto lì a sciorinare numeri o a raccontarti i piani di marketing ma sono orgogliosi di portarti in officina, nel reparto dove costruiscono i telai, in quello di ricerca e sviluppo e davanti alle moto che hanno fatto la storia di un’azienda che col tempo ha cambiato marchio, ma non il suo DNA.

All’interno della sede Vent moto e bici convivono fianco a fianco, pur avendo i propri spazi dedicati, e lo scambio di know how è continuo perché l’obiettivo in entrambi i casi è realizzare prodotti di alto livello tecnico in cui si percepisca la passione di imprenditori e tecnici, la vera anima di questa azienda. Persone che sono prima di tutto appassionati e utilizzatori dei prodotti che realizzano. Durane l’ultima visita alla sede di Vent ci siamo trovati a condividere i percorsi fatti con le bici da enduro e le Gravel e probabilmente un giorno ci scapperà anche una bella giornata tutti insieme.

Design e soluzioni uniche

Ma torniamo all’oggetto di questo articolo, ovvero alla prima eGravel biammortizzata con l’esclusivo sistema TST brevettato da Vent, che prevede il monoammortizzatore alloggiato direttamente nel tubo superiore del telaio, in una posizione che lo protegge e al tempo stesso rende estremamente comode le regolazioni.  

L’ammortizzatore è azionato da un rinvio che lo collega al carro posteriore, che risulta solidale con la ruota. La linea della Frontier, proprio per la particolarità del telaio e dello schema della sospensione posteriore, si discosta parecchio dallo schema classico di una gravel, anche se come vedremo una volta in sella ci si ritrova subito in quel mondo. Occorre solo fare attenzione alla taglia della bici perché il telaio è abbastanza alto e se solitamente usate una M potrebbe valere la pena di provare anche la taglia S, anche per via del reggisella telescopico che resta comunque alto.

In sella le braccia trovano i comandi esattamente dove dovrebbero essere e l’abbassamento delle sospensioni (quando sono aperte) ci porta subito in una nuova dimensione in termini di confort, ma anche di grip sui fondi sconnessi. Per sfruttare al meglio la Frontier per prima cosa occorre quindi impostare correttamente il Sag in base al proprio peso e allo stile di guida, dopodiché si può premere il pulsante posto proprio dietro allo sterzo per dare vita all’FSA System HM 1.0, che si attiva con una luce verde a indicare che il sistema è attivo ma con l’assistenza disabilitata.

Motore nel mozzo e range extender integrato nel sistema

Il motore FSA integrato nel mozzo posteriore offre una coppia massima di 42 Nm ed è alimentato da una batteria estraibile da 250 Wh integrata nel tubo obliquo. Di serie è prevista la possibilità di aggiungere un range extender ,montato sulla bici in prova, sempre prodotto da FSA che va ad occupare il posto solitamente dedicato al porta borraccia portando la capacità totale a ben 500 Wh. Una soluzione ideale per chi prevede di coprire grandi distanze o dislivelli particolarmente importanti e desidera ridurre al minimo lo sforzo.

Il motore è dotato di un sensore di coppia e due sensori di velocità per rendere la pedalata simile a quella di una bici muscolare e in effetti sia a motore spento sia quando si superano i 25 Km/h, oltre ai quali il motore smette di funzionare come da disposizione di legge, la Frontier resta fluida e facile da pedalare anche se all’aumentare della velocità il peso rispetto a una Gravel tradizionale si fa sentire. Diciamo che la bici si può utilizzare tranquillamente a motore spento in piano per poi sfruttare l’assistenza per ridurre lo sforzo fisico in salita. Così facendo anche con la sola batteria interna si riescono a fare giri decisamente lunghi con dislivelli importanti.


Il controllo remoto per la gestione del motore è integrato nel tubo orizzontale e permette sia di verificare il livello di carica sia di impostare le modalità di assistenza, che sono ufficialmente 5 ma in realtà 4 perché quella chiamata Eco, identificata dal colore verde, di fatto accende solo il sistema senza fornire alcuna assistenza da parte del motore. Per attivare quest’ultimo occorre usare una delle altre 4 modalità identificate da colori Blu, Viola, Giallo e Rosso. Quest’ultima corrisponde alla modalità Boost e fornisce la potenza massima di 250 Watt e 42 Nm di coppia, sufficienti per superare in scioltezza anche le salite più impegnative.

Non avendo una pulsantiera classica al manubrio il controller a un solo pulsante richiede un po’ di pratica perché la luce integrata cambia colore sia per segnalare il livello di assistenza impostato sia per indicare la percentuale di batteria residua. Questo crea un po’ di difficoltà perché ogni 4 secondi il colore passa da quello dell’assistenza a quello del livello di carica. Per intenderci, se siamo sul secondo livello di assistenza e abbiamo quindi la luce blu, questa diventerà verde ogni 4 secondi per indicare che la carica è ancora tre il 100% e il 75%. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine, mentre ci si abitua meno al fatto che avendo a disposizione un solo pulsante per abbassare il livello di assistenza occorre prima fare tutto il giro. Se siamo al livello 3 (Viola) e vogliamo per esempio tornare al livello 1 (Blu), dovremo prima andare su quello Giallo e Rosso, poi al verde e infine al Blu premendo ben 4 volte il tasto. Non è un limite della Frontier, ma del sistema FSA, e la soluzione più pratica è aggiungere un comando remoto al manubrio, con i classici tasti + e – per salire e scendere di assistenza. Al momento FSA non ne prevede uno proprietario, ma possiamo utilizzare il comando remoto di Garmin che è compatibile con questo sistema. Volendo è anche disponibile un App ufficiale FSA, ma al momento svolge più che altro funzioni di diagnostica e non consente di personalizzare i livelli di assistenza predefiniti.

La voglia di utilizzare quanto più possibile componentistica italiana di qualità è evidente dalla collaborazione con FSA estesa anche al manubrio, con integrazione dei cavi, al reggisella telescopio e alle ruote, le AGX 29x700C su cui vengono montati gli italianissimi Pirelli Cinturato Gravel M 700x40C, una gomma specifica per utilizzo Gravel caratterizzata da un battistrada realizzato con tasselli di altezza e spaziatura media per garantire un’ottima performance su un’ampia gamma di terreni.

Per freni e cambio Vent si è invece affidata all’americana Sram e la scelta è caduta su un prodotto performante e pratico rappresentato dal cambio elettronico Rival AXS a 12 velocità 10-44T con corona da 40 denti (ma si può scendere fino a 38). Sempre di Sram sono i freni idraulici che mordono dischi da 160 mm sia all’anteriore sia al posteriore.

Tramite l’App dell’azienda americana si può regolare il cambio e configurare il funzionamento delle leve, nonché ricevere aggiornamenti software per i vari componenti. Decisamente sofisticato anche il reparto sospensioni marchiato Fox, che prevede forcella FOX TC ad aria con steli da 32 e ammortizzatore sempre ad aria DPS Performance SV EVOL completamente regolabile e con possibilità di bloccaggio totale e parziale.

In sella

Abbiamo usato la Frontier per oltre un mese, sia per gli spostamenti cittadini sia per lunghi giri in pianura e in montagna con tratti offroad anche abbastanza impegnativi.

Quello che abbiamo apprezzato maggiormente è il grande confort trasmesso dal telaio biammortizzato e la possibilità di bloccare rapidamente mono e forcella sui terreni favorevoli.

In città gli pneumatici di larga sezione e le sospensioni garantiscono non solo un grande confort ma anche tanta sicurezza, caratteristiche che ritroviamo anche affrontando percorsi in offroad e soprattutto scendendo da percorsi con sassi smossi e buche. A differenza di un telaio rigido, che “spacca” decisamente le braccia, quello della Frontier filtra tutto in modo estremamente efficace garantendo anche un maggiore controllo sulle asperità. Il peso in più rispetto a una eGravel tradizionale è abbastanza contenuto e si sente soprattutto in salita se non si utilizza l’assistenza; in discesa diventa addirittura un plus perché contribuisce a tenere la bici più stabile.

La pedalabilità molto buona rende praticamente superflua l’assistenza in pianura e in città l’abbiamo utilizzata più che altro per avere maggiore spunto in partenza riducendo praticamente a zero l’utilizzo del cambio. In un attimo si superano i 25 Km/h e questo contribuisce a ottimizzare il consumo della batteria. Il motore nel mozzo posteriore non da più di tanto fastidio e si percepisce solo nei rapidi cambi di direzione. Il cambio è molto preciso, silenzioso e rapido negli innesti e i freni sono adeguati alle prestazioni anche su discese impegnative. La sella di serie è confortevole e la presenza del reggisella telescopio è davvero un plus non da poco visto l’attitudine anche offroad della Frontier.

Una cosa che ci auspichiamo venga cambiata sono le pedivelle di serie, troppo lunghe tanto da toccare quasi subito contro l’asfalto se cerchiamo di pedalare in curva. Su una bici di questo tipo avremmo preferito pedivelle da 160 mm. Ci sarebbe piaciuta anche una presa USB integrata nel supporto manubrio o nel telaio, per alimentare eventuali cellulari e navigatori sfruttando direttamente la batteria della bici. Soprattutto In ottica cicloturismo sarebbe un bel vantaggio.

Versioni e prezzi

La Frontier è disponibile in varie versioni, compresa una più orientata al trekking, con manubrio diritto, portapacchi, pneumatici stradali e un set di borse WAG, e una pensata espressamente per i lunghi viaggi con set di borse Thule e range extender di serie. Cambia anche il telaio in base alle versioni, con più o meno punti di aggancio per borse e accessori, e anche la forcella. I prezzi della Frontier a pedalata assistita partono da circa 7.000 euro, mentre per la versione muscolare siamo attorno ai 5.000 euro. Da segnalare che è possibile trasformare facilmente la versione a pedalata assistita in muscolare semplicemente sostituendo il cerchio posteriore con uno tradizionale privo di motore e rimuovendo la batteria dal telaio.